Nick Darmstaedter – T2MamaTambien
Con il titolo T2MamaTambien, il progetto prende ispirazione dalle diverse manifestazioni di mascolinità che hanno contraddistinto la produzione culturale americana dell’ultimo quarto del 20esimo secolo.
Comunicato stampa
T293 is pleased to present the first-ever solo exhibition in Italy by American artist Nick Darmstaedter. Entitled T2MamaTambien, the project takes inspiration from the spirit of masculinity that shaped American cultural production in the last quarter of the twentieth century. Darmstaedter has selected 1972, a pivotal year in America’s social, economic, and political development, and the longest year in history according to the Coordinated Universal Time (UTC), as the focal point for a broader exploration of the divergent and often competing associations and expectations for the male gender.
During the leap year 1972, while the scientific community was adding two extra leap seconds to the calendar in compensation for the slowing of the earth’s rotation, men were undergoing their own critical reassessments as they faced a new array of influences from the media and the accelerated dissemination of mass culture. Presented with an expanding body of products and tastes, men were urged from all sides toward an ideal definition of manhood. Gathering and filtering his sources from advertising, popular music, films and magazines from 1972, Darmstaedter draws upon these archetypes to examine this deeper, and ultimately subjective, idea of “machismo”.
A series of five oil paintings inspired by the album covers of groundbreaking musical artists Al Green, Black Sabbath, Can, Lou Reed, and Neu! touch upon the impact that these musicians with their larger-than-life personalities had on a generation of men. Each album, released in 1972, contributed to a larger moment in which music, the most widely distributed art form, and the men responsible for its creation, played a significant role in informing the attitudes and behaviors of its male listeners.
The cinema of 1972 had an equally momentous impact on the male psyche in that year and today. Darmstaedter borrows quotes from masculine classics like The God Father and Deliverance as titles for some of the exhibited work. His sculpture, I Could Dance Forever…Oh My Hemorrhoid!, featuring 72 sticks of locally-sourced Italian marble disguised in wax paper butter wrappers, pays homage to a legendary scene from the film Last Tango in Paris, in which famed American actor Marlon Brando sodomizes a young woman using butter as a lubricant, in a theatrical gesture both intensely crude and virile.
Meanwhile, a series of silkscreens derived from generically beautiful landscapes featured in KOOLS cigarette advertisements from 1972 dissect the brand’s marketing strategies of seducing male consumers to indulge in their unattainable desires. The independence and freedom associated with wilderness cater to the stereotypical male predisposition toward exploration and ingenuity. That these values can often mutate into selfishness, is addressed by several ultra violet curable ink prints on concrete, whose images are appropriated from articles about makeshift inventions and photos of stereotypically masculine men and desirable women born in 1972. In isolating these subjects, Darmstaedter sardonically underscores man’s unsteady balance between personal pleasure and familial responsibility.
1972 also saw perhaps the greatest tragedy in sports history at the Olympic games held in Munich, where eleven Israeli athletes were taken hostage and murdered by Palestinian terrorists. Commuting All Death Sentences to Life in Prison, features a genuine 1972 Munich Olympic torch and an original issue of the first Ghost Rider comic book. The games, themselves a consummate forum for athletic achievement and masculine worth, occurred the same year in which the California Supreme Court declared the death penalty cruel, and constitutionally unjustifiable. In its new context, the torch becomes a poignant emblem for man’s triumphs, his desire for a standard ideal, but also for his immeasurable failure and the rebirth of a new vision of perfection that, as Darmstaedter suggests, each man must determine for himself.
Nick Darmstaedter
T2MamaTambien
17 dicembre 2014 – 31 gennaio 2015
Inaugurazione 16 dicembre 2014, ore 19
T293, Via G. M. Crescimbeni 11, Roma
T: +39 06 88980475
[email protected]
T293 è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia dell’artista americano Nick Darmstaedter. Con il titolo T2MamaTambien, il progetto prende ispirazione dalle diverse manifestazioni di mascolinità che hanno contraddistinto la produzione culturale americana dell’ultimo quarto del 20esimo secolo. Come punto focale per una più ampia esplorazione delle divergenti e spesso contrastanti associazioni e aspettative riguardanti il genere maschile, Damstaedter ha scelto il 1972, non solo in quanto anno decisivo per lo sviluppo storico, economico e politico dell’America, ma anche anno più lungo della storia secondo il Coordinated Universal Time (UTC).
Mentre durante l’anno bisestile 1972 la comunità scientifica si apprestava ad aggiungere due secondi intercalari alla classica misurazione del tempo per compensare il progressivo rallentamento della rotazione terrestre, gli uomini iniziavano a ripensarsi criticamente essendo costretti a fronteggiare una nuova serie di influenze da parte dei media, ed anche una più accelerata diffusione della cultura di massa. Posti a confronto con una sempre più ampia disponibilità di prodotti e gusti, si trovarono ad essere spinti da più lati verso una definizione ideale di mascolinità. Raccogliendo e filtrando fonti da pubblicità, musica popolare, film e magazines del 1972, Darmstaedter attinge da tutta una serie di archetipi al fine di analizzare una più profonda, soggettiva e intima idea di ‘machismo’.
Una serie di cinque quadri a olio, tutti ispirati alle copertine di album di musicisti rivoluzionari come Al Green, Black Sabbath, Can, Lou Reed, e Neu!, sottolineano l’impatto che questi artisti con le loro straordinarie personalità hanno avuto su un’intera generazione di uomini. Ognuno di questi album usciti nel 1972, ha contribuito, con i rispettivi autori, a un momento epocale in musica, la forma d’arte più diffusa, e giocato un ruolo fondamentale nel cambiamento delle attitudini e dei comportamenti dell'audience maschile.
Il cinema del 1972 ha avuto un impatto altrettanto significativo sulla psiche maschile, in quegli anni così come oggi. Darmstaedter prende in prestito citazioni da classici della mascolinità come Il Padrino e Un Tranquillo Weekend da Paura, e li trasforma in titoli per alcune delle opere in mostra. La sua scultura, I Could Dance Forever…Oh My Hemorrhoid!, composta da 72 bastoncini di marmo italiano realizzati in loco e rivestiti da involucri di carta da burro in cera, rende omaggio a una scena leggendaria di Ultimo Tango a Parigi, in cui il celebre Marlon Brando sodomizza una giovane donna usando del burro come lubrificante, in un gesto altamente teatrale, al contempo brutale e virile.
Nel frattempo, una serie di serigrafie che riprendono i bei paesaggi universalmente riconosciuti usati come sfondo nelle pubblicità delle sigarette KOOL del 1972, analizzano sagacemente le strategie di marketing del brand nel suo palese tentativo di sedurre i propri consumatori uomini, e farli indulgere nei loro desideri inappagabili. L’idea di indipendenza e di libertà, associata al carattere selvaggio di questi luoghi, riflette la stereotipata predisposizione maschile verso l’esplorazione e l’ingenuità. Che questi valori possano spesso tramutarsi in autoreferenzialità è invece reso manifesto dalla serie di stampe ad inchiostro con raggi ultravioletti su cemento, le cui immagini sono state estrapolate da articoli riguardanti invenzioni artigianali e immagini di uomini e donne nati nel 1972 stereotipicamente desiderabili. Nell’isolare questi soggetti, Darmstaedter mette in risalto in modo sardonico il precario equilibrio maschile, in bilico tra piacere personale e senso di responsabilità verso la propria famiglia.
Il 1972 ha visto anche una delle più grandi tragedie della storia dello sport ai giochi Olimpici svoltisi a Monaco in quell’anno, con undici atleti israeliani rapiti e infine uccisi da terroristi palestinesi. Commuting All Death Sentences to Life in Prison è composta dall’autentica torcia olimpica usata a Monaco nel 1972, e da un’edizione originale del fumetto del supereroe Ghost Rider. I giochi olimpici, essi stessi luogo usurato di conquiste atletiche e vigore maschile, si sono tenuti lo stesso anno in cui la Suprema Corte della California ha dichiarato la pena di morte crudele, e costituzionalmente ingiustificabile. In questo nuovo contesto, la torcia diviene un toccante emblema dei trionfi dell’uomo, dei suoi desideri per un qualcosa di ideale, ma anche dei suoi incommensurabili fallimenti, e la rinascita di una visione di perfezione che, come Darmstaedter suggerisce, ogni uomo deve determinare da sé.