Pergamene fiorite
L’esposizione si propone come percorso tra i fiori dipinti su pergamena nel Seicento e nel Settecento, per illustrare un aspetto poco noto del collezionismo mediceo con opere che uniscono il fascino poetico e cromatico dei fiori e i loro significati simbolici, all’attenzione della raffigurazione botanica.
Comunicato stampa
Dal 13 settembre fino al 14 dicembre 2014 gli spazi del Museo della natura morta, alla Villa medicea di Poggio a Caiano, ospiteranno la mostra Pergamene fiorite. Pitture floreali dalle collezioni medicee. Curata dalla direttrice della villa, Maria Matilde Simari, allestita da Opera Laboratori Fiorentini-Civita Group e corredata dal catalogo bilingue edito da Sillabe, l’esposizione si propone come percorso tra i fiori dipinti su pergamena nel Seicento e nel Settecento, per illustrare un aspetto poco noto del collezionismo mediceo con opere che uniscono il fascino poetico e cromatico dei fiori e i loro significati simbolici, all’attenzione della raffigurazione botanica.
“Il valore di questa riscoperta – afferma Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino - sta anche nell’evocare la voga che si affermò tra la nobiltà fiorentina e specialmente nell’ambito della corte medicea, in pieno Seicento, di arredare interi ambienti con una fitta tessitura di “quadretti di miniatura” di soggetto naturalistico. Solo la pittura su pergamena –a lungo detta miniatura per la finezza calligrafica della stesura – ha infatti la proprietà di spandere intorno una sorta di tenue luce interiore, che attraversa le tinte sovrapposte rendendole diafane e preziose. Benché il repertorio sia quasi lo stesso del commesso di pietre dure, e l’epoca di massimo sviluppo sia il pieno Seicento per entrambi i generi creativi, si è al capo opposto dell’effetto estetico: quanto gli animali e i vegetali del commesso appaiono compatti, saldamente inseriti in tenebrose lastre di paragone o di nero del Belgio, tanto sono lievi e quasi aeree le forme campite a tempera che si spiccano dai pallidi fondali”.
“La mostra si configura come un piccolo tassello – aggiunge Maria Matilde Simari, Direttrice della Villa medicea di Poggio a Caiano - che s’inserisce nel grande panorama della natura morta toscana dove tante figure minori, che furono però importanti agenti diffusori di un genere, devono essere ancora studiate o approfondite; con questa mostra si fa luce su alcuni di questi artisti con notizie biografiche ed opere inedite.
Le pergamene presentate sono abitualmente conservate in diverse collezioni dei musei statali fiorentini (Galleria Palatina, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Educandato della SS. Annunziata al Poggio Imperiale, Villa di Poggio a Caiano) e, per problemi conservativi, raramente sono esposte al pubblico.
L'elemento comune delle pergamene esposte sta nella presenza di fiori dipinti, raccolti in superbi mazzi o in delicati bouquet, oppure accompagnati di frutti o da volatili, così come raffigurati solitari nella loro cadùca bellezza. I fiori, dunque, nelle varietà coltivate e spontanee, negli esemplari rari o comuni e con i loro simboli talora nascosti, sono i protagonisti di questa rassegna.
Sia nella mostra, sia nel catalogo curato da Maria Matilde Simari e da Elisa Acanfora, le opere esposte sono accompagnate da grafici esplicativi che permettono di individuare in modo puntuale le varietà floreali, grazie agli studi appositamente effettuati da Paolo Luzzi dell'Orto Botanico di Firenze.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Per tre mesi nelle sale della Villa medicea di Poggio a Caiano, si potranno ammirare 26 pitture di fiori eseguite su pergamena che testimoniano un genere che ebbe grande successo nel XVII secolo e che finora non era stato organicamente preso in esame dalla critica e dagli studi.
Il supporto compatto della pergamena o carta pecora – come tradizionalmente veniva chiamata – consentiva una definizione lenticolare e cromaticamente variegata del soggetto raffigurato: le cromie stese sulla pergamena conservavano densità e consistenza, molto più che sulla carta, e il disegno poteva avere la precisa definizione di una miniatura.
Negli inventari antichi questi dipinti venivano definiti “quadretti di miniatura”, congiungendo l’idea di un tipo di pittura minuziosa e per tradizione di piccolo formato (utilizzata anticamente per ornare i manoscritti) al concetto di quadro, pittura che ha invece una sua autonomia di rappresentazione.
I “quadretti di miniatura” affollavano le pareti di alcune ville medicee – soprattutto la Villa di Poggio Imperiale - ed erano oggetto di appassionato collezionismo da parte di alcuni personaggi medicei, Vittoria della Rovere e Violante di Baviera in primis.
I dipinti su pergamena esposti alla mostra Pergamene fiorite nella Villa di Poggio a Caiano coprono un arco cronologico all’incirca di un secolo, dai primi decenni del Seicento ai primi decenni del Settecento e mostrano un aspetto particolare e raffinato del vasto panorama della Natura morta toscana: la pittura di fiori su pergamena. In questo genere le qualità cromatiche compatte e dense si univano alla precisione scientifica della resa puntuale della specie botanica.
GLI "AUTORI" DELLE OPERE
Dalla metà del secolo XVII, nelle pergamene dipinte con fiori provenienti dalle collezioni medicee si accresce la cura descrittiva e la lucida resa delle specie botaniche raffigurate. La presenza a Firenze di della celebre miniatrice ascolana Giovanna Garzoni, dal 1642 e fino al 1651, lasciò sicuramente un segno indelebile nella cultura artistica fiorentina che assorbì e fece proprio il modo analitico di osservare le specie naturali. Fondamentale fu anche l’attività di ricerca e sperimentazione dell’Accademia del Cimento (1657-1667) che indirizzò gli artisti fiorentini di natura morta verso l’attenzione al dato naturale. D'altra parte a Firenze già esisteva una tradizione di attenzione alla descrizione botanica giacchè già la pittura di Jacopo Ligozzi nella seconda metà del Cinquecento aveva lasciato un segno incisivo.
Sono presenti in mostra alcune splendide pitture su pergamena di Giovanna Garzoni (1600-1670) con variegati mazzi di fiori, oltre a pergamene dipinte da Lorenzo Todini (1646 - fine del sec. XVII), dalla monaca benedettina suor Teresa Berenice (al secolo Luisa Maria Vitelli, 1687-1738) e da aristocratici appassionati della pittura di fiori quali Alessandro Marsili e Ferdinando Narvaez, agli inizi del Settecento. Nomi noti e meno noti esemplificano il successo riscontrato da questo genere pittorico per oltre un secolo.
Incuriosisce in particolare la figura di Suor Teresa Berenice i cui dati biografici sono stati individuati nel corso delle ricerche per questa mostra dove si espongono diverse sue opere inedite. Luisa Maria Vitelli, appartenente ad una grande famiglia aristocratica legata alla corte granducale, prese i voti nel monastero di Santa Apollonia a 16 anni lasciando il suo patrimonio ai cinque fratelli minori, trascorse poi tutta la vita nel monastero dedicandosi alla raffigurazione di fiori, frutti e uccelli su pergamena conciliando la piacevolezza estetica alla precisione scientifica.