Josse Bailly – Turps Haze
Turps Haze ripercorre più di un decennio della carriera artistica di Josse Bailly, dalle sue prime pitture esposte negli spazi underground di Ginevra nei primi anni duemila, fino alle sue creazioni più recenti presentate in musei e spazi d’arte di tutta la Svizzera.
Comunicato stampa
Una mostra retrospettiva di Josse Bailly.
Turps Haze ripercorre più di un decennio della carriera artistica di Josse Bailly, dalle sue prime pitture esposte negli spazi underground di Ginevra nei primi anni duemila, fino alle sue creazioni più recenti presentate in musei e spazi d’arte di tutta la Svizzera.
Josse Bailly è tra i principali rappresentanti della nuova pittura svizzera. Ha ricevuto nel 2011 il Premio Nationale Suisse, nel 2012 il premio New Heads BNP Paribas e nel 2013 ha vinto gli Swiss Art Awards. Ha esposto in diverse istituzioni e spazi d’arte in tutta la Svizzera, quali sic ! Raum für Kunst, (Lucerna), Ausstellungsraum Klingental (Basilea), CAC (Ginevra), Can (Neuchâtel), Manoir de Martigny (Martigny), Aargauer Kunsthaus (Aarau), New Jerseyy (Basilea) così come l’Istituto Svizzero di Milano.
Nelle opere di Josse Bailly, la tradizione pittorica è contaminata con elementi provenienti dall’immaginario delle subculture in particolate del hard rock anni degli anni ‘70, dal linguaggio vernacolare o ancora dalle avanguardie iconoclaste del XX secolo quali, ad esempio, dadaismo e situazionismo.
TURPS HAZE desidera mettere in risalto l’importanza di Josse Bailly nello sviluppo d’innovazioni tecniche e di strumenti concettuali, i quali hanno favorito la diffusione della pittura figurativa nella scena artistica elvetica.
Il titolo della mostra “Turps Haze”, fa riferimento alle qualità psicotrope della trementina, utilizzata per realizzare le pitture a olio. In occasione di diverse interviste, l’artista ha giustificato la scelta del medium pitturai quanto l’uso della trementina permette di “sballarsi un po’”. Una affermazione apparentemente sfrontata, la quale permette nondimeno di ricollegarsi con una lunga tradizione che associa la figura dell’artista al mito romantico del creatore marginale e visionario.