Ciao!

Informazioni Evento

Luogo
MASSIMO LIGREGGI
via Indaco 23 95100, Catania, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da Martedi a Sabato, ore 16:00 - 19:00 / From Tuesday to Saturday, 4 pm - 7 pm
o su appuntamento / or by appointment

Vernissage
29/11/2014

ore 19

Artisti
Hugo Canoilas, Filippo Leonardi, Federico Baronello, Nicola Pecoraro, Christoph Meier, Ute Müller, Tamás Kaszás, Emmanuelle Lainé, Thomas Kratz, Ana Jotta
Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra collettiva

Comunicato stampa

Ciao!
Ciao!
Che ne pensi della mostra?
Non so, sono appena arrivato. Guarda, mi prendo una birra e sono da te.
Ciao.
Ciao!

Gente che si raduna. C'è un bar, musica che suona, e intorno, sopra e dentro questa scena vi sono delle opere d'arte.
Una costruzione in legno, precaria, coperta di foglie di palma e dipinta con i colori dell' arcobaleno, che funge da bancone. Le persone guardano, ma senza realmente guardare, libere dai soliti preconcetti: davanti all'arte, sembra si sentano obbligate a capire.

L'arte occupa una posizione di mezzo: agisce da connettore, da veicolo per le proiezioni dello spettatore, fa da supporto per ogni sorta di teorie, e può essere usata o abusata per illustrare delle mostre a tema, belle o brutte che siano.
Ciao! è esattamente questo: una via di mezzo, che può significare qualsiasi cosa, ma che è allo stesso tempo un qualcosa di tangibile; è questo e non quello: ha un che di affermativo, alla Baldessari.
Come un palindromo composto da lettere diseguali, o un contenitore mezzo pieno e mezzo vuoto, Ciao! è il preludio e insieme la fine, funziona come un ciao e un arrivederci.

Le opere qui vengono viste come se fossero pubblicità di bibite, di quelle che si vedono mentre si esce dalla metro. Si presentano senza alcuna resistenza, nel bel mezzo di un evento, un segmento di tempo vissuto in maniera collettiva.
La galleria inaugura il suo nuovo spazio, e questa celebrazione ha lo scopo di portare fortuna: si potrebbe dire di buon auspicio. Offre del tempo da passare a guardare, ma non necessariamente a guardare le opere d'arte.
Una galleria piena di corpi che si relazionano alle opere d'arte! Pollock sarebbe invidioso...
Alla fine l'unico oggetto che non sfugge alla fame contemporanea di capire tutto è proprio il bar stesso.

Cos'è? Da dove è venuto? Qual è il suo ruolo in questa mostra? È una situazione, una scultura o una performance, con quegli artisti che servono da bere? Ora iniziamo a parlare. Ciao!

English

Ciao!
Ciao!
How do you like the show?
I don't know. I have just arrived. Look, I’ll grab a beer and come back to you.
Ciao.
Ciao!

A gathering of people. There is a bar, music is playing and artworks are in, on, and surrounding this scene. A precarious, wooden construction covered in palm leaves and painted in the spectrum of the rainbow functions as a counter. People look without looking, free from the usual preconceptions – when confronted with, or invited to look at – art, they seem as if they were obliged to understand.

Art is placed in between, and acts as a connecting device. It holds projections from viewers, sustains all sorts of theories and it might be used or abused to illustrate good or bad thematic shows. Ciao! is exactly this: something in between, that can mean anything but is also tangible. It is this, and not that – in an assertive, kind of Baldessarian way.
Like a palindrome composed of uneven letters, or a container both half full and half empty – Ciao! is prologue and end, it functions as hi and goodbye.
Here the artworks are looked at as if they were soft-drink advertisements, like the ones you see while getting out of the metro. They are seen, without offering resistance, in the midst of an event, a segment of time which is collectively experienced.
This is the opening of our new gallery space and this celebration aims to bring good luck, a good omen if you wish. It offers more time, to be spent looking, without looking at artworks. Pollock would be envious ... a gallery filled with bodies in relation to artworks! In the end the only object that doesn't escape the contemporary voracity of comprehending everything is the bar itself.
What is it? Where did it come from? What is its role in this exhibition? Is it a situation, a sculpture or a performance with those artists inside serving drinks? Now we start talking. Ciao!