Chiara Fumai – Der Hexenhammer
“O fai parte del problema o fai parte della soluzione. Non c’è via di mezzo”. Così due figure femminili in costume cinquecentesco esortano una donna mentre le porgono la comunione. La frase è una citazione amata dalla nota terrorista tedesca Ulrike Meinhof – le figure sono riprese invece da un antico grimorio (libro di magia). La scena, inquietante e surreale, è rappresentata in un wall painting– dipinto a parete, parte del nuovo progetto con cui l’artista Chiara Fumai (Roma, 1978) apre la stagione 2015 della project room.
Comunicato stampa
“O fai parte del problema o fai parte della soluzione. Non c’è via di mezzo”. Così due figure femminili in costume cinquecentesco esortano una donna mentre le porgono la comunione. La frase è una citazione amata dalla nota terrorista tedesca Ulrike Meinhof - le figure sono riprese invece da un antico grimorio (libro di magia). La scena, inquietante e surreale, è rappresentata in un wall painting– dipinto a parete, parte del nuovo progetto con cui l’artista Chiara Fumai (Roma, 1978) apre la stagione 2015 della project room.
Non una mostra nel senso classico del termine quindi, ma, in linea con la vocazione sperimentale della Project Room, un progetto che vede, oltre al wall painting appena descritto, una performance live dell’artista in stretto dialogo con il contesto di Museion e delle sue mostre. In otto appuntamenti da gennaio ad aprile Fumai guida infatti i visitatori attraverso l’esposizione di un’altra artista, Rossella Biscotti, che si svolge in contemporanea al quarto piano di Museion. I visitatori non si aspettino una semplice visita guidata, però: in un gioco di sovrapposizioni e rievocazioni di frammenti dalla storia recente, in Chiara Fumai vivranno la voce e la storia della giornalista e terrorista tedesca Ulrike Meinhof.
Come spesso avviene nelle performance dell’artista, le voci di personaggi storici ai quali ha dedicato le sue ricerche abitano e si manifestano attraverso il suo corpo. Ulrike Meinhof (1934, Oldenburg - 1976 Stoccarda) è stata un’intellettuale e componente della RAF (Rote Armee Fraktion), gruppo terroristico che ha caratterizzato gli anni roventi della Repubblica Federale Tedesca degli anni ’70. Fumai ha indagato la complessità della sua figura e della sua biografia, i gesti inattesi che ha compiuto e i testi che ha scritto, prima come giornalista della testata di sinistra Konkret e successivamente come rivoluzionaria comunista e attivista della lotta armata. Chiara Fumai non è la prima a rapportarsi a questo personaggio, che ha esercitato il suo fascino anche sul noto artista tedesco Gerhard Richter e sulla pittrice Marlene Dumas, autori di ritratti della terrorista da morta.
Nel progetto per Museion l’impegno politico e ribelle di Meinhof è associato all’immaginario del trattato medievale Malleus Maleficarum, celebre trattato contro la stregoneria pubblicato dai frati domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprengler nel 1478 (tradotto in tedesco con Der Hexenhammer che dà il titolo alla mostra). Nel grande wall painting sulla parete della Project Room, Fumai riporta inoltre alcuni copioni della performance sotto forma di collage e scrittura automatica – la figura della terrorista viene così inserita nel suo universo.
Der Hexenhammer si inserisce nella pratica artistica di Chiara Fumai, costellata da fitti riferimenti alla storia dell’arte, in particolar modo al surrealismo, alla filosofia metafisica, al femminismo anarchico, ma soprattutto dalla costante riflessione su ciò che è opposto e imprevedibile e permette quindi un rovesciamento e un cambio, anche radicale, di prospettiva.
In occasione della mostra è edito un journal distribuito gratuitamente con un testo in tre lingue (it/en/dt) di Érik Bordeleau (Concordia University, Montreal).
Chiara Fumai (Roma, 1978, vive e lavora a Bruxelles) personali in istituzioni come MACRO Testaccio, Roma (2011), Muratcentoventidue, Bari (2011) e Careof, Milano (2008); tra le collettive Fondazione Querini Stampalia, Venezia (2013) e dOCUMENTA (13), Kassel 2012. Nel 2013 le è stato conferito il Premio Furla, riconoscimento biennale d'eccellenza per l'arte contemporanea dedicato ai giovani talenti italiani.