Una scuola di luce

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA RETTORI TRIBBIO 2
Piazza Vecchia 6, Trieste, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

feriali 10.00 - 12.30 e 17.00 - 19.30/ festivi 10.00 - 12.00/ venerdì pomeriggio e lunedì chiuso

Vernissage
23/08/2014

ore 18

Curatori
Marianna Accerboni
Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra intitolata Una scuola di luce propone le opere realizzate nell’anno accademico 2013/ 2014 da una sessantina di allievi del corso che il pittore Livio Možina tiene in Galleria.

Comunicato stampa

S’inaugura sabato 23 agosto alle 18 alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste (piazza Vecchia 6) la mostra intitolata Una scuola di luce, che propone le opere realizzate nell’anno accademico 2013/ 2014 da una sessantina di allievi del corso che il pittore Livio Možina tiene in Galleria. La rassegna, che sarà introdotta dall’architetto Marianna Accerboni, propone più di una sessantina di opere di gusto figurativo, realizzate quasi tutte a olio, ognuna delle quali rappresenta il quadro simbolo tra le molte realizzate nell’anno accademico da ciascun artista. Visitabile fino al 5 settembre (orario: feriali 10.00 - 12.30 e 17.00 - 19.30/ festivi 10.00 - 12.00/ venerdì pomeriggio e lunedì chiuso).

Ritorna anche quest’anno - scrive Accerboni - un interessante appuntamento per l’arte triestina: una sessantina di allievi del notissimo Atelier di Livio Možina, di varia età e provenienza, espongono le opere realizzate - per lo più a olio - nell’anno accademico 2013/ 2014. Il taglio è tendenzialmente figurativo e la tecnica, ancorchè approcciata da poco, molto spesso ineccepibile, sicchè questa agorà d’arte diventa un’interessante vetrina della pittura locale intesa nell’ambito della modernità.
Intimismo è forse il termine che più di ogni altro è proprio per indicare il filo conduttore della mostra, in cui gli autori sanno animare il paesaggio di luce, di un cromatismo morbido e festoso o di una fredda luce invernale, che ci consegna comunque l’irripetibile intimità della natura: quasi iperrealisti per la precisione del tratto risultano Tullio Antonini e Laura Rabbaioli, neoromantico l’”Omaggio a Van Gogh” di Nella Bottegaro, d’inclinazione espressionista la “Casa carsica” di Adriana Belle e la Venezia di Piergiacomo Banda, ricchi d’atmosfera e di mistero la magica Venezia di Ginevra Braut, il vellutato paesaggio nordico di Noris Dagostini, le marina di Claudia Comuzzo e Roberta Arnoldo, il “Notturno” di Sabrina Felician.
Più semplicemente narrativi appaiono la passeggiata nel bosco di Giosuè Bilardo, l’angolo carsico di Claudio Iurin, la marina a Salvore di Majda Pertotti, il “Paesaggio alpino” di Luca Stuper. Fredda è invece la luce di cui Fabio Olenik ammanta il porto d’Amburgo mentre una luminosità speciale connota lo scorcio barcolano di Diego Polli. Ritorniamo ancora in un mondo fantastico immergendoci nel prato di girasoli di Manuela Rassini o ammirando “Il castello fatato” di Fulvia Rovatti, le Presenze boschive di Nadia Finzi e la tenera immagine di Elena Stalizzi Valrisano, mentre un senso di poetica solitudine ci avvince nell’algida neve di Bruno Stiglich. Il “paesaggio animato” è poi il tema prediletto da Dorina Deste, Dilva Musizza, Barbara Schreiber.
La mostra è anche popolata dai personaggi più diversi: da una brillante Liz Taylor a firma di Valdea Maniago Ravalico alle eleganti interpretazioni muliebri di Gabriella Dipietro, Yvonne Rowden, Ilaria Rossi, Otilia Saldana, Giuseppina Depase, Mara Giorgini, Ida Marottoli, Francesco Martinuzzi, Cristina Marussi, al sorridente ritratto maschile di Patrizia Testi. Incontriamo anche delle scene di genere: intima, discreta e molto umana quella di Mauro Anello, d’impostazione classica in Carlo Staurini, sensuale quella di Viviana Zinetti. E poi l’infanzia di paesi lontani, testimoniata con poetica tenerezza da Marco Chermaz, Ingrid Di Meo, Neva Riva.
Tema frequentato e amato è anche quello degli animali, espresso con nitida aderenza da Alice Bellettini, Giulia Bon, Federico Bossi, Fulvio Caiulo, Tina Cencic e Gabriella Frandoli, con limpida tenerezza da Claudio Maiola e Nada Marsich, con piacevole humor da Boris Furlan e con luminoso realismo da Tatjana Zerjal.
E infine, last but not least, il genere della natura morta: iperrealismo e bellezza nel delicato bouquet di Gabriella Pitacco, nel sommaco di Paolo Bonifacio e Bruna Naldi, nel “Sapore d’estate” di Serena Vivoda; un felice cromatismo in Claudia Benedetti, Walter Colomban, Lara Dassi, Antonio Di Gregoli, Vojko Lovriha, Enrica Zanzottera.