Spazio 121
Spazio 121 è un nome che da qualche anno significa, per la città di Perugia, possibilità di incontro artistico. Luogo fisico e simbolico, è stato fondato dal pittore e scultore Pippo Cosenza per condividere esperienze d’arte, dare e avere l’opportunità di esporre, incontrare nuovi protagonisti e maestri consolidati, stringere rapporti e nuove collaborazioni. Questa esposizione conferisce evidenza proprio a tale realtà.
Comunicato stampa
Spazio 121 è un nome che da qualche anno significa, per la città di Perugia, possibilità di incontro artistico. Luogo fisico e simbolico, è stato fondato dal pittore e scultore Pippo Cosenza per condividere esperienze d’arte, dare e avere l’opportunità di esporre, incontrare nuovi protagonisti e maestri consolidati, stringere rapporti e nuove collaborazioni. Questa esposizione conferisce evidenza proprio a tale realtà, inserendola in quel novero di esperienze che in assenza di supporto istituzionale opera autonomamente: perché così è sempre stato; perché mai un artista può fermarsi; perché le idee non hanno barriere. La cosa davvero significativa è la possibilità offerta oggi dalla Provincia di Perugia, lo spazio del CERP, ambito da tutti gli artisti per allestire importanti mostre personali, diventa adesso il luogo per una personale anomala, perché non si tratta di un singolo autore, ma un collettivo intero, rappresentato in questo specifico momento da dodici artisti – Paolo Ballerani, Stefano Chiacchella, Pippo Cosenza, Silvano D’Orsi, Arnhild Kart, Lughia, Paolo Massei, Michela Meloni, Francesco Pujia, Ferruccio Ramadori, Pierpaolo Ramotto, Rolando Zucchini –, ma comprendente molte altre voci. Spazio 121 opera tutto l’anno organizzando mostre e workshop, e lo fa nei propri locali di via Fedeli, ma anche in location esterne, attestando una vivacità espositiva di notevole dinamismo. Non si tratta di una novità, ricordiamo che a Perugia è presente da ben venticinque anni l’associazione Trebisonda, che tante mostre ed eventi artistici ha organizzato e molti tutt’oggi ne organizza. Parimenti, sebbene molto più recente, opera a Deruta la Freemocco’s House di Attilio Quintili, associazione che utilizza un semplice apparta- mento dove artisti, locali e non, vengono invitati ad allestire mostre/happening di una sera o più, favorendo una sincera riappropriazione della libertà espressiva. L’auspicio di questa mostra, quindi, è di non commettere sempre lo stesso errore, cioè lasciare che il presente ci sfugga. Dare attenzione a queste realtà significa osservare e registrare la storia mentre accade, non aspettare che la memoria si perda nei ricordi. Qui gli artisti propongono la loro visione del mondo, che non è solo quella che finisce nei grandi circuiti, perché la storia dell’arte non segue un’unica direzione. Oggi lo Spazio 121 offre la propria platea di pittori, scultori, artisti il cui linguaggio è ancorato alla tradizione di genere. Sono contemporanei e tradizionali al tempo stesso. Lavorano con le tele, i pennelli, il colore; scolpiscono la pietra, lavorano il legno, l’acciaio, il ferro. Parlano della sapienza artigianale unita alla creatività artistica. C’è la scuola delle competenze, la consapevolezza che la Regola sia la tecnica, perché l’Arte è l’eccezione. La giusta convinzione che alla base di tutto vi sia la conoscenza del “mestiere”, e solo dopo potrà intervenire questa musa misteriosa chiamata Arte, capace di rendere un disegno non solo matita, un dipinto non solo colore, una scultura non solo materia. Ma all’orizzonte altre espressioni attendono di essere portate a conoscenza, e ci auguriamo che questo accada. Altre esperienze, altri gruppi, altri mondi; perché l’arte non si ferma mai alla prima stazione.
Andrea Baffoni