Ofri Cnaani – Not I
Il titolo si riferisce all’omonimo monologo di Samuel Beckett del 1972, un breve discorso drammatico, rotto, un torrente incontrollabile di parole in bilico tra dolore e piacere, carnalità e trascendenza, sul sé e il fuori da sé.
Comunicato stampa
La Galleria Marie-Laure Fleisch è lieta di annunciare "Not I", prima mostra personale a Roma dell’artista newyorkese Ofri Cnaani. Il titolo si riferisce all’omonimo monologo di Samuel Beckett del 1972, un breve discorso drammatico, rotto, un torrente incontrollabile di parole in bilico tra dolore e piacere, carnalità e trascendenza, sul sé e il fuori da sé.
“She was not suffering … imagine! … not suffering! … indeed could not remember … off-hand … when she had suffered less … unless of course she was … meant to be suffering … ha! … thought to be suffering… just as the odd time … in her life … when clearly intended to be having pleasure.” (Beckett, Not I, 1973).
L’estasi è infatti l’oggetto di ricerca di Ofri Cnaani, intesa come idea dell’uscire dal proprio corpo per entrare in uno stato di beatitudine e straniamento. Mettendo insieme un’antologia di immagini e testi, provenienti da culture di diverse estrazioni sociali, Cnaani raccoglie storie di individui storici, di gruppi di appartenenza, luoghi e ambientazioni di viaggi esperienziali fuori dal proprio corpo, siano essi episodi mistici, sessuali, psicoanalitici o artistici.
In mostra un’installazione ambientale composta da artigianali proiettori e macchine luminose che creano un mondo di ombre e di bizzarri elementi mobili, in un’atmosfera protomeccanica magica. A dispetto della cinematografia più classica, la struttura scultorea dell’installazione non tenta in alcun momento di nascondere i mezzi di produzione, dando la stessa importanza al proiettore quanto all’immagine proiettata nel tentativo di esplorare la tensione tra realtà, illusione e i meccanismi del mostrare. Con allusioni alla storia dell'arte e al cinema delle origini, le immagini presentano situazioni che oscillano tra il giocoso e il violento, rimandando ai rapporti di potere e ai ruoli di genere nella storia e nella società odierna.
Parte integrante del lavoro presentato in galleria sarà una performance la sera dell’inaugurazione. Ofri Cnaani ha invitato alcune donne di professioni differenti a visitare la mostra e a raccontare la visione che ne hanno della stessa nonché la propria esperienza in relazione all’estasi e alla sua rilevanza nella società contemporanea. Sempre alla ricerca di nuovi strumenti didattici, Cnaani utilizza la “visita guidata” come mezzo per dare inizio al dialogo, sfruttando altresì un evento sociale come l’inaugurazione per alimentare dibattiti e scambi culturali. Le diverse letture dell’opera con l’utilizzo di terminologie proprie di ciascuna professionalità genereranno una narrazione a tratti dissonante, a metà tra finzione e realtà.
In un mondo in cui sempre più persone si sentono distanti dalla vita e incapaci di provare emozioni, l’estasi si pone quale metodo per provare un’esperienza del mondo totalizzante, mentale e fisica allo stesso tempo. "Not I" ha dunque l’ambizione di creare le condizioni per un viaggio interattivo che ci porti a riflettere su come sia possibile raggiungere un alto livello emozionale nella società odierna.