Anselmo Bucci – Jeunesse

Informazioni Evento

Luogo
MAC - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
Viale Elisa Ancona, 6 20851, Lissone, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Martedì, Mercoledì, Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23
Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19

Vernissage
25/10/2014

ore 18,30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Anselmo Bucci
Curatori
Alberto Zanchetta
Uffici stampa
CLP
Generi
arte contemporanea, personale

Riprendendo una tradizione dello storico Pre-mio Lissone, che negli anni Sessanta dedica-va piccole ma significative mostre retrospet-tive ad artisti come Atanasio Soldati, Osvaldo Licini e Mario Sironi, in occasione del Premio Lissone 2014 si è deciso di allestire una sala con una decina di opere di Anselmo Bucci [Fossombrone, 1887 – Monza, 1955].

Comunicato stampa

Riprendendo una tradizione dello storico Pre-mio Lissone, che negli anni Sessanta dedica-va piccole ma significative mostre retrospet-tive ad artisti come Atanasio Soldati, Osvaldo Licini e Mario Sironi, in occasione del Premio Lissone 2014 si è deciso di allestire una sala con una decina di opere di Anselmo Bucci [Fossombrone, 1887 – Monza, 1955]. L’espo-sizione intende commemorare l’amore per le arti pittoriche e incisorie di questo importante maestro del secolo scorso; omaggio che ha anche una ragione storicistica riconducibile alla provincia briantea, in quanto l’artista si era trasferito per breve tempo a Monza, nel 1904, per poi trascorrervi i suoi ultimi anni di vita.
Artista pluripremiato e poliedrico, Bucci è sta-to un pittore eccelso, un instancabile disegna-tore, un formidabile incisore e uno stimato scrittore, oltre che un assiduo viaggiatore, cu-rioso e onnivoro, proprio come il suo sguardo. Nelle numerose scorribande, dalla Francia al Belgio, dall’Olanda all’Algeria, l’artista non trascurò di girare in lungo e in largo anche il Bel Paese, traendone un memorabile Voyage en Italie. Cronista dei grandi conflitti mondiali, Bucci ha conosciuto i più importanti prota-gonisti del XX secolo, associando una buona parte della sua nomea al gruppo Novecento – la cui definizione è riconducibile proprio a lui – abbandonandone però anzitempo le fila, trovandosi in disaccordo con l’ideologia pro-fessata dalla Sarfatti. Malgrado Bucci abbia scontato nel secondo dopoguerra un immoti-vato ostracismo da parte dei critici e dei mer-canti d’arte, rivedere le sue opere a distanza di tempo è una giusta e utile occasione per apprezzarne i solidi e severi valori pittorici, la figurazione monumentale e celebrativa, quel fiero nazionalismo che si opponeva agli speri-mentalismi avanguardistici.
Le opere scelte per l’esposizione lissonese appartengono agli anni degli esordi, in parti-colare al soggiorno parigino, come testimonia L’autoritratto a 22 anni del 1909. A questo periodo si ricollega anche il disegno di Ame-deo Modigliani dedicato “all’amico Bucci” che suggella il legame tra questi e il filosofo Mario Buggelli (è nel novembre del 1906 che i due, affiancati dall’amico Leonardo Dudreville, si avventurarono alla volta di Parigi, allora ca-pitale mondiale dell’arte). Relativi alla fase fauve e simbolista del nostro peintre et écrivain, i dipinti denotano un’impostazione classica, innervata però da una forte aspre-sività e da un’invidiabile sapienza coloristica. Profondo estimatore dei pittori antichi, il giovane Bucci dà così prova di quella libertà fiera e feconda che ne caratterizzerà tutta la produzione successiva. I paesaggi, i ritratti e i motivi simbolisti qui esposti – tutti antecedenti alla prima mostra del gruppo Novecento, tenutasi nel 1923 a Milano, presso la galleria di Lino Pesaro – ci permettono di assaporare quella “devozione al mestiere” cui l’artista è sempre stato fedele, sia in punta di pennello sia quando ricorreva alla puntasecca.