Daniela Raffaele Clitorosso – Se questo è un uomo
La collezione “Se questo è un uomo” è un omaggio a uomini e donne come Primo Levi e Elisa Springer, testimoni di quello che è stato il più efferato crimine contro l’umanità che la storia ricordi e che non deve dimenticare.
Comunicato stampa
Molti sapranno che «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». (Legge 20 luglio 2000, n. 211)
Come si accinge Ruvo a ricordare la Shoah?
Un’artista ruvese , Daniela Raffaele in arte Clitorosso ha preparato una collezione a tema.
La collezione “Se questo è un uomo” è un omaggio a uomini e donne come Primo Levi e Elisa Springer, testimoni di quello che è stato il più efferato crimine contro l’umanità che la storia ricordi e che non deve dimenticare.
Ma cosa si deve ricordare?
«Bisogna ricordare il Male nelle sue estreme efferatezze e conoscerlo bene anche quando si presenta in forme apparentemente innocue: quando si pensa che uno straniero, o un diverso da noi, sia un Nemico si pongono le premesse di una catena al cui termine, scrive Levi, c’è un Lager, un campo di sterminio», dice Daniela. E poi continua: «Gli scenari di morte, sono gli stessi per tutte le numerose vittime della Shoah: lunghi binari, filo spinato, corpi bruciati, lettere e numeri tatuati sul braccio sinistro, e una stella a sei punte, la Stella di David simbolo di riconoscimento degli Ebrei.
Ma chi sono gli ebrei? Tutt’oggi non si riesce a dare una risposta esauriente a questa domanda, visto la “Grande Storia” di questo popolo; per quanto mi riguarda, sono uomini, donne e bambini, strappati ingiustamente alla vita. Se si pensa a quanti tra di loro sono stati o potevano essere “grandi artisti” o “luminari” della scienza e della letteratura, e che il mondo non ha potuto conoscere fino in fondo, restando in silenzio e a guardare…
Il 27 Gennaio, il “Giorno della Memoria” diventa per me, un modo per interrompere quell’ assordante silenzio e raccontare alle future generazioni, con ogni espressione, la drammatica storia di un popolo che ha vissuto la morte, e che attraverso la memoria di ognuno di noi, ne vive anche la rinascita».
«Voglio riprendere un pezzo che mi ha ispirato e colpito moltissimo: “A Birkenau,il portone della morte,non si richiuderà più sulla memoria, il binario che l’attraversa, non si fermerà più sulla rampa, disperdendosi, davanti all’altare delle conoscenze e della coscienza, davanti ai ceri della preghiera e ai fiori del riscatto.
Lì ,in quel punto, si incontreranno i giovani liberi, i ragazzi della pace, e lì ad Auschwitz-Birkenau, dalle ceneri sparse fra le zolle, continuerà a nascere la nostra vita.”
(da “Il silenzio dei vivi” Elisa Springer)».