Non ci esponiamo mai
Collettiva d’arte contemporanea a cura di Anna Soricaro. Semplicità ed umiltà messi a nudo in una vetrina in cui stare a guardare.
Comunicato stampa
Semplicità ed umiltà messi a nudo in una vetrina in cui stare a guardare
Espongono: Monica Anselmi, Luigi Bianchini, Silvia Canton, Laura Matteoli
Alda Merini si esprime sulla semplicità in un'esposizione di arte contemporanea che mettere a confronto opere espresse con figurazione e astrazione semplici ma complesse, rese da gesti umili ed ignari della grandezza che li denota. Un'esposizione in cui c’è poco da dire e poco bisogna dire; la semplicità necessita di poche parole: una vetrina in cui ‘stare a guardare’. Un titolo provocatorio scelto appositamente per attirare l'attenzione di un pubblico che è abituato 'a svegliarsi' di fronte al rumore giganteggiante. Alda Merini lamenta il non esporsi dell'uomo: la semplicità dell'arte e degli artisti in mostra evidenziano come servono pochi genuini per esporsi e per essere semplici con classe ed eleganza, lasciando sentire gli odori, estrapolando l'anima di chi crea e catturando quella di chi osserva ritrovando 'verità, dolcezza, sensibilità, amore'. Monica Anselmi, Luigi Bianchini, Silvia Canton, Laura Matteoli riconoscono i propri limiti e li trasformano in forza e vigore tutti all'insegna dell'umiltà. Monica Anselmi è uno spirito creativo che si avvale di continue sperimentazioni lasciando che ogni superficie divenga un diario intimo. La casualità è protagonista insieme ai gesti e al colore, ma mai si lascia completamente andare ponendosi dei margini da non oltrepassare evitando che la sperimentazione divenga stravolgente e consentendo soluzioni finali di grande impatto. Luigi Bianchini è anche lui un grande sperimentatore poichè ogni opera vive di una spinta interna che genera grandi e sorprendenti creazioni che partono dalla semplicità di stropicciare la carta sino al fissaggio e all'espressione finale su tela dove ogni opera è un volo libero e non inseribile in un ambito. Silvia Canton è leggerezza e semplicità rese con gesti rapidi ed intensi tesi spesso alla concettualià: in questa esposizione introduce piccoli puntuali segni di figurazione lasciando che lo sguardo si posi sulla semplice e puntuale descrizione; un'arte raffinata e leggiadra, di grande riflessione. Laua Matteoli vive la pittura come un viaggio armonico tra segni - colore - parole e ritmi musicali secondo un inno di semplicità grandioso; una continua ricerca di bellezza si districa tra toni intensi e vividi poichè la pittura nasce come bisogno ignaro di dove giungerà con la sola consapevolezza che ovunque arrivi si è affascinati dalla gestualità raffinata di una donna così intensa nell'animo.
La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili, di finire alla mercé di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini, quella che ci fa accettare i nostri limiti, che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.
Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose,
catturarne l’anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.
Alda Merini