Astri e immagini
In mostra le suggestive immagini che l’uomo e la natura hanno creato mettendo in correlazione l’archeologia con gli eventi astronomici.
Comunicato stampa
Lunedì 26 gennaio, dalle 17.00 alle 18.00, inaugura la mostra “Astri e immagini” presso la Mediateca del Mediterraneo (MEM) di via Mameli a Cagliari.
Sino all'8 febbraio 2015 sarà infatti possibile fruire gratuitamente dell'esposizione, secondo gli orari di apertura della MEM, ammirando le suggestive immagini che l'uomo e la natura hanno creato mettendo in correlazione l'archeologia con gli eventi astronomici.
Durante l'inaugurazione il presidente dell'Associazione Agorà Nuragica, Paolo Littarru, e lo studioso di archeoastronomia Mauro Peppino Zedda parleranno del tema dell'esposizione e delle fotografie mostrate al pubblico.
L'iniziativa è inserita all'interno del grande progetto denominato “Agorà Nuragica”, promosso dall'Associazione Culturale Caravella con la collaborazione scientifica dell'associazione Agorà Nuragica e con il contributo dell'Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna.
La manifestazione tutta, che consta di un mix tra visite guidate, convegni, corsi di specializzazione per guide turistiche e la mostra “Astri e immagini”, mira a trasformare la scienza archeoastronomica in un possibile volano per il turismo in Sardegna, attraverso l'implementazione dell'offerta turistica del settore archeologico.
Agorà Nuragica vuole essere un evento in grado di diffondere conoscenza, cultura, formazione, con lo scopo finale di arrivare alla creazione di un innovativo brand turistico sino ad oggi rimasto inutilizzato: l'archeoastronomia e i nostri siti archeologici.
«In Egitto o in Messico il turismo non necessariamente viene portato avanti da esperti in materia – spiega Paolo Littarru, presidente associazione Agorà Nuragica, durante la presentazione alla stampa di dicembre scorso – o perlomeno così lì non nasce. Il nostro patrimonio ha una valenza non inferiore a tali luoghi. Dovremmo quindi fare in modo che più persone possibili possano fruire di questi beni ancora inesplorati. A Isili, ad esempio – prosegue Littarru – vi è un sito che da solo risulta un unicum, sconosciuto ai più. Esso regala uno spettacolo mozzafiato». Il presidente di Agorà Nuragica conclude infine sostenendo che «nonostante le riviste del settore sostengano pienamente le teorie archeoastronomiche, risulta paradossale che, invece, nessuno in Sardegna voglia confutare tali teorie: il mondo accademico rimane sordo mentre i media tacciono. Nel frattempo uno studioso emerito come Clive Ruggles, professore di Archeoastronomia della Scuola di Archeologia e Storia Antica dell'Università di Leicester, Gran Bretagna, dedica due capitoli del suo libro Handbook of Archaeoastronomy and Ethnoastronomy al patrimonio sardo».
Lo studioso Mauro Peppino Zedda asserisce, invece, «che bisogna attivarsi per valorizzare l'archeoastronomia e prendere spunto dai siti già ampiamente “sfruttati”. Il fenomeno solstiziale, infatti – aggiunge Zedda – può essere “utilizzato” con animazioni e mezzi tecnologici che possono riprodurre il fenomeno tutto l'anno. Si tratterebbe, quindi, di una risorsa culturale che diventa valore aggiunto». Zedda tiene inoltre a precisare che «l'archeoastronomia non è fantascienza: a Isili vi è un esempio di sistema archeoastronomico riscontrabile da una disposizione nuragica messa in campo sulla falsariga di quelle mesoamericane. Un allineamento perfettamente funzionale al solstizio».
Agorà Nuragica prende il nome dall'omonima associazione culturale che negli anni si è battuta e ha lavorato per diffondere le scoperte scientifiche e portarle a conoscenza dell'opinione pubblica attraverso una notevole mole di lavoro che ha contribuito a creare numerosi convegni culturali internazionali e una notevole visibilità mediatica.
L’archeoastronomia è la scienza che studia le relazioni tra le caratteristiche dei monumenti archeologici e gli eventi astronomici con cui tali costruzioni possono essere messe in relazione. Si tratta, perciò, di una disciplina scientifica che incorpora l’archeologia e la storia dell’astronomia, unendo e ampliando il fascino di entrambe, e costituisce materia di studio universitario in diverse università europee e, da qualche anno, anche al Politecnico di Milano. Il progetto “Agorà Nuragica 2014” ha l'obiettivo di valorizzarne le scoperte applicandole al settore turistico, costruendo così un nuovo pacchetto per l'offerta turistica destagionale, con un potenziale attrattivo destinato a crescere di anno in anno.
Tra i molteplici aspetti su cui l’archeoastronomia indaga vi è lo studio dell’orientamento delle antiche costruzioni, siano esse di carattere funerario, sacro o profano, cercando di capire se l’orientamento possa essere figlio di motivazioni astronomiche. Un esempio pratico, di fama mondiale, può essere il sito britannico di Stonehenge, dichiarato patrimonio mondiale per l'umanità dall'UNESCO.
Numerosi studi degli ultimi 20 anni, pubblicati sulle principali riviste scientifiche internazionali, hanno dimostrato inequivocabilmente come anche i nuraghi siano stati costruiti seguendo dei precisi parametri astronomici.
Analizzando l'insieme dei siti archeologici sardi, infatti, si può affermare con certezza che l’impianto planimetrico dei nuraghi complessi è astronomicamente orientato verso il sorgere del sole o della luna ai solstizi e lunistizi.
Uno dei tanti esempi è ravvisabile nella valle di Brabaciera di Isili, dove la totalità dei nuraghi presenti risultano allineati lungo angolazioni coincidenti con le linee solstiziali e lunistiali.
La manifestazione “Agorà Nuragica 2014” è promossa dall'Associazione Culturale Caravella con il contributo dell'Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna e con la collaborazione dell'associazione Agorà Nuragica, del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, della Provincia di Cagliari, della Biblioteca universitaria di Cagliari, della Mediateca del Mediterraneo, della fondazione Nurnet e con i comuni e le Pro Loco di Isili, Meana Sardo, Thiesi, con l'associazione Archeologica Bonorvese e con la Società Cooperativa Ortuabis.