Moira Ricci – Dove il cielo è più vicino
“Dove il cielo è più vicino” è una traiettoria dello sguardo, una tensione, un desiderio. Come tutti i movimenti rivolti in questa direzione, può riuscire solo portando il peso verso terra.
Comunicato stampa
"Dove il cielo è più vicino" è una traiettoria dello sguardo, una tensione, un desiderio. Come tutti i movimenti rivolti in questa direzione, può riuscire solo portando il peso verso terra. Per salire è necessario assicurarsi una base solida. Lo sanno bene gli alberi che per crescere hanno bisogno di radici salde, lo sanno gli alpinisti che hanno bisogno di punti fermi per procedere nella loro ascesa, lo sanno tutti quelli che saltano, che danzano, quelli che provano a guarire, quelli che provano a volare, quelli che pregano, sognano, quelli che vogliono cambiare, quelli che vogliono scappare, per tutti è un passaggio necessario.
Chi vuole andare verso il suo cielo deve nutrire la sua terra, curarla, renderla feconda, come potrebbe essere altrimenti? Ma cosa succede quando questo non è più possibile?
Lartista come sempre parte dalla sua esperienza personale e conosce bene gli esiti di questa domanda.
Al centro di questo lavoro la terra, la terra in crisi, sempre meno coltivata, sempre più abbandonata dai contadini che non riescono a sostenersi con il loro lavoro. Il padre, lo zio e un cugino sono rimasti gli unici della sua famiglia, vivono questa condizione e non intendono lasciare il podere per non mancare di rispetto alle fatiche delle generazioni precedenti. Che fare?
"Dove il cielo è più vicino", dice lartista è una preghiera al cielo, ma anche una minaccia a chi ci controlla dall'alto, è un ritratto di poderi che hanno perso la loro identità e il loro significato, è un tentativo di fuga e allo stesso tempo l'incapacità di metterla in atto.
In mostra tre lavori che interagiscono poeticamente con questa condizione.
Una serie fotografica di case dislocate in poderi assegnati dall'Ente Maremma durante la bonifica, case che l'artista, cancellando le porte e le finestre, ha trasformato in testimoni inerti di questa condizione.
Poi due video, la situazione si anima, grandi lavori in corso, desideri.
Il primo è una visione dall'alto di due grandi cerchi infuocati che si rifanno alla leggenda inglese del diavolo mietitore, realizzati con lo stesso aratro che si usa per rigenerare la terra. Il secondo documenta le fasi di lavorazione per costruire con il padre, amici e familiari, una sorta di trebbia-astronave per andare via, un tentativo destinato a non riuscire ma che nel fallimento di questo obbiettivo apre uno spazio per darsi da fare qui, con quello che cè, adesso, insieme...
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Moira Ricci è nata a Orbetello nel 1977, vive e lavora in Italia. Il suo lavoro (fotografia, video, installazione) spesso d'impronta autobiografica, indaga i temi dell'identità individuale e sociale, della storia familiare, della casa e del legame originario con il territorio, intrecciando invenzione tecnologica a riscoperta dell'immagine di appartenenza popolare. Premi: Primo premio Riccardo Pezza, (2000); Location1's International Residency Program, New York (2007); XXIII Edizione Premio Gallarate Pezza (2009); Selezionata a Discovery Award, Les Rencontres D'Arles Photography (2009). Mostre personali: "Per sempre con te fino alla morte", Galleria D'Arte Contemporanea Laveronica, Modica- Ragusa, 2012; "Da Buio da Buio", a cura di Andrea Lissoni, a cura di XING, Padiglione D'arte Contemporanea, Ferrara, 2009; "Interfuit", a cura di Emanuela De Cecco, Artopia, Milano, 2006. Mostre colettive: "We have never been modern" a cura di MariaRosa Sossai/Angelo Gioè, Song Eun Art Space, Seoul (ROK); "Autoritratti. Iscrizione del femminile nellarte italiana contemporanea" vari curatori, Mambo (Museo d'arte moderna di Bologna), Bologna, 2013; "Family talk" a cura di Marco Antonini, FUTURA Centre for Contemporary Art, Prague(CZ), 2012; "14e édition de la quinzaine photographique nantaise" diretta da association QPN, au Lieu Unique, Nantes (FR); "33-asis Fotomeninink? seminaras Nidoje", diretta da Lietuvos fotomeninink? s?junga, Nida (LT), 2011; "Le Festival d'arts visuels Images", 2010, diretta da Stefano Stoll et Raphaël Biollay, Vevey, (CH), 2010; "Rewind" a cura di Laurent Fiévet, La Maison de La vache qui rit, Lons-le-Saunier (FR), 2010; "Realtà Manipolate. Come le immagini ridefiniscono il mondo" a cura di M.Marangoni, F.Nori, B.Rogers, L.Sabau, Strozzina-Palazzo Strozzi, Firenze, 2009; "Hors Pistes" 2009, Centre Pompidou, Paris France; "Aspettando Manifesta", a cura di Paola Tognon, Bolzano, 2008; "A snake on a tree", a cura di Marco Antonini, White Box, New York (NY), 2008; "Location1 projects room" a cura di Nathalie Angles, Location1s gallery, New York (NY), 2008; "Invisible miracles", a cura di A. Daneri - R. Pinto, XIII CSAV Fondazione Antonio Ratti, Viafarini, Milano, 2007; "Netmage" a cura di Andrea Lissoni e Daniele Gasparinetti, Palazzo Re Enzo, Bologna, 2007.