K.K. Kustom Kulture
Il termine Kustom Kulture, molto diffuso nella cultura americana, comincia a riscuotere grande interesse anche qui da noi in diversi linguaggi visivi contemporanei.
Comunicato stampa
Il termine Kustom Kulture, molto diffuso nella cultura americana, comincia a riscuotere grande interesse anche qui da noi in diversi linguaggi visivi contemporanei. L’espressione deriva dall’underground Usa e si sviluppa a partire dagli anni ’50, ma trova negli ultimi decenni una crescita più articolata e complessa.
Custom (la lettera K è usata in nome di una licenza poetica) si riferisce al consumatore, ovvero colui che non si limita a utilizzare un oggetto così come viene prodotto ma vuole personalizzarlo con interventi minimi oppure stravolgerlo fino a renderlo irriconoscibile. In termini filosofici si può dire che è l’esatto contrario del mercato di massa e dell’omologazione: non più tutti uguali in nome di una moda o una tendenza, ma tutti diversi, unici, irripetibili, in nome invece di un irresistibile voler essere al di sopra delle mode.
Kustom Kulture si applica dunque alle motociclette –oggi le Special risultano molto più attraenti dei modelli di serie- alle automobili –con il fenomeno delle Hot Rod (letteralmente bielle roventi, vetture spesso storiche, notevolmente modificate e truccate nel motore e nella carrozzeria con le tipiche decorazioni flaming)- ma anche alle arti visive, in particolare alla pittura, e al design.
Sarà per la sua inesausta ricerca in questo campo –le sue biciclette sono quanto di più vicino alla cultura del do it yourself- da un po’ di tempo Antonio Colombo ha messo il naso sul fenomeno americano ripromettendosi di portare in Italia un assaggio di questa meravigliosa tendenza. Dice di aver voluto “mettere le mani nel mito americano e sporcarmele. That’s why. Io che guido male brutte automobili, non mi ubriaco mai, non ho tatuaggi e non so suonare nemmeno il mandolino, non la Stratocaster”. Capita così che “un bel giorno, ossessionato dalle immagini da una vita, ho voluto capire di più un mondo affascinante, eccessivo, volgare e mitico che risponde al nome di Hot Rod e Kustom Kulture. Il sogno americano che tutti o quasi sognano, vento tra capelli lunghi, velocità, musica ZZ Top e un po’ di Eagles, grafiche che forse riuscivo a fare anch’io sui banchi del Liceo Ginnasio statale Giosuè Carducci”.
Ecco come è nata l’idea di chiedere ad Anthony Ausgang, che aveva esposto qualche stagione fa in una personale da me curata, di raccogliere una serie di protagonisti e non di questo straordinario mondo. Autoincludendosi ovviamente nella scelta.
Insieme, noi tre, abbiamo condiviso discussioni, fascino e grandi sogni. Per una volta il mio ruolo abituale di curatore passa in secondo piano per svolgere, volentieri, quello di raccordo tra Milano e l’America. Passo la parola ad Ausgang che ci racconta chi sono alcuni tra i protagonisti della Kustom Kulture a stelle e strisce. Per un pubblico di fans, addicted, appassionati e curiosi.
Luca Beatrice
Anthony Ausgang (Nato nel 1959 a Trinidad e Tobago. Vive e lavora a Los Angeles).
Nato nel 1959 a Trinidad e Tobago, losangelino di residenza, Ausgang ha già esposto da Antonio Colombo nel 2011. Per questa mostra dal titolo KK Kustome Kulture, ha scelto di proporre le opere di alcuni degli artisti più significativi della scena Hot Rod. Così racconta il suo lavoro, con lucidità e consapevolezza: “il mio obiettivo è quello di modificare la definizione di arte figurativa utilizzando i caratteri antropomorfi dei cartoni animati per spiegare la condizione umana in un contesto non umano. La non umanità dei cartoni animati è una presunta innocenza, soprattutto è materiale per bambini e adulti regressivi. Ma sotto la superficie del mio mondo abitato da gatti si nascondono alcune verità scomode sul mondo delle persone: enigmi sessuali, perplessità religiose, l'uso di droga e la noia, tutti concetti esplorati nei miei dipinti. Il mio programma di grafica, psichedelico e colorato, mi sta portando verso un’astrazione della rappresentazione di questi animali dei cartoni. Anche se i miei quadri iniziano come disegni su carta, il computer è diventato una parte importante dello sviluppo grafico delle mie idee. Una volta che i disegni vengono trasformati su monitor e sono soddisfatto di ciò che ho ottenuto, mi metto davanti alla tela con i tradizionali pennelli e dipingo. Ho più a cuore il contenuto di distributore di gomme da masticare (gumball machine) che di ciò che succede all’interno del museo di arte contemporanea. Il mio infatti è un pubblico che non richiede una formazione artistica ma solo la consapevolezza di quanto sia assurdo essere vivo”.
Damian Fulton (vive e lavora a Los Angeles).
Inseguimenti in auto, ragazze con le pistole e nostalgia noir animano un racconto visivo che si legge come un Exploitation Movie. Damian è stato sempre affascinato dalla cultura balneare di Los Angeles, la vicinanza a una delle più congestionate città del mondo, affacciata sulla costa del Pacifico, fornisce il materiale fertile per affrontare, con la sua cifra stilistica dark, il sogno della California. L’amore per la moto, l’auto, la West Coast, i cartoni animati classici e i mostri si completa in una visione pop-surrealista del tutto personale e originale. Precedentemente all’attività di artista, Fulton ha collaborato con realtà aziendali come Disneyland, Marvel Productions e vari marchi lifestyle.
David Perry (Nato nel 1959 a Denver, Colorado. Vive e lavora in California).
Dai negozi di East Bakersfield alle dragstrips della California e Utah, David Perry cattura attraverso le sue fotografie la passione americana per la velocità, le emozioni e le auto. Greasers, gearheads, drag strip beatniks, rockabilly queens, hopped-up machines sono i personaggi presenti nelle sue suggestive immagini dal gusto vintage. Ha un vero e proprio culto per le macchine condiviso con Hipster tatuati, barba e pizzetto a cui si uniscono i piloti dei Bonneville Salt Flats e il letto prosciugato del lago di El Mirage. Con le sue fotografie Perry mostra l’anima di un’ossessione sempre più crescente.
Sara Ray (Nata a Hermosa Beach, California. Vive e lavora a Los Angeles).
Sara è nata e cresciuta sulle spiagge nel sud della California, proprio nel bel mezzo di tutto ciò che è la Kustom Kulture. Le Hot Rod di George Barris erano parcheggiate nel garage della famiglia di Sara, accanto a pile di tavole da surf. Il nonno, Hap Jacobs, è uno dei più famosi shapers di tavole da surf nel mondo. La sua infanzia è stata accompagnata da motori, falò sulla spiaggia e turisti di Hollywood; tutti soggetti inseriti come immagini nelle sue tele. Le opere di Sara sono una miscela inebriante di piloti soprannaturali che viaggiano per le strade di notte, fanciulle tatuate e colorate; le sue opere mostrano l’amore per la città in cui vive e la passione per il metallo vintage che fa da sottofondo. I suoi lavori sono pubblicati in numerose riviste e libri: Easyriders, Guitar Player, Juxtapoz, Iron Horse. Sara Ray customizza anche chitarre Fender, Gretsch e Jackson. Realizza anche pitture ad hoc su serbatoi di motocicli per clienti privati. Vive in una casa a Los Angeles e spesso la si vede alla guida della sua 53 Buick, lungo le strade della città tra un negozio di fumetti e un altro.
The Pizz (vive e lavora a Los Angeles).
L'automobile, più che un semplice mezzo di trasporto, così come viene reinventata nel sud della California rappresenta un'espressione di stile, l'autonomia e un modo di essere. L'auto realizzata su misura, costruita a mano, ridisegnata con un’idea precisa in mente è il trofeo di caccia dell'uomo moderno; è l’esposizione del suo prestigio e del su potere, simboleggio ciò che è e come si muove nel mondo. Un messaggio trasmesso sia quando l’auto è lanciata a gran velocità che quando è parcheggiata in strada. I dipinti di Pizz rappresentano proprio questo mondo, questo regno dell'automobile customizzata, evocativo di un’attitudine e di un ambiente. Ogni immagine raffigura una determinata ora del giorno, un luogo e una specifica atmosfera; una vibrazione cromatica ottenuta con una gamma di colori saturi e ricchi di tinte. Ogni opera è un equilibrio triangolare tra sesso, morte e qualcosa di sconosciuto. La narrazione è lasciata aperta all'interpretazione da parte dello spettatore, la trama lascia più un punto interrogativo che una conclusione.
Keith Weesner (vive e lavora a Oaks, California).
Keith Weesner è un pittore i cui dipinti sono espressione della cultura dell'automobile, visione molto diffusa nel Sud della California, dove è stato cresciuto da suo padre, artista, pinstriper e appassionato di road/custom hot. Le sue passioni si sono rafforzate durante il periodo di formazione presso l'Art Center College of Design di Pasadena, dove ha studiato design automobilistico. Ha poi lavorato come disegnatore di fondali per la Warner Bros e per 13 anni in diversi studi, tra cui la Disney. Dal 2004 approda al mondo ufficiale dell’arte come artista, esponendo in diverse gallerie americane. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati in riviste automobilistiche e di tatuaggi. Weesner vive a Thousand Oaks in California, con la moglie e la figlia.
E poi due special guests, come si conviene in questo tipo di raduni, scelti da Antonio Colombo, non perfettamente Hot Rod ma con una forte personalità rock interverranno nel Little Circus e in galleria:
Wes Freed (nato nel 1964 a Shenandoah Valley - Virginia, vive e lavora a Richmond, Virginia) sue le mitiche copertine dei DBT (Drive by Truckers, gruppo southern country-rock alternativo), da tempo passione del gallerista, con spiccati accenti folk.
Stevie Gee (nato nel 1980 nell’Essex, GB, vive e lavora a Londra) illustratore, rock, surf, moto e bici. Visto e piaciuto da Deus Ex Machina (luogo di culto per gli amanti delle ruote a motore) a Venice Beach e a Bali da Colombo.
Collabora con Paul Smith, Nike, Beams Japan, Death Spray Custom, Penguin books e Deus Ex Machina.
La mostra inaugura giovedì 20 novembre alle ore 18.30
e resterà aperta fino al 31 gennaio 2015
Da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 – sabato dalle 15.00 alle 19.00
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K.K. Kustom Kulture
Anthony Ausgang - Damian Fulton - David Perry - Sara Ray - The Pizz - Keith Weesner
+ special guests: Stevie Gee e Wes Freed
curated by Anthony Ausgang
based on an idea of Antonio Colombo with the critical contribution of Luca Beatrice
The term Kustom Kulture, very widespread in American culture, is starting to meet with great interest in Italy as well, in different contemporary visual languages. The expression comes from the US underground and develops starting in the 1950s, but in recent times it has gone through a more complex, variegated evolution.
Custom (the initial K can be chocked up to poetic license) refers to the consumer, namely those who do not simply use objects as they are produced, but want to personalize them with minor interventions, or even transform them to the point of making them unrecognizable. In philosophical terms, we might say that it is the precise opposite of the mass market and standardization: no longer everybody equal in the name of a fashion or a trend, but everyone different, unique, unrepeatable, in the name of an irresistible urge to rise above passing fashions.
Kustom Kulture is thus applied to motorcycles – today the Specials are much more appealing than standard models – and cars – with the phenomenon of the Hot Rod (often vintage vehicles extensively modified, with “souped up” motors and bodywork featuring typical flame motifs) – but also to the visual arts, especially in painting and design.
Perhaps due to his tireless research in this field – his bicycles are embroiled in do-it-yourself culture – for some time now Antonio Colombo has poked his nose into this American phenomenon, resolving to bring a taste of this marvelous world to Italy. He says he wanted to “get my hands dirty with the American myth. That’s why. Even though I drive ugly cars, badly, never get drunk and can’t even play the mandolin, never mind a Stratocaster.” And so “one fine day, obsessed for a lifetime by these images, I wanted to understand more about a fascinating, excessive, vulgar, legendary world that goes by the name of Hot Rod and Kustom Kulture. The American dream that almost everyone dreams, wind in long hair, speed, music, ZZ Top with some Eagles thrown in, graphics maybe I was also able to make, at my desk in the Giosuè Carducci high school.”
This is how the idea happened of asking Anthony Ausgang, who had a show at the Colombo gallery curated by me a few years ago, to put together a series of protagonists and not from this extraordinary world. Including himself, of course, in their ranks.
Together, the three of us have shared in discussions, fascination and big dreams. For once, my role as a curator fades into the background, leaving me to happily handle the job of connecting Milan and America. I’ll pass the mike to Ausgang, who can tell us about some of the protagonists of Kustom Kulture in the USA. For an audience of addicted and curious fans.
Luca Beatrice
Anthony Ausgang (born in 1959 in Trinidad & Tobago. Lives and works in Los Angeles).
Ausgang has already shown work at the gallery of Antonio Colombo in 2011. For this exhibition entitled KK Kustom Kulture he has decided to present works by some of the most intriguing artists of the Hot Rod scene. He talks about his work as follows, in a lucidly conscious way: “my objective is to modify the definition of figurative art using the anthropomorphic characteristics of cartoons to explain the human condition in a non-human context. The non-humanity of cartoons is a presumed innocence; above all, it is material for kids and regressive adults. But under the surface of my world inhabited by cats, some uncomfortable truths about the world of people are lurking: sexual enigmas, religious perplexities, drug use and boredom, are all concepts explored in my paintings. My program of psychedelic and colorful graphics is leading me towards an abstraction of the representation of these cartoon animals. Even though my paintings start out as drawings on paper, the computer has become an important part of the graphic development of my ideas. Once the drawings have been transformed on the monitor and I am satisfied with them, I get in front of the canvas with traditional brushes and paint. I care more about the content of a gumball machine than I do about what happens inside a contemporary art museum. My audience does not have to have artistic training, just an awareness of how absurd it is to be alive.”
Damian Fulton (lives and works in Los Angeles).
Car chases, girls with guns and film noir nostalgia bring life to a visual narrative read like an Exploitation Movie. Damian has always been fascinated by LA beach culture, near one of the most congested cities in the world, on the Pacific Coast, a proximity that supplies fertile material for a dark stylistic approach to the California dream. The love of motorcycles, cars, the West Coast, classic cartoons and monsters is rounded out by an utterly personal and original Pop-Surrealist vision. Prior to working as an artist, Fulton collaborated with corporate realities like Disneyland, Marvel Productions and various lifestyle brands.
David Perry (born in 1959 in Denver, Colorado, lives and works in California).
From the stores of East Bakersfield to the dragstrips of California and Utah, through his photographs David Perry captures the American passion for speed, thrills and cars. Greasers, gearheads, dragstrip beatniks, rockabilly queens, hopped-up machines are the figures in his evocative images with a vintage look. He has a true thing about cars, shared with tattooed goateed hipsters, joined by Bonneville Salt Flats drivers and the dry lakebed of El Mirage. With his photographs, Perry displays the soul of a growing obsession.
Sara Ray (born in Hermosa Beach, California, lives and works in Los Angeles).
Sara was born and raised on the beaches of Southern California, right in the middle of everything that is Kustom Kulture. The Hot Rods of George Barris were parked in her family’s garage, next to piles of surfboards. Her grandfather, Hap Jacobs, is one of the most famous surfboard shapers in the world. Her childhood was accompanied by motors, bonfires on the beach and tourists in Hollywood, all subjects that have found their way into her paintings. Sara’s works are an inebriating mixture of supernatural drivers traveling roads by night, and tattooed, colorful girls; they reveal her love for her city and her passion for the vintage metal in its background. Her pictures have been published in many magazines and books: Easyriders, Guitar Player, Juxtapoz, Iron Horse. Sara Ray also custom-paints Fender, Gretsch and Jackson guitars. She does custom designs for motorcycle gas tanks for private clients. She lives in a house in Los Angeles and can often be seen behind the wheel of her ‘53 Buick, on the streets of the city, driving from one comics store to another.
The Pizz (lives and works in Los Angeles).
The automobile, more than a mere vehicle, has been reinvented in Southern California to represent an expression of style, independence and a way of being. The custom car, built by hand, redesigned with a precise idea in mind, is the hunting trophy of the modern man; it displays his prestige and his power, symbolizing who he is and how he moves in the world. A message that is transmitted both when the car is speeding down the street and when it is simply parked there. Pizz’s paintings represent precisely this world, this kingdom of the customized car, evoking an attitude and an environment. Every image depicts a given time of day, a specific place and atmosphere; a chromatic vibration obtained with a range of saturated colors and rich hues. Each work has a triangular balance of sex, death and something unknown. The narrative is left open to interpretation by the viewer, and the plot leaves more question marks than conclusions.
Keith Weesner (lives and works in Thousand Oaks, California).
Keith Weesner is a painter whose works are the expression of car culture, a widespread vision in Southern California, where he was raised by his father, an artist, pinstriper and lover of custom roadsters and hot rods. Weesner’s passions gained strength during a period of training at the Art Center College of Design in Pasadena, where he studied car design. He then worked designing backdrops for Warner Brothers, and spent 13 years in different studios, including Disney. Starting in 2004 he made his entry in the official art world, with shows in various American galleries. Some of his works have been published in auto and tattoo magazines. Weesner lives in Thousand Oaks, California, with his wife and daughter.
As is always appropriate for this sort of gathering, there are also two special guests – not perfectly Hot Rod in character, but with a strong rock attitude – who make contributions in the Little Circus and the gallery:
Wes Freed (born in 1964 in Shenandoah Valley, Virginia, lives and works in Richmond, Virginia), creator of legendary covers of DBT (Drive-By Truckers, an alternative southern country-rock group), long a passion of Colombo, with vivid folk accents.
Stevie Gee (born in 1980 in Essex, UK, lives and works in London), illustrator, rock, surf, motorcycles and bicycles. Seen and appreciated by Colombo at Deus Ex Machina (a cult location for lovers of motorized wheels) in Venice Beach. He works with Paul Smith, Nike, Beams Japan, Death Spray Custom, Penguin Books and Deus Ex Machina.