Massimiliano Lo Russo – No comment
Calabrese d’origine, toscano d’adozione, Lo Russo presenta un ciclo di personaggi eterogenei tutti accomunati da un singolo dettaglio: il bavaglio che “tappa” la bocca.
Comunicato stampa
Duplice lettura per questa personale che porta l’arte di Massimiliano Lo Russo a Vigevano.
Calabrese d’origine, toscano d’adozione, Lo Russo presenta un ciclo di personaggi eterogenei tutti accomunati da un singolo dettaglio: il bavaglio che “tappa” la bocca.
Duplice chiave di lettura poiché “no comment” può essere interpretato in due diverse sfumature: come precisa volontà di un individuo di non esprimere un’opinione a riguardo o come, più grave, un’imposizione, una negazione di quella libertà di espressione che crediamo caratterizzi la nostra società.
Addirittura potremmo dare un’ulteriore interpretazione a queste due semplici parole: un bisogno incondizionato di mancanza di commenti. Nell’odierna società dei social media, troppo abituati a bombardamenti di informazioni, potremmo avere il bisogno di silenzio; in questa chiave il silenzio non è solo una scelta, ma un bisogno.
Dal bambino all’adulto, di qualsiasi etnia, di qualsiasi Paese, Massimiliano Lo Russo imbavaglia i suoi personaggi elevandoli a simbolo dell’intera umanità.
La sua matrice writer è evidente sotto due aspetti fondamentali: le grandi campiture in acrilico entro un disegno lineare e semplice, e il supporto apparentemente di fortuna; principalmente infatti, Lo Russo lavora su materiali di riuso che, tramite la sua arte, rivivono in forme artistiche originali.
Colori accesi si stagliano su sfondi perlopiù neutri che aiutano a valorizzare il soggetto silenzioso di ogni opera.
La semplicità del tratto rende immediata la comprensione più superficiale di ciò che si osserva, ma solo dopo aver visto l’intera esposizione, si arriva ad una consapevolezza più profonda del messaggio implicito.
Oltre alla tecnica e ai supporti, ciò che caratterizza un vero street artist è il messaggio, prevalentemente di denuncia, che l’opera deve veicolare. Così Massimiliano Lo Russo attraverso il simbolo del bavaglio vuole denunciare la mancanza di una libertà di espressione che dovrebbe, invece, essere sacra.
Ogni personaggio di questo esercito del silenzio è accomunato a tutti gli altri per un altro fondamentale dettaglio: uno sguardo inespressivo che non permette nessuna trasmissione di emozioni, e non aiuta a conoscere i singoli individui.
Al silenzio si aggiunge quindi, un’incapacità di esprimere il proprio io, di esprimere se stessi attraverso la parola, lo sguardo, o qualsiasi mezzo sia a nostra disposizione.
Massimiliano Lo Russo vuole dunque condurre lo spettatore attraverso un cammino silenzioso che permetta ad ognuno di noi di capire quanto effettivamente siamo liberi e quanto siamo disposti a lottare per guadagnarci tale libertà.
A volte il nodo del bavaglio può sciogliersi e lasciarci parlare, ma abbiamo davvero qualcosa da dire?
CM