Informazioni Evento

Luogo
TRIENNALE - PALAZZO DELL'ARTE
Viale Emilio Alemagna 6, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì-domenica 10.30-20.30
giovedì 10.30-23.00

Vernissage
25/11/2014

ore 19

Editori
CORRAINI
Artisti
Ugo La Pietra
Curatori
Angela Rui
Uffici stampa
SEC
Generi
design, personale

Triennale Design Museum presenta la prima grande mostra monografica sul lavoro di Ugo La Pietra dal 1960 a oggi con l’obiettivo di mettere in luce l’aspetto umanistico di questo progettista eclettico.

Comunicato stampa

Triennale Design Museum presenta la prima grande mostra monografica sul lavoro di Ugo La Pietra dal 1960 a oggi con l’obiettivo di mettere in luce l’aspetto umanistico di questo progettista eclettico. Questa mostra si inserisce in un percorso tracciato da Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum, che rivendica la continuità di una ricerca volta a rivalutare i non allineati, gli eretici, i sommersi, da Gino Sarfatti a Piero Fornasetti, via via fino a Ugo La Pietra.

Architetto di formazione, artista, cineasta (e attore), editor, musicista, fumettista, docente, Ugo La Pietra rimane un osservatore critico della realtà, che ha sondato, analizzato, criticato, amato, riprogettato con una profondità rara, disvelando le contraddizioni insite nella cultura e nella società. In termini teorici la sua completa attività - così eterogenea e complessa da risultare di difficile collocazione critica e disciplinare - è da interpretare come una lunga militanza all’interno della categoria dell’anti-progetto.
La sua attività compie oggi mezzo secolo e ha attraversato momenti molto significativi della storia contemporanea, come gli anni Sessanta di una Brera capitale della cultura, gli anni della Contestazione dei Settanta; l’avvento della comunicazione mediatica di massa e i relativi effetti sul mondo domestico e psicologico degli Ottanta.
Ma la parte più inesplorata e allo stesso tempo radicale, è data dalla militanza verso la globalizzazione del mondo, grazie all’avvicinamento in tempi non sospetti al tessuto artigiano lungo tutto il paese, considerato dal mainstream come un non valore più che, come in tempi recenti è stato dimostrato, serbatoio di maestria artigiana e culturale, e alternativa praticabile dal sistema design.

La Pietra fa della quotidianità e dei comportamenti il proprio campo d’azione e discussione, utilizzando se stesso, il proprio corpo, gli amici, la propria casa, la città e il Paese - senza mai tralasciare ironia e sarcasmo - per narrare il rapporto individuo-ambiente. Dove per ambiente non si considera mai il fattore strettamente urbano o ecologico, ma la fenomenologia della realtà, amplificando il significato non solo del contesto progettuale, ma dell’intero bagaglio emotivo, antropologico, esistenziale del nostro stare nel mondo.

Attraverso una selezione di oltre 1.000 opere, la mostra è strutturata secondo un percorso che, dalle origini concettuali del suo pensiero, si “manifesta” attraverso un racconto - per ricerche e sperimentazioni, oggetti e ambienti - che dall’individuo si propaga verso l’osservazione, la riappropriazione, la progettazione dello spazio e della realtà.

La presenza di opere e documenti, accompagnati da materiali audiovisivi e sonori, concorre alla messa in scena della cosmologia progettuale emersa dalla lettura globale della produzione di Ugo La Pietra.

Triennale Design Museum presents the very first comprehensive monographic exhibition of works by Ugo La Pietra, from ‘60s to date, that examines the humanistic side of this eclectic designer. The exhibition is part of a path curated by Silvana Annichiarico, Triennale Design Museum director, which claims the continuity of research aimed to re-evaluate non-aligned, hereticals, underground designers, from Gino Sarfatti to Piero Fornasetti and Ugo La Pietra.
An architect by training but also an artist, filmmaker (and actor), editor, musician, cartoonist and teacher, Ugo La Pietra has always been a critical observer of the real world. He has sounded out, analysed, criticised, loved and redesigned reality with rare insight, revealing the contradictions inherent in culture and society. His entire activity, which is so varied and complex as to be difficult to pin down in theoretical terms of criticism and discipline, should be seen as a long militancy in anti-design.
His career has now spanned half a century, going through significant moments of contemporary history, with Brera as the capital of culture in the sixties, the years of protest in the seventies, and the advent of mass media and their effects on the psychological and domestic world of the eighties.
The most unexplored but also radical aspect was however his militancy towards the globalisation of the world, before the notion had gained ground, by moving towards the world of craftsmanship throughout the country. In those days the mainstream considered it to be more of a non value than a source of manual skills and culture, and the viable alternative for the design system that it has since turned out to be.
La Pietra makes everyday life and conduct his field of action and debate, using himself, his body, his friends, his house, his town and his country – always with a touch of irony and sarcasm – to tell of the relationship between individual and environment. Here “environment” is never considered in strictly urban or environmental terms, but rather as the phenomenology of reality, expanding the significance not only of the design context but also of all the emotional, anthropological and existential baggage it brings into our lives.
With more than 1.000 objects, the exhibition display follows a journey that starts out from the conceptual origins of his ideas to tell a story – through research and experimentation, objects and settings – which extends from the individual towards observation and re-appropriation, and to the design of space and reality.
Accompanied by audio-visual materials, a huge number of works and documents help create a cosmology of design which emerges from a global vision of Ugo La Pietra’s work.