Filippo Venturi – L’Ira Funesta
L’Ira funesta del fotografo cesenate Filippo Venturi. Tale mostra è il settimo di dieci appuntamenti dedicati alla fotografia nel recentemente ristrutturato Teatro Dolcini di Mercato Saraceno, ed il cui svolgimento si protrarrà fino a primavera 2015.
Comunicato stampa
L’Ira funesta del fotografo cesenate Filippo Venturi. Tale mostra è il settimo di dieci appuntamenti dedicati alla fotografia nel recentemente ristrutturato Teatro Dolcini di Mercato Saraceno, ed il cui svolgimento si protrarrà fino a primavera 2015. Dieci mostre dedicate a 20 progetti fotografici realizzati dai partecipanti nell’ambito del workshop fotografico ConCorso | arte partecipata | arte in relazione, tenuto da Anton Roca nell’ambito della collaborazione tra Rad’Art Project e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Mercato Saraceno.
L’Ira Funesta, di Filippo Venturi
8 utenti su 10 sono donne.
Il tempo medio all’interno della stanza è di 20 minuti.
La camera della rabbia il luogo dove l’utente trova un nuovo tipo di libertà.
Solo chi vi entra conosce i motivi che l’hanno spinto fin lì, a volte anche a centinaia di chilometri da casa.
L’utilizzo della Camera della Rabbia – un luogo adibito all’esternazione della rabbia, dove è possibile comprare porzioni di tempo da dedicare alla distruzione del suo contenuto, con mazze da baseball e martelli da demolizione – per alcune persone è un gesto liberatorio, un tasto “reset” che consente di liberarsi simbolicamente e fisicamente di rabbie, rancori e scorie accumulate nel tempo, prima di re-iniziare la propria vita libere da questo fardello. Per altre persone è invece una necessità, mensile o anche settimanale, per sfogare e quindi eliminare sentimenti negativi.
Nel dicembre 2011 ha aperto l’Anger Room di Dallas (USA).
Nell’ottobre 2012 ha aperto la Rage Room di Novi Sad (Serbia).
Nel 2013 ha aperto la Camera della Rabbia di Forlì (Italia).
La prima traccia del concetto di Camera della Rabbia, però, risale al 1962, per la precisione al racconto Il palazzo da rompere di Gianni Rodari. Dopo quasi 50 anni, quel che aveva immaginato Rodari è diventato una vera necessità.
Nota biografica di Filippo Venturi
Filippo Venturi (Cesena, 1980) è un fotografo e videomaker.
La sua produzione fotografica comprende il settore commerciale, così come reportage e progetti orientati socialmente; Ha ricevuto una serie di riconoscimenti, sia nazionali che internazionali. Collabora con varie riviste, in Italia e all'estero.
Dal 2011 ha fatto parte del comitato di selezione del Festival Internazionale del Cinema Sedicicorto. Nel 2012 ha realizzato "In Oblivion", un progetto sulla zona Red Hook di New York; "In Oblivion" ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed è stato esposto nel Centro Italiano della Fotografia d’Autore.
Nel 2013, fonda insieme ad altri artisti l'associazione culturale Sovraesposti. Specializzata nella comunicazione e nella produzione audiovisiva. Nello stesso anno ha diretto "Forum Living", un documentario sulla difficile situazione che si sta verificando nel centro della città di Forlì. Sempre nel 2013, le sue opere sono state esposte in una grande mostra personale presso il Centro Cinema Città di Cesena.
Nel 2014 è stato selezionato come finalista al Kolga Tbilisi Photo Award; ha ricevuto una menzione d'onore al Moscow International Photo Awards; una menzione della giuria al FOFU Photo Challenge ed è stato inserito nella selezione ufficiale del Kontinent Awards. Semprte in questo anno, ha vinto il premio L’Anello Debole con il cortometraggio "Acqua passata".
ConCorso inContro, il percorso espositivo
Il progetto espositivo, relativo alla terza edizione del workshop fotografico, è stato strutturato in due cicli per un totale di 10 mostre dedicate ai singoli progetti fotografici: “Prisoner of War”, in cui la fotografa cesenate Manuela Campana ha riscoperto le lettere scritte durante la prigionia africana dal padre del fotografo cesenate Guido Guidi. Gino Guidi, appunto; “La Guerra? Mettiamola fuori dalla storia”, omaggio di Damiano Montalti alle stragi della guerra ed, in particolare, a due vittime del nazifascismo uccise nel Raggio di Bora: Natale Canali ed Ivo Benini. Vittime a cui l’amministrazione comunale ha intestato recentemente il parco pubblico di Bora. Questa mostra è stata successivamente donata dall’autore all’Istituto per la Resistenza e dell’Età Contemporanea; “Un’anima in valigia” ed “Il mondo della vita di R”, entrambi dedicati, nell’ordine, dai forlivesi Stefania Ganzini e Flavio Milandri all’ex modella canadese Rachel, oggi residente in Romagna; “La casalaccia di Rosina”, con cui Morena Zani ha omaggiato la madre, Rosina, attraverso un percorso di ricerca nella memoria del luogo natio, oggi abbandonato, di Careste; “La strada di Casa”, con cui Rosi Riceputi ha fotografato il percorso esistenziale nelle case della vita di Giovanna: un modello di donna romagnola, oggi estinto; “Fonico”, progetto con cui Bruno Donati rende omaggio alla figura che rimane sempre all’ombra, dietro le quinte dei concerti rock: il fonico. In questo caso, Alfredo Gentili, in arte “Epi”. Il primo ciclo si è concluso con il progetto del fotografo residente a Gambettola Giovanni Benaglia “Ho pensato spesso ad un ritratto”, risultato dalla relazione fotografica con il ferroviere Umberto Grimaldi e la sua famiglia.
Il secondo ciclo di mostre ha avuto l’avvio nel mese di ottobre con il progetto L’Ora di Essere, con cui Davide Ruffilli ha intrecciato la memoria storica dell’Ottava Brigata Garibaldi con quella personale di Dino Mazzoni, ultimo partigiano vivente di Mercato Saraceno. La mostra di Ruffilli è stata accolta all’interno delle celebrazioni ufficiali del 70° anniversario della liberazione di Mercato Saraceno. Il ciclo espositivo è proseguito con i progetti: “La mia strada” e “Un affare fatto”. Nel primo, la mercatese Marta Acquaviva attraverso la relazione con Sonia, ricostruisce un percorso ideale dei luoghi di e con l’amica del cuore. Nel secondo, la cesenate Simona Barducci, ricrea, in un progetto di grande rigore fotografico, il suo personale rapporto con la cartomante Franca Ardevilla.
Tutte le mostre sono il punto di arrivo di un percorso che ha privilegiato la relazione diretta con il soggetto coinvolto o a cui è stato dedicato il proprio progetto fotografico.
Gli autori a venire, in questo secondo ciclo che si protrarrà fino alla primavera del 2015, sono: Matthew Scarpellini, Michela Mariani, Francesca Degli Angeli e lo stesso Filippo Venturi, al cui progetto L’Ira Funesta è dedicata la mostra odierna.
Alla fine di questo ricco programma espositivo è prevista, a conclusione dell’intero percorso espositivo, la mostra del fotografo ravennate Cesare Fabbri, con cui è stato aperto nel mese di gennaio 2013 la terza edizione del ConCorso: Workshop fotografico / Arte partecipate / Arte in relazione ConCorso inContro. Ideato e curato da Anton Roca e che può contare con la collaborazione del tecnico in postproduzione Renato Lucchi e, nel comitato d’onore, con la presenza del fotografo cesenate Guido Guidi.
Le tre edizioni del ConCorso finora svolte: ConCorso per immagini, ConCorso per il territorio e l’odierno ConCorso inContro sono state sostenute dall’Amministrazione Comunale di Mercato Saraceno e realizzate in collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura e Progetto Rad’Art/Associazione artéco.