PAV Progetto Arti Visive 2014

Come di consueto, la programmazione musicale di Time in Jazz sarà affiancata dall’itinerario museale del P.A.V., il Progetto Arti Visive. Piedi, dunque, nei suggestivi spazi del Laber, l’ex caseificio di Berchidda trasformato in centro culturale, che accoglierà quattro mostre con opere di oltre quaranta artisti.

Comunicato stampa

Come di consueto, la programmazione musicale sarà affiancata dall'itinerario museale del P.A.V., il Progetto Arti Visive, curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu, che per l'edizione 2014 proporrà al pubblico mostre ed eventi espositivi che, pur variamente declinati, sono tutti riconducibili al tema del festival. Piedi, dunque, nei suggestivi spazi del Laber, l'ex caseificio di Berchidda trasformato in centro culturale, che accoglierà quattro mostre con opere di oltre quaranta artisti.

Contretemps, rassegna internazionale di arte contemporanea curata da Giannella Demuro, con opere di Francesco Arena, Franco B, Filippo Berta, Maria Magdalena Campos-Pons, Cristian Chironi, Emilio Fantin, Regina José Galindo, Luigi Y Luca, Pinuccia Marras, Cristina Montagnani, Davide Monteleone, Bill Owens, Nero Project, Leonardo Pivi, Danilo Sini, Sandy Skoglund, Maurizio Taioli, Lucia Veronesi, Yevgeny Yufit. In mostra piedi, impronte, tracce, sentieri, perimetri, allusioni, echi. Piedi, dunque, come strumento del cammino e del viaggio, come metafore e metonimie visive dell'essere umano e del suo relazionarsi con se stesso e il suo prossimo, il mondo, la società, la politica. Piedi come misure delle cose, dei luoghi del fare e dell'abitare. Piedi in cammino verso un altrove dove l'esperienza dell'oggi – incontrata, cercata, accolta o subita – divenga strumento per tracciare un solido sentiero su cui camminare con passi certi e sicuri verso il domani.

Stazione eretta, una selezione di video d'artista a cura di Mario Gorni in collaborazione con Careof, con Marina Ballo Charmet, Roberta Baldaro, Massimo Bartolini, Davide Bertocchi, Elisabetta Di Sopra, Michael Fliri, Maria Friberg, Meri Gorni, Sabina Grasso, Orestis Mavroudis, Ottonella Mocellin, Bruno Muzzolini, Christian Niccoli, Benedetta Panisson, Stefano Pasquini, Oliver Pietsch, Mariuccia Pisani, Stefano Romano, Emilia Scharfe, Cesare Viel e Luca Vitone: un ventaglio di riflessioni e di performance fra di loro profondamente diverse e tutte calibrate attorno alla forza, all'uso, o all'inutilità dei piedi, tanto da indicarne prepotentemente la centralità nell'azione quotidiana. Una inattesa fertilità di argomenti e argomentazioni potentemente intercettate dal lavoro degli artisti, un corpus di ventidue opere inatteso e trasversale fra diversi approcci, generazioni e nazionalità dove i protagonisti assoluti sono sempre loro: i piedi, i nostri.

La sezione Babelfish, dedicata alla giovane arte, presenta Mi tentano paesaggi, senza alcuna idea di movimento, progetto curatoriale di Giangavino Pazzola con opere di Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Renato Leotta, Enrico Piras e Alessandro Seu: riflessioni sparse sull'uomo come architettura estetica che sembrano aprire possibilità di ragionamento su nozioni quali stabilità fisica e immateriale, complessità e indeterminatezza ambientale, necessità di registrazione dei mutamenti, delle relazioni e dell'esperienza umana nel paesaggio.

L'affascinante e inesauribile universo di internet, è alla base di Scrumbled web, viaggio nella rete a cura di Antonello Fresu e Ivo Serafino Fenu, che accosta video d'artista, cortometraggi, e documentari d'autore a materiali d'archivio e filmati amatoriali.

In giro per il paese, Lavori in corso, progetti d'artista per Berchidda, con performance e interventi site-specific di Francesco Arena e Cristian Chironi.

Accanto ai progetti espositivi, infine, a confermare il legame che a Berchidda unisce arte e musica, Arte tra le note porterà sul palco scenografie appositamente realizzate come quella di Cristian Chironi e di Nero Project, e riproduzioni di alcune delle opere presenti in mostra.

Altri eventi

In visione al Centro Laber anche la selezione di film curata dal regista Gianfranco Cabiddu, che per questa edizione del festival propone un omaggio a Buster Keaton: ogni notte, intorno all'una.
Anche quest'anno Time in Jazz dedica ampio spazio alle presentazioni editoriali, raccolte sotto l'insegna WineBook: gli autori incontreranno il pubblico del festival in alcuni bar e altri spazi di Berchidda, per presentare le loro pubblicazioni più recenti, nella formula informale dell'aperitivo letterario. Primo appuntamento la sera dell'11 (ore 19) al Bookshop di Time in Jazz allestito in Piazza del Popolo, con "Una splendida notte stellata", libro per ragazzi di Jimmy Liao, autore e illustratore di Taiwan, che sarà presentato dalle traduttrici dell'edizione italiana, Silvia Torchio e Cecilia Giorgia Paquola. Utilizzando le tavole del racconto illustrato, attraverso un reading e un laboratorio per bambini dai 5 agli 11 anni, si farà una sorta di gioco dell'oca che ripercorrerà la storia del libro tra indovinelli e giochi di abilità.
La mattina del 12 (ore 12.30), al Bar Al Muretto, sarà invece la volta della scrittrice cagliaritana Claudia Zedda, con il suo romanzo "L'amuleto", ispirato dalla sua passione per la storia e la cultura della Sardegna (Edizioni Condaghes, 2014).
Mercoledì 13 (sempre alle 12.30), al Bar K2, è poi il turno di "Alberi erranti e naufraghi", di Alberto Capitta, pubblicato lo scorso anno (Edizioni Il Maestrale). Dedicato al calcio l'incontro in programma nel pomeriggio del 14 (ore 18) al Bar Centrale, dove Boris Carta presenterà "Rossoblù giorno per giorno. Protagonisti e comparse del Cagliari Calcio"(Edizioni Aipsa, 2013).
Ancora un libro, in questo caso di argomento musicale, caratterizza il pomeriggio del 16 agosto al Museo del Vino, con il gradito ritorno di Ashley Kahn: dopo aver illustrato, nella scorsa edizione del festival, il suo "A Love Supreme - Storia del capolavoro di John Coltrane", pubblicato nel 2004 da Il Saggiatore, il giornalista e storico musicale americano ritorna a Berchidda per presentare "Kind of Blue'' (Il Saggiatore, 2003), il suo saggio dedicato all'omonimo album di Miles Davis, altra autentica pietra miliare del jazz.
A seguire (intorno alle 19,30), l'ormai tradizionale concerto-aperitivo al Museo del Vino suggella anche quest'anno il festival con la presentazione di una novità discografica. Alla ribalta, i Tempi di Cris, ovvero Matteo Cara (synth e tastiere), Raffaele Mele (chitarra), Mauro Dore (basso), Paolo Succu (batteria e percussioni) e Cristian Orsini aka dj Cris (consolle e elettronica): cinque musicisti sardi uniti dalla passione per il funk e la black music delle origini, al debutto con l'album autoprodotto "Event Horizon" di imminente uscita.