Omaggio a Giovanni Paolo II
La rassegna presenterà alcune reliquie appartenute al Santo Padre e i presepi allestiti durante il suo pontificato.
Comunicato stampa
ROMA, 25 SETTEMBRE 2014 – Un omaggio a Papa Giovanni Paolo II con una mostra che lo ricorda, composta da alcune delle più significative reliquie e da una collezione di presepi di Piazza San Pietro e dei Palazzi Vaticani.
È questo il contenuto della rassegna che si terrà dal 16 ottobre 2014 al 2 febbraio 2015 al museo Checco Costa, nell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola dal titolo: “Omaggio a Giovanni Paolo II, i presepi di Piazza San Pietro e le reliquie del Santo”.
La scelta del luogo non è casuale, ma risponde a tre diverse esigenze: la possibilità di esporre pezzi di grandi dimensioni nelle capienti sale del museo, le favorevoli condizioni logistiche e di raggiungibilità, infine l'evocazione della sede stessa nella quale nel maggio 1986 il Santo Padre incontrò migliaia di persone e di giovani nell'ambito della sua storica visita a Imola e in Romagna.
In occasione della recente canonizzazione di uno dei Papi più amati della storia della Chiesa, questa mostra assume un significato simbolico e iconico che va ben oltre quello non meno importante legato alla storia e alla divulgazione della vita di Karol Wojtyla e rappresenta l’ideale e commosso prolungamento di una forte e consolidata tradizione di fede.
Grande impatto avranno sicuramente le reliquie appartenute al Santo Padre: in una cappella, ricreata per l’occasione all’interno dell’Autodromo, per garantire maggiore riservatezza e raccoglimento per i fedeli che arriveranno da tutto il mondo, sarà esposta un’ampolla con il sangue del Santo, un suo prezioso rosario, una papalina e parte di una veste da Lui indossata negli ultimi tempi.
L’attenzione sarà però focalizzata sui presepi, che nella storia del Pontefice polacco sono sempre stati un punto fermo. Fu in occasione del Natale 1982 che Papa Giovanni Paolo II ebbe per la prima volta l’intuizione di un imponente presepe da realizzarsi ai piedi del grande obelisco egizio che si innalza al centro di Piazza San Pietro. Nell’autunno del 1999, poi, alle soglie del grande Giubileo dell’Anno Duemila, Giovanni Paolo II volle dare un nuovo impulso a questa tradizione decidendo di trasformare radicalmente la messa in opera del presepio di Piazza San Pietro. L’incarico venne affidato all’Architetto Angelo Molfetta che, negli anni successivi, ebbe la responsabilità, il compito e l'onore di progettare e curare, su istanza della Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato della Città del Vaticano, i presepi di piazza San Pietro dal 1999 al 2004/2005, anno in cui venne a mancare il Santo Pontefice. Presenti in mostra anche i molti presepi che nel contempo vennero allestiti per i Palazzi e le stanze Vaticane.
La mostra è esposta per la prima volta in Italia dopo aver avuto luogo con notevole successo in prestigiose sedi internazionali: a New Haven (Connecticut, U.S.A.), all'Istituto Italiano di Cultura di New York (U.S.A.), al Museo del Bicentenario, Casa Rosada, Buenos Aires (Argentina), infine negli spazi del Parlamento Europeo di Bruxelles (Belgio).
L’esposizione, nel dettaglio, si articola più precisamente in quattro sezioni: nella prima, intitolata “I Presepi di piazza San Pietro”, sono presentati i modelli dei presepi realizzati nell’emiciclo Berniniano antistante la Basilica Vaticana.
Nella seconda sezione sono presentati i presepi de “Le Natività della Collezione Vaticana sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II” dove vengono esposti i presepi che, nel corso del pontificato di Giovanni Paolo II, vennero realizzati e collocati nei Palazzi e stanze Vaticane.
La terza sezione è invece così titolata: “Karol Wojtyla e il natale polacco”. Essa racconta lo speciale e affettuoso legame dell’allora Cardinale Wojtyla con la rappresentazione della Natività. Vi sono pertanto esposti alcuni tipici presepi della tradizione polacca tra i quali le caratteristiche Szopka cracoviensi, le Natività intagliate nel legno tipiche dei monti Tatra dove il Santo Padre amava sciare e un singolare presepio scolpito nel carbone, proveniente dalle miniere di Auschwitz-Oswiecim.
Quarta ed ultima sezione della mostra quella dal titolo “Giovanni Paolo II a Imola”: essa ripercorre la storica visita del maggio ‘86 del Santo Padre nella città di Imola, avvenuta nell’Autodromo Dino ed Enzo Ferrari dove ebbe modo di incontrare le migliaia di giovani presenti.
Monsignor Tommaso Ghirelli, Vescovo di Imola, esprime grande soddisfazione per la realizzazione di questa mostra: “Imola ospita una mostra sul grande Giovanni Paolo II. E’ un evento culturale che si carica anche di significato ecclesiale, perché la devozione popolare verso “il Papa dei giovani” sta crescendo, essendo ben radicata nella nostra inquieta generazione. Non mancherò di valorizzarlo, sia collaborando con gli organizzatori – persone di notevole esperienza e sensibilità – sia promovendo delle celebrazioni liturgiche e delle conferenze divulgative”. Prosegue monsignor Ghirelli: “Ritengo che questa sia un’occasione speciale, nella quale l’impronta lasciata da Giovanni Paolo II con la sua visita del 9 maggio 1986 potrà ulteriormente approfondirsi, entrando nel sacrario dell’identità ecclesiale e civica di Imola. Anche il legame particolare con la Nazione polacca, formatosi in occasione della Liberazione e alimentato nell’ultimo ventennio dalla presenza di numerose lavoratrici domestiche, avrà modo di rinsaldarsi. Accolgo quindi la mostra come un’opportunità da non perdere e un dono postumo dello stesso Papa che per ultimo ha visitato la nostra città”.
Nel solco di questa tradizione prende parte a questo importante evento anche Fondazione AVSI, ong attiva in 37 paesi del mondo da più di 40 anni e legata al territorio romagnolo fin dalla sua nascita a Cesena. AVSI in questo momento storico in cui i conflitti assumono sempre più le sembianze di scontri tra culture e religioni, vuole promuovere una cultura del dialogo e della pace tanto cara a Papa Giovanni Paolo II. Ricordando il terribile conflitto che sta infiammando in questi mesi il Medio Oriente, che è diventato teatro di quella che il Papa Francesco ha definito “terza guerra mondiale a pezzi”, AVSI promuove una raccolta fondi a sostegno dei profughi iracheni, in gran parte cristiani, che hanno trovato rifugio nell’area di Erbil, nel Kurdistan, in seguito agli scontri tra Stato Islamico e milizie curde nel nord-est dell’Iraq, per restituire loro condizioni di vita dignitose.