Olivo Barbieri – From Bunkers to Swimming Pools
Presentazione del volume From Bunkers to Swimming Pools (Danilo Montanari Editore).
Comunicato stampa
Olivo Barbieri è il settimo fotografo chiamato a interpretare con la libertà dell’indagine territoriale e la personalità dell’artista
la realtà anfibia e duttile, il paesaggio affascinante e polimorfo di Cavallino-Treporti
lembo di terra tra la laguna Nord di Venezia e il Mare Adriatico, una delle località balneari più importanti in Italia.
Dopo Marco Zanta, Franco Fontana, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte, Fausto Giaccone e Filippo Romano
giunge a conclusione anche l’edizione 2014 di Cavallino-Treporti Fotografia
con la pubblicazione del bel volume che raccoglie gli scatti inediti del “reportage da elicottero”
effettuato dal famoso fotografo e filmaker modenese che nel 1993,
1995, 1997 e 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia e che ha esposto sue foto e suoi film site specific nei principali festival
e nei musei più prestigiosi di tutto il mondo.
Segno del grande amore per il proprio territorio e della volontà di salvaguardia e tutela che indirizza l’azione dell’attuale amministrazione,
il progetto Cavallino-Treporti Fotografia - ideato e organizzato da Villaggio Globale International e nato su espressa volontà del Comune del litorale veneziano, il fondamentale sostegno della Vittorio Vianello Spa e la collaborazione di Paolo Palma/Metodo e del Circolo Fotografico 200iso – ha portato in questi anni
fotografi di fama internazionale a confrontarsi e indagare senza preconcetti questa terra bellissima - tra mare, laguna, orti, pinete e dune sabbiose - che vive una duplice dimensione: da una parte terra di tradizione e di identità, fortemente legata alla natura e al rispetto ambientale (13.000 abitanti)
e dall’altra luogo di svago, centro internazionale con i più qualificati campeggi d’Europa, polo turistico internazionale d’eccellenza che in estate raggiunge le 6.000.000 presenze
Un viaggio alla scoperta di nuove prospettive, senza maquillage e senza finzioni, attraverso l’occhio magico della macchina fotografica e la diversa personalità di grandi autori,
che con i loro scatti implementano il forziere della memoria collettiva, lasciando una testimonianza che – come scrive il Sindaco Claudio Orazio – dà “forza alla consapevolezza della nostra unicità e potrà contribuire alle scelte future di politica e di sviluppo territoriale”.
Il fotografo di Carpi, classe 1954, in questo lavoro sviluppa una sorta di atlante delle principali tipicità geografiche, architettoniche, urbanistiche e culturali locali, dove non possono mancare elementi “forti” del paesaggio urbano, come le costruzioni militari legate alla difesa di Venezia e Grande Guerra - “scultura anonime, complessi megalitici dell’antichità” - e le realtà turistiche dei campeggi, con le loro enormi piscine.
Le immagini dall’alto di Barbieri sanno essere però straordinariamente dirompenti: lontane dei cliché svelano visioni alternative,
punti di vista inusuali, capaci di catturare l’attenzione e indurre la curiosità.
“Costituiscono – come scrive in catalogo Francesco Zanot - un fattore di discontinuità nel rapporto tra lo spettatore e la realtà rappresentata. Anziché innescare un meccanismo di riconoscimento, alimentano il dubbio. È il ribaltamento dell'esperienza quotidiana: nulla di ciò che si vede è come ce lo saremmo aspettato. Il risultato non è una semplice sorpresa, ma lo sgomento. Improvvisamente realizziamo di non conoscere il mondo, ma soltanto ciò che mostra di sé da un metro e mezzo di altezza. Quando nel 1912 Alvin Langdon Coburn ha fotografato Madison Square dalla cima della Metropolitan Tower si è accorto della sua forma zoomorfa, scegliendo per l'immagine un titolo molto esplicito: The Octopus. Allo stesso modo, in queste opere la laguna sembra un foglio macchiato di inchiostro.
A metà tra un frottage surrealista e la carta in cui il pescivendolo ha avvolto un polpo”.
Olivo Barbieri - Carpi (MO), 1954. Dal 1971 intensifica il suo interesse per la fotografia, inizialmente concentrando la sua ricerca sull’illuminazione artificiale nella città europea e orientale.
A partire dal 1989 viaggia abitualmente in Oriente, soprattutto in Cina. Nel 1993, 1995, 1997 e 2011 partecipa alla Biennale di Venezia. Nel 1996 tiene la prima retrospettiva delle sue opere al Folkwang Museum di Essen. Dalla metà degli anni novanta adotta una nuova tecnica fotografica, che gli permette di mantenere a fuoco solo alcuni punti dell’immagine:
i paesaggi rappresentati, spesso dall’elicottero, appaiono così come dei plastici, delle sorprendenti e stranianti visioni. Olivo Barbieri sembra chiedersi continuamente quanta realtà esista nel nostro sistema di vita, o ancora, quanto profondamente la nostra percezione sia atta a comprendere ciò che ci circonda.
Nel 2001 pubblica il volume Virtual Truths, Silvana Editoriale, Milano, e realizza il progetto Notsofareast, in Cina, per la Triennale di Milano, esposto nella mostra Effetti Collaterali.
Nel 2002 è invitato dal Palazzo delle Papesse, Centro Arte Contemporanea Siena, a realizzare il progetto Cityscapes/Landscapes.
Nel 2003 sue opere sono esposte a Strangers, la prima Triennale di fotografia e video organizzata dall’ICP (International Center of Photography), New York.
Nel 2003 inizia il progetto site specific_ che coinvolge diverse città: Roma, Torino, Montreal, Amman, Las Vegas, Los Angeles, Shanghai, Siviglia, New York,
San Francisco, Brasilia, Bangkok, Detroit, Chicago, Rio de Janeiro, Mexico City etc.