Alessio Mazzaro – Un lavoro per Camporovere

Informazioni Evento

Luogo
CHIESA DI CAMPOROVERE
Via VIII Agosto n12, Camporovere di Roana, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
06/09/2014

ore 16

Artisti
Alessio Mazzaro
Curatori
Amedeo Gheller
Generi
presentazione, serata - evento

Installazione sonora e trasmissione di un breve radiodramma.

Comunicato stampa

UN LAVORO PER CAMPOROVERE
di Alessio Mazzaro
a cura di Amedeo Gheller
Installazione sonora e trasmissione di un breve radiodramma.

Sabato 6 Settembre, ore 16:00
Chiesa di Camporovere
Via VIII Agosto n12, Camporovere di Roana, (Vi)

L'8 Agosto 1944, durante l'occupazione tedesca dell'Italia, un gruppo di partigiani assalta un camion tedesco della TOT e uccide quattro tedeschi nelle montagne vicino ad Asiago.
Immediatamente i nazisti assieme ai fascisti si recano nel villaggio di Camporovere convinti sia il luogo di provenienza dei partigiani. Mettono diciannove persone al muro della chiesa per fucilarle, ma il parroco assieme ad alcuni anziani che parlano Cimbro, riesce a mediare. Il generale tedesco decide di dar fuoco al paese in cambio delle vite dei prigionieri. La prima parte del paese -dalla chiesa alle montagne- deve essere bruciata subito e la seconda parte -dalla chiesa alla valle- il giorno dopo. Alle 18 le persone vengono fatte evaquare perché alle 19 il paese verrà bruciato.
I tedeschi bruciano metà paese, 64 case, ma il giorno dopo la seconda metà non viene bruciata.
Nei giorni e nei mesi successi all'incendio, le persone del lato salvato ospitano quelle del lato bruciato.

Non esistono immagini o filmati o tracce fisiche dell'incendio di Camporovere, del fuoco che brucia la città.
Ma esistono immagini nella memoria dei testimoni, dei pochi ancora vivi.
Il lavoro di Alessio Mazzaro nasce come un'opera per i cittadini di Camporovere e la comunità dell'altopiano. È il ridare l'immagine dell'incendio, il dare a tutti l'immagine che è solo nella memoria di pochi, dei pochi che ne sono testimoni. Riattivare tramite un'installazione sonora la testimonianza e rendere la memoria viva, presente.

Dopo aver scoperto la storia dell'incendio, Alessio Mazzaro si è recato a Camporovere assieme al giovane curatore Amedeo Gheller, per ricercare, incontrare e intervistare i testimoni del lato bruciato e di quello salvato. Da questi incontri e dalle registrazioni delle memorie dei testimoni è nato “Un lavoro per Camporovere”.

Due altoparlanti si confrontano sulla linea di confine tra salvati e bruciati. Uno è posto sulla scala che porta alla chiesa dal lato bruciato del paese, l'altro sulla scala che arriva dal lato salvato.
L'altoparlante dei bruciati, tramite le voci degli intervistati “narra” le immagini del fuoco, i suoni del fuoco, tutte quelle tracce che non esistono fisicamente ma sono fotografie nella loro memoria di testimoni. L'altoparlante dei salvati invece, molto direttamente racconta l'altra realtà, “il fuoco l'abbiamo visto ma noi abitavamo di qua”.
I due altoparlanti nella loro opposizione ricreano lo spazio del paese e il pubblico è invitato a stare al suo interno e ad ascoltare l'immagine del fuoco.

L'intervento audio è incentrato sulla brevità e il montaggio. Per i bruciati poche frasi per ogni testimone rievocano dettagli di immagini e suoni, immagini stappate. Il loro montaggio assieme ricompone un'unica immagine, quasi intera, del fuoco. Per i salvati invece sono state scelte solo due frasi che si ripetono, che ripetono una sorte completamente diversa e la oppongo fisicamente alle altre testimonianze.

Il lavoro si divide in due momenti: un'installazione sonora sulle scale d'ingresso della Chiesa di Camporovere, sabato 6 Settembre, dalle 16:00 alle 18:00 dove sarà possibile ascoltare l'opera pubblicamente, e la trasmissione dell'opera sotto forma di radio dramma da parte di Radio Asiago.
Nei i 5 giorni successi, dal 7 all'11 Settembre, tutti i cittadini dell'altopiano avranno la possibilità di ascoltare e riavere l'immagine dell'incendio, sintonizzandosi sulla frequenza 107,7.

Alessio Mazzaro è nato Dolo in provincia di Venezia nel 1985, vive e lavora tra Padova e Venezia. Ha studiato Ingegneria per l'ambiente e il territorio all'Universita di Padova e di Aberdeen (Uk), e Arti visive all'Università IUAV di Venezia.
Membro e fondatore del collettivo performativo S'odinonsuonare interessato al rapporto tra installazioni sonore interattive e coreografia.
Attualmente performer per il gruppo BarokTheGreat, è stato performer per La Veronal al 42. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia e allievo di Claudio Tolcachir alla Biennale College Teatro 2012. È stato assistente alla 55. Biennale d'arte di Venezia di Petrit Halilaj, artista del padiglione Kosovo.
Ha vinto la borsa di mobilità per giovani artisti italiani Movin Up, del Ministero per i beni e le attività culturali e del GAI, nel 2013 con S'odinonsuonare.
Nel 2014 è stato artista in residenza allo STEIM, Studio for electro-instrumental music di Amsterdam.
Ha esposto recentemente alla 97. Collettiva giovani artisti della Fondazione Bevilacqua la Masa e alla collettiva A Matter of Memory allo Spazio Punch (Ve).
Precedentemente ha esposto alla collettiva Art is Clear as clouds are al Museo Musil di Brescia, ad ArtVerona nella sezione Indipendents3 a cura di Cristiano Seganfreddo e allo Spazio Pelodrilli (Tv).