Mario Vespasiani – Mara as Muse
Vespasiani, sperimentatore continuo di tecniche e materiali questa volta presenta dei lavori su purissima seta, per dare vita ad opere che, come bandiere al vento comunicano colori che danno vita a luoghi inesplorati, nei quali si perdono i confini politici rispetto alle morbide superfici, come colte da una veduta aerea.
Comunicato stampa
Storie di viaggiatori, territori e bandiere
Opere su seta
Immaginate delle carte geografiche di paesi sconosciuti, presunti strumenti di orientamento e paesaggi dipinti su velluto. Otterrete un libro chiamato Moto Perpetuo, un volume dall'aspetto di un diario e dal senso di un atlante in cui le testimonianze scritte si alternano agli appunti visivi e ai riferimenti terrestri.
Pensate ora ad un viaggiatore dello spirito, uno che decide di seguire per davvero le rotte riportate tra pagine, tracciate dal cuore e dalla fantasia, portando con sé strani bagagli, dalle forme geometriche e dai richiami naturali, anomali negli abbinamenti di colori, come fossero gli unici elementi in cui conservare ricordi e validi a comunicare la propria identità, al posto delle parole.
Provate a considerare questi territori attraversati, ognuno con la propria storia, con la propria bandiera non più composta da rigidi schemi e poche linee, bensì da macchie vivaci e perimetri imponderabili.
Questa è la nuova mostra di Mario Vespasiani intitolata Mara as Muse, Storie di viaggiatori, territori e bandiere, che si presenta in perfetta successione semantica con le precedenti e che, come vuole la consuetudine, si svela in anteprima nel suo studio marchigiano. Una mostra che parte da lontano, dalla cartografia, come dal movimento che da sempre spinge l'uomo a varcare un confine dopo l'altro, ma anche dal materiale trattato, il quale cangiante nella sua assenza di peso risulta prezioso quanto delicato.
Vespasiani, sperimentatore continuo di tecniche e materiali questa volta presenta dei lavori su purissima seta, per dare vita ad opere che, come bandiere al vento comunicano colori che danno vita a luoghi inesplorati, nei quali si perdono i confini politici rispetto alle morbide superfici, come colte da una veduta aerea.
Le opere sono dunque espressione di un equilibrio, cromatico e simbolico, da vagliare ad ogni istante, in cui l'uomo è parte della natura al punto da confondersi in essa, nel vortice della composizione. Il confine con l'altro, l'inizio di un nuovo spazio è per Vespasiani indice di una diversità che, se da un lato deve mantenersi tale, dall'altro serve a unire e non a dividere.
La mostra di arazzi su seta è dunque un ulteriore tassello in cui l'autore ci presenta il proprio mondo, concreto e immaginario, fatto di mappe geografiche e disponibilità all'accoglienza, bagagli e contatto umano, bandiere e un sentimento di speranza.