Susy Manzo – Giochi di ruolo

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA FRANCESCO ZANUSO
Corso Di Porta Vigentina 26, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da Lunedì a Venerdì 15.30 / 19.00 e al mattino su appuntamento

Vernissage
01/10/2014

ore 18

Artisti
Susy Manzo
Curatori
Angela Di Lavore
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra è una tappa riassuntiva di un progetto più ampio che l’artista milanese porta avanti dal 2012: i ruoli di genere. Maschile e femminile sono la grossolana spartizione che dai giochi infantili arriva alla caratterizzazione adulta.

Comunicato stampa

Inaugura mercoledì 1 ottobre alle ore 18.00, alla Galleria Francesco Zanuso, la prima personale a Milano dell’artista Susy Manzo. La mostra è una tappa riassuntiva di un progetto più ampio che l’artista milanese porta avanti dal 2012: i ruoli di genere. Maschile e femminile sono la grossolana spartizione che dai giochi infantili arriva alla caratterizzazione adulta.

Partendo dall’osservazione dei giochi dell’infanzia, Manzo racconta, questo mondo, in immagini nitide, esecutivamente perfette, ripulite in apparenza da ogni intromissione emotiva e, in particolare, recupera l’eco delle filastrocche tradizionali, così come si è impresso nell'inconscio individuale e collettivo.
L’artista tesse il racconto di come la memoria sepolta di queste sonorità indirizzano i complessi comportamenti individuali verso uno stereotipo di genere che esclude, rimuovendolo, il desiderio personale, che avvilito e colpevolizzato si cristallizza nella fisionomia del diverso. Diversità che, considerata inaccettabile per i canoni prescrittivi della società patriarcale, si incista patologicamente nell’animo come una colpa, sino a farci sentire estranei a noi stessi.

L’immagine di una donna giovane, ferma nell’età in cui ha raggiunto pienamente il suo valore e la sua forza, composta e consapevole della propria bellezza, della piena capacità di procreare, del suo potere di seduzione, è presente, sempre uguale a se stessa, nella serie dei lavori a olio, in cui il colore è trattato con levità e stesura sottile. Donne dai capelli ben pettinati, sfacciatamente rossi come a rilevare un’indomabilità a qualsiasi regola repressiva imposta, descrivono i ruoli con distacco e freddezza, talvolta ironizzando sottilmente con eleganza. Non c’è biografismo nelle immagini, o forse c'è, ma la scomposizione prismatica all’infinito di una figura femminile sempre uguale, di una bellezza regolare, è un gioco. Il gioco dei “ruoli di genere” in cui è la società che attribuisce le parti.

La serie dei lavori a grafite e matite colorate su carta vellum, in cui il paper-cutting del cartoncino sovrapposto realizza un intaglio la cui perizia e delicatezza rimanda al ricamo antico, ci immergono nella dimensione delle favole, in un mondo di magia dove l’inquietudine e l’angoscia, dovute alla presenza dell’orco (che seppur non rappresentato è sempre in agguato), serpeggiano e si mimetizzano in una trina d’intreccio di fili sottili.
Un invito a perdersi nella bellezza di principesse dalle trecce ramate sinuose come serpenti, di “castelli in aria”, di torri, poggiati lievemente su zolle erbose che vagano nell’universo come mondi perduti.
Angela Di Lavore