Effetto serra
In un panorama culturale che ha visto i fratelli Taviani e Matteo Garrone premiati per progetti legati al carcere, la GAMeC è fiera di essere presente da ben otto anni nel luogo che rappresenta “altri” cittadini per i quali l’accessibilità all’arte non è materialmente praticabile, ma non per questo è meno importante,meno cercata.
Comunicato stampa
L’attività dei Servizi Educativi presso la Casa Circondariale di Bergamo ha avuto inizio nel 2006, con un progetto pilota nella sezione dell’Alta sicurezza e ogni anno è riuscito a crescere, coinvolgendo sempre più persone.
In un panorama culturale che ha visto i fratelli Taviani e Matteo Garrone premiati per progetti legati al carcere, la GAMeC è fiera di essere presente da ben otto anni nel luogo che rappresenta “altri” cittadini per i quali l’accessibilità all’arte non è materialmente praticabile, ma non per questo è meno importante, meno cercata.
Declinata ogni anno in modo differente, la collaborazione con la Casa Circondariale della città ha sempre un fil rouge riconoscibile: l’arte contemporanea visibile in GAMeC, dalle collezioni permanenti alle mostre temporanee. Questo per la scelta di partire dall’oggetto visibile, identificabile, vicino nel tempo e nello spazio: un modo per ‘contestualizzare’ l’arte contemporanea, legandola all’esperienza identitaria di ciascuno.
Il progetto del 2014, Effetto Serra, è nato dall’istanza – portata avanti dai detenuti – di privilegiare un percorso che desse loro la possibilità di esprimersi in modo creativo attraverso l’arte e, se possibile, di sviluppare nuove competenze.
Così, partendo dalla scelta di lavorare sul disegno – tema che è stato al centro dell’attività espositiva della GAMeC, che a Luciano Fabro, Andrea Mastrovito e Giuseppe Stampone ha dedicato tre importanti mostre tra il 2013 e il 2014 – è stato scelto di sviluppare un corso di disegno dal vero usando come strumento la penna Bic, che nelle mani degli artisti contemporanei si è dimostrata essere utilizzabile in modo molto versatile e suggestivo.
Il corso, tenuto da Giovanni Fornoni, artista ed educatore museale della GAMeC, ha avuto come oggetto d’attenzione le piante e si è snodato in modo graduale, partendo dalla familiarità con la penna alle prime prove grafiche, per poi iniziare un lavoro attento e complesso di riproduzione di immagini di erbe e piante del nostro territorio, in collaborazione con l’Orto Botanico di Bergamo, e con il patrocinio del WWF Lombardia.
Come afferma Giovanna Brambilla - Responsabile dei Servizi Educativi della GAMeC nel catalogo della mostra (edito GAMeC Books): “Fornoni ha articolato il laboratorio focalizzandolo proprio sul disegno a penna Bic, uno strumento economicamente accessibile, ma, al tempo stesso, incredibilmente versatile e affascinante. […] è stata inoltre determinante la collaborazione di Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto Botanico ‘L. Rota’ di Bergamo, senza il quale il lavoro con i detenuti sarebbe rimasto una sterile, per quanto raffinata, esercitazione grafica. Dopo essersi cimentati con la penna Bic, avere effettuato disegni in piena libertà, composizioni vincolate a una proposta e aver studiato e riprodotto le tavole dell’Erbario, si è infatti arrivati all’elaborato finale, documentato in catalogo ed esposto in mostra: la raffigurazione delle piante silenti, di quelle piante visibili ai visitatori dell’Orto Botanico solo per un breve tempo, in una fugace apparizione. I disegni dei corsisti, quindi, vanno a documentare, come schede didattiche, la presenza di queste piante, in un delicato rimando di significati - come ricorda Rinaldi nel suo testo - che disegna l’affinità tra l’Orto e il Carcere, tra piante silenti e detenuti, con un’apertura importante sulla possibilità di riscatto e fioritura”.
Parte integrante del progetto, la possibilità per i detenuti di vedere dal vivo alcune tavole dell’opera Trenta studi di erbe e fiori di Giacomo Manzù (1944), di proprietà della Fondazione Credito Bergamasco e in deposito presso la GAMeC, al fine di illustrare loro come la natura abbia ispirato i grandi artisti e di “portare” il museo all’interno della Casa Circondariale.
Lo scorso aprile, infatti, Giovanna Brambilla ha presentato presso la Casa Circondariale di Bergamo tredici delle trenta tavole che compongono l’opera Trenta studi di erbe e fiori, che sono state confrontate con le tavole di un erbario.
Un’importante occasione culturale, sostenuta dal contributo della Fondazione Credito Bergamasco, che ha accolto con favore la possibilità di fare dell’opera di sua proprietà un’ambasciatrice dell’arte, una prova tangibile del legame che unisce museo, città e carcere, decidendo di sostenere economicamente questa importante operazione.
In questo modo il museo, ancora una volta, si è fatto strada, aprendo a un viaggio nella cultura che porta inevitabilmente a riscoprirsi, a mettersi in discussione, a crescere attraverso la curiosità, la meraviglia e lo spiazzamento.
La mostra Effetto Serra – ospitata alla GAMeC dal 10 al 21 settembre 2014 – intende restituire al pubblico i risultati di questo progetto, a testimonianza di come l’Arte riesca a creare un passaggio che può mettere in collegamento il Carcere e la Città.
Il percorso espositivo accoglierà i lavori realizzati dai detenuti delle Case Circondariali di Bergamo e Voghera, dove Giovanni Fornoni ha declinato il percorso attivato a Bergamo, collegandolo con la preesistente fattiva presenza di attività del Museo di Scienze di Voghera che – nella persona della sua direttrice Simona Guioli – aveva condotto insieme ai detenuti il restauro di un antico erbario ottocentesco.
In mostra, inoltre, una selezione delle tavole dell’opera Trenta studi di erbe e fiori di Giacomo Manzù.