Moving memory
Il titolo dell’evento è “Moving memory” e ha come tema la testimonianza della Shoah, non come muto monumento a ricordo dello sterminio, ma come parola viva che si trasmette alle generazioni future. Esso ha previsto la realizzazione di una installazione artistica e di un video.
Comunicato stampa
La Shoah sta via via perdendo i suoi testimoni. La testimonianza è una forma molto particolare di trasmissione della conoscenza: il testimone che racconta è, egli stesso, il fondamento della verità che trasmette, la sua più evidente giustificazione. La sua parola non ha lo scopo di convincere attraverso l’argomentazione, ma permettere a chi ascolta di entrare nel vivo di quanto è accaduto. Anche attraverso il silenzio, anche attraverso la reticenza di fronte al ricordo doloroso, attraverso i particolari di un fatto dimenticati in un’occasione e ricordati in un altro, attraverso il volto, i gesti, a volte le lacrime. Per questo la Shoah è molto più di un “fatto” appiattito tra le pagine di un manuale di storia; essa è - e deve restare - memoria viva, che si muove nel tempo, come un testimone che passa di generazione in generazione e che fa appello alla dimensione universale della nostra umanità, interrogandoci spietatamente su di essa, nel modo più radicale. Ai giovani spetta il compito di raccogliere questo testimone e far risuonare la voce della memoria della Shoah, con la sensibilità e la fragilità dei loro, dei nostri tempi. I giovani sono così chiamati a far riecheggiare dentro di sé le parole dei testimoni e restituirle al futuro, con forza rinnovata, nelle forme e nel linguaggio della contemporaneità.
E’ da questa riflessione che è nata l’idea di questo progetto, scaturito dall’adesione del Liceo Klee- Barabino al corso di didattica della Shoah, promosso nel 2014 dall’Ufficio scolastico Regionale nella persona del suo coordinatore, il prof. Aureliano Deraggi.
Il titolo dell’evento è “Moving memory” e ha come tema la testimonianza della Shoah, non come muto monumento a ricordo dello sterminio, ma come parola viva che si trasmette alle generazioni future. Esso ha previsto la realizzazione di una installazione artistica e di un video.
Lo spazio dell’installazione è caratterizzato da un’area quadrata il cui perimetro è delineato da una fila di steli metallici, sottili e liberi di oscillare al passaggio dei fruitori, alti circa un metro, i quali terminano con riproduzioni in cartone di avambracci e mani di uomini, donne e bambini, rivolti al cielo. Al centro dell’area, in alto e alla base, vi sono due stelle di David in legno; in basso al centro è posta una vecchia scarpa in cuoio evocativa del dramma della deportazione. Alla stella del soffitto sono fissate strisce di nylon semitrasparente che penderanno libere.
Nel video i ragazzi daranno la loro personale testimonianza sulla Shoah attraverso una performance gestuale accompagnata da un brano musicale e da frasi da loro stessi scritte. Gli studenti vedono coinvolte in questa esperienza tutte le loro abilità nel comunicare su vari livelli espressivi, mettendo in gioco, oltre ai contenuti, la propria percezione corporea, la propria capacità introspettiva, le proprie risorse emotive.
La finalità è dunque quella di educare i giovani alla cittadinanza, nonché alla “Civiltà”, nella sua accezione più alta, responsabilizzandoli attraverso la testimonianza attiva e consapevole, con un progetto che, collegando competenze sviluppate nel corso di materie quali italiano e storia al mondo delle arti visive e delle discipline plastiche, ne evidenzia possibili potenzialità e corrispondenze.