Il Lascito Schubert
Esposte per la prima volta tre preziose opere datate tra il XIII e il XV secolo.
Comunicato stampa
Da dicembre 2014, il Museo Diocesano di Milano arricchisce la sua collezione permanente grazie al Lascito Schubert: un piccolo gruppo di opere, lasciate in eredità dalla famiglia Schubert, per molti decenni punto di riferimento nel mondo dell'antiquariato nazionale e internazionale.
Il lascito comprende una Croce gemmata prodotta da una bottega, probabilmente olandese, della prima metà del Duecento, due tavole con Angelo Annunciante e Vergine Annunciata, di Gherardo Starnina, e un tondo raffigurante Madonna con Bambino del Maestro di San Miniato.
Pezzi antichi e rari, che per storia e caratteristiche rappresentano un’importante acquisizione per il Museo Diocesano e il suo pubblico. Il catalogo, a cura di Paolo Biscottini e Nadia Righi (Sassi editore), raccoglie gli studi realizzati da specialisti come Andrea De Marchi, Annamaria Bernacchioni e Victor Schmidt. L’inaugurazione (a inviti) è in programma lunedì 1 dicembre e dal giorno successivo (martedì 2 dicembre) le opere potranno essere ammirate da tutti.
La Croce reliquiario, databile alla prima metà del XIII secolo, proviene da un’area compresa fra gli antichi Paesi Bassi e la Francia settentrionale ed era destinata a conservare le reliquie della Vera Croce. Un’iscrizione la riconduce alla città di Utrecht, suggerendo interessanti ipotesi sulla committenza. Nella prima metà del XIII secolo, infatti, Utrecht era il principale centro ecclesiastico dei Paesi Bassi settentrionali, dove sorgevano monasteri, abbazie e conventi in numero tale da giustificare una cospicua produzione di oreficeria sacra. Questa croce è un pezzo molto raro, perché si tratta di uno dei pochissimi oggetti di oreficeria giunti fino a noi da quell’epoca e area geografica.
L’Annunciazione di Gherardo di Jacopo Neri (1386 –1412), detto lo Starnina, si aggiunge ad un’altra opera dello stesso artista presente nella collezione permanente del Museo Diocesano (Madonna dell’umiltà della Collezione Crespi). La possibilità di osservare da vicino e conservare nello stesso luogo le due opere, rende il lascito particolarmente interessante anche dal punto di vista scientifico.
L’Annunciazione di Strarnina fa parte di un grandioso polittico, destinato a Lucca: lo studio in catalogo propone una ricomposizione del polittico disperso, di cui si ipotizzano gli altri scomparti originali. La proposta potrebbe essere propedeutica a una futura mostra in cui il Museo Diocesano esporrebbe la ricostruzione del polittico, come è stato fatto alcuni anni fa per un polittico di Bernardo Daddi.
La Madonna col Bambino e due angeli è un’opera del Maestro di San Miniato, oggi identificato nel fiorentino Lorenzo di Giovanni, un maestro rinascimentale dal linguaggio semplice e colloquiale, che riprende tipologie e schemi che ricordano la maniera di Filippo Lippi. Il grazioso tondo raffigurante la Madonna col Bambino fra due angeli, giunto per lascito al Museo Diocesano di Milano, fu venduto ad un'asta a Firenze nel 1964. Quattro anni dopo si trovava nella collezione Schubert, dove venne attribuito da Roberto Longhi al Maestro di San Miniato, autore della sacra conversazione nella chiesa dei Santi Jacopo e Lucia a San Miniato al Tedesco (Pisa), comunemente nota come San Domenico. Ignota è la provenienza dell'opera ottimamente conservata, destinata ad arredare la camera di una dimora rinascimentale, mentre non ci sono dubbi sulla paternità artistica, confermata unanimemente dalla critica.
Chi era la famiglia Schubert?
Gualtiero Schubert (1915-1990), figlio di Alberto, antiquario, e di Irma Markbreiter, imparentata con lo scrittore Arthur Schnitzler, fu per molti decenni, con il fratello Renato, un fondamentale punto di riferimento nel mondo dell'antiquariato nazionale e internazionale.
Nel 1950 Gualtiero sposa Letizia Castelli (1921-2013), con cui condivide una vita contrassegnata dalla dedizione alle arti figurative e alla musica. Letizia Castelli Schubert ha voluto lasciare al Museo Diocesano di Milano, in memoria anche del marito, queste preziose opere, rimaste sempre nella loro abitazione milanese.