Uno più uno uguale tre – Pierpaolo Campanini
Mostra personale.
Comunicato stampa
Ettore Favini: Ciao Pierpaolo, mi fa piacere che tu abbia accettato il mio invito, vorrei farti due domande
molto dirette che aiuteranno il pubblico ad entrare in contatto con il tuo lavoro. Raccontami il tuo rapporto
con la pittura.
Pierpaolo Campanini: La pittura oggi per me è solo un desiderio. La pittura non è la prima cosa che ho fatto
non è l'origine . Ho cominciato a farla più tardi ma l'ho desiderata veramente molto tempo dopo! Tuttavia
essa ha portato un certo disordine nei miei pensieri organizzati, ma c'è voluto tempo.
Nel disordine piano piano sono emersi aspetti seppelliti nella memoria, argomenti tralasciati in
conversazioni dimenticate, cose viste con la coda dell'occhio. Ultimamente ricompaiono i gerani che mia
madre coltivava ben prima che delle piante mi importasse qualcosa. I gerani della mamma crescevano come
rampicanti dato che mai venivano rinnovati e rimanevano per anni nello stesso vaso. Erano piante vecchie.
Talvolta mi ricompare questa immagine quando dipingo. Faccio i conti con una specie di ricordo e di
nostalgia che un tempo avrei scacciato violentemente. In questa mostra presento un quadro con un
cespuglio di acanto. Questo è un cespuglio che ho già dipinto più volte . La pianta di acanto vive bene
all'ombra ma il mio sta al sole cocente, è nato lì e subisce continui shock idrici per il luogo caldissimo.
Questa pianta è una scultura.
E.F. Quando è stato il primo momento che sei entrato in contatto con l'archeologia?
P.C. Alcuni anni fa ero interessato alle tecniche orafe come la granulazione e la filigrana.
A Bologna presso la collezione etrusca del Museo Archeologico ci sono esempi bellissimi di fibule a
granulazione. Una in particolare la ricordo bene. Potrebbe raffigurare una sanguisuga è molto piccola mi
ricorda molto le sculture in bronzo di Quinto Ghermandi.
uno più uno uguale tre
Quando ho pensato di realizzare questa mostra ho immaginato subito ad una chiesa, perché l'arte dovrebbe
ritornare ad uno stato di contemplazione silenziosa delle opere, in un luogo che sia legato in qualche modo
con una dimensione “altra”. La pittura spesso bistrattata e demonizzata ma è una delle forme più
intellettuali di fare arte oggi.
Ho invitato così quattro pittori di diverse generazioni, a me vicini per varie ragioni.
Considero questa mostra un'opera che, anziché parlare in modo autonomo, potesse conferire un ulteriore
grado di lettura ad altre opere, creando un rapporto particolare con il pubblico.
Una mostra che offra la possibilità dell'incontro uno a uno con l'opera senza essere distratto da troppi
elementi.
La scelta del luogo é caduta sulla ex chiesa di San Lorenzo, sede del Museo Archeologico, è una delle chiese
più antiche che oggi sono presenti a Cremona. Durante gli scavi archeologici al suo interno sono venute alla
luce una necropoli paleocristiana e una romana, oltre all'antica via Postumia che attraversava tutto l'impero
romano. Ecco quindi che questo luogo diventa la metafora perfetta della pittura, un luogo a strati come
velature di olio su una tela.
Biografie:
Pierpaolo Campanini (1964 Cento, Ferrara)
La sua pratica artistica trova origine nella realizzazione di ibride composizioni scultoree, fatte di oggetti
ordinari assemblati in precario equilibrio. Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre personali e
collettive in prestigiosi musei in Italia e all’estero, tra cui Museum of Contemporary Art (Chicago), MAXXI
(Roma), Le Consortium (Chicago), Fondazione Querini Stampalia (Venezia).
Ettore Favini (1974 Cremona)
Gli interventi di Favini sono organici nel senso che non restano immutabili ma al contrario, cambiano nel
tempo e nello spazio in cui si trovano a reagire. Senza alcuna modifica meccanica Favini interroga tempo,
memoria e paesaggio. Ha esposto tra gli altri: SongEun Art Space, Seoul; Futura Space, Praga; ISCP New York,
Italian Academy, NY; American Academy, Roma; Villa Medici, Roma; Galleria d'Arte Moderna Milano.