Giovanbattista Pastorelli – Il decostruzionismo
Mostra di Giovanbattista Pastorelli (Sant’Agata d’Esaro 1952) attraverso i nuovi dipinti del 2014 e le opere che hanno segnato il suo percorso artistico.
Comunicato stampa
Seregno - Da sabato 6 dicembre 2014 a domenica 4 gennaio 2015 il Museo Vignoli di Seregno ospita la mostra “IL DECOSTRUZIONISMO” di Giovanbattista Pastorelli (Sant'Agata d'Esaro 1952) attraverso i nuovi dipinti del 2014 e le opere che hanno segnato il suo percorso artistico.
Un gran ritorno, questo appuntamento espositivo di Giovanbattista Pastorelli, nella sua Seregno, città dove risiede da molti anni. Pittore di lunga e intensa ricerca tecnica e poetica, è esploso - sul piano del riconoscimento culturale e del mercato- sin dagli anni Ottanta. Ciò, grazie alla sua originalissima forza espressiva, capace di catturare fruitori e collezionisti di ogni area geografica, tendenza ed esigenza. E grazie, anche, al fatto che la sua incessante passione e la sua intelligenza inventiva si sono misurate su un terreno poetico di punta, il famoso movimento detto Decostruzionismo. In realtà, Pastorelli è stato il primo artista in assoluto a impegnarsi in questo ambito poetico.
Per il resto, il Decostruzionismo era stato avviato, sia pure da pochi anni, in varie parti del mondo, particolarmente negli Stati Uniti, da una serie di architetti, oggi tutti star internazionali. Il riferimento è a Zaha Hadid, Frank O’Gehry, Peter Eisenman, Bernard Tschumi, Daniel Libeskind, Rem Koolhaas (attuale direttore della sezione Architettura della Biennale di Venezia), e altri. L’arte ancora stava a guardare. Qualcuno ha avvicinato al Decostruzionismo grandi artisti come Francis Bacon o Valerio Adami. Ma si è trattato di vicinanza abbastanza involontaria.
Pastorelli è stato del tutto affascinato da quel movimento internazionale. Al punto da indagarlo, studiarlo, riflettendo e sperimentando un mondo dalle forme assolutamente nuove. E così è diventato autore di punta sul versante dell’arte. In ciò sostenuto, da un editore famoso e militante, Gabriele Mazzotta, dal critico Edward Lucy-Smith che, su segnalazione di Carmelo Strano, lo ha annoverato nel volume New European Artists e da altri critici importanti come Brahim Alaoui, Pierre Restany, Marco Meneguzzo, e, particolarmente, Carmelo Strano, che oggi, professore ordinario di Estetica e Storia dell’Arte Contemporanea all’università di Catania, cura questa mostra. Con lui, critico e filosofo di punta, Pastorelli ha intrattenuto dialoghi di approfondimento e sodalizio.
Con la presente iniziativa, Pastorelli, dopo alcuni anni di ulteriori approfondimenti e sperimentazione, torna a salire sul ring, avendo da sottolineare idee consolidate e da proporre altre nuove e affascinanti da esibire per la prima volta. Come scrive Carmelo Strano, la sua ricerca pittorica “è un termometro sempre attivo, quasi un sismografo, verso un ecosistema, geografico e sociologico, di cui registra movimenti, atmosfere e anche segni anticipatori”. Lo studioso precisa inoltre che “si tratta di un fatto di sensibilità sempre iperattiva, e non solo di studio o esperienza, sicché l’opera pulsa provocando godimento, anche della mente. Ed è da questi equilibri che nasce il fascino dei suoi dipinti complessi e semplici allo stesso tempo”.