Feliscatus – La storia dell’arte ha occhi di gatto

Informazioni Evento

Luogo
11DREAMS - ART GALLERY
Via Rinarolo 11/c, Tortona, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni 16 – 19

Vernissage
15/02/2015
Artisti
Feliscatus
Generi
arte contemporanea, personale

Non tutti gli artisti hanno l’indole felina. E non da tutti i ritratti fatti dagli artisti che la possiedono proviene la vocazione che cerca, “trova”, analizza e invita il potenziale ricettore, ritenuto in grado di captarla, a svelarne la vera natura nascosta dai lineamenti umani, apparenti e posticci.

Comunicato stampa

Non tutti gli artisti hanno l’indole felina. E non da tutti i ritratti fatti dagli artisti che la possiedono proviene la vocazione che cerca, “trova”, analizza e invita il potenziale ricettore, ritenuto in grado di captarla, a svelarne la vera natura nascosta dai lineamenti umani, apparenti e posticci.
I connotati che in superficie si vedono, in alcuni di questi ritratti realizzati in vari periodi centinaia di anni fa, danno forma a una maschera che nasconde i connotati veri, la “corretta” fisionomia del volto, le cui sembianze sono, per l’appunto, feline. Ovviamente.
Perché felina poteva anche non essere la persona ritratta, ma lo era senz’altro l’artista che queste figure aveva davanti. Non sempre. Sì, in particolari occasioni: sicuramente nel tempo di posa, e ancor di più nel tempo della pittura.
Se l’artista avesse potuto, con occhio rapace, prelevare la vita a chi stava posando per mescolarla ai colori l’avrebbe fatto.
La compagnia, in qualche caso di una rana, sopra la testa o un copricapo, si rivela un aiuto concreto ed è ben accetto, facilita il passaggio da stato a stato, da una sterile inerzia allo sviluppo di una progressiva vitalità; l’affinità formale esistente tra rana e gatto suggerisce la coesistenza pittorica come proficua per tutt’e due. In due si vede meglio, da una posizione sopraelevata si può vedere più lontano; anche, per mezzo di un salto, quel che c’è al di là del muro e del buio. In più, come occhi di gatto, questi dipinti di figure, che da secoli osservano chi transita loro davanti, riescono a vedere nel buio quasi totale, perché una tela intelaiata per un ritratto, pure una tavola preparata, nelle mani giuste e con occhi idonei, sono già retina, sono già immagine e cervello.
Quindi, la trasposizione felina dei ritratti, scelti, in un primo tempo tra i tanti possibili, non a caso ma secondo un appropriato e puntuale metodo, un criterio visivo atto a misurarne la predisposizione, l’itinerario e l’obiettivo predestinati, viene valutata poi da un sentimento animale o sesto senso che dir si voglia, e determina l’avanzare sicuro e irreversibile, senza possibilità alcuna di pentimento, titubanza o sgambetti stilistici, di un nuovo personaggio emergente che a tutti gli effetti sostituisce il precedente.
In ogni caso non è la persona ritratta, che secoli fa aveva quelle fattezze, ad essere in gioco. Quella persona, che allora si muoveva, parlava, pensava, viveva, invecchiava, cessò di esistere, nel quadro, nel momento in cui il pittore, firmando o no quanto aveva fatto, finì di dipingerlo. Rimase l’energia pittorica in sé; da lì, ciò che essa oggi contiene, la verità occulta.
Il carattere felino della rivelazione, inoltre, si riversa nella libertà mai azzerata dai confini del supporto, dai limiti della tavola o della tela, in una domesticità mai totale nella collocazione fissa, in una sistemazione di convenienza o dettata da variabili esigenze estetiche. In un’ostentata evidenza che ne mostri prima luci e contrasti, dopo colori e forme. Infine lo sguardo.
La pittura, certa pittura, ha una vita a sé che prescinde da quella degli umani. E degli umani, che in fin dei conti sono stati e sono solo mezzi, scopre e si abitua al fatto che cambiano, si avvicendano; si accorge che nei loro confronti ha un punto di forza: diventa da essi indipendente e ad essi sopravvive.
Sarebbe interessante che qualcuno in futuro cambiasse a sua volta questi quadri felini. Io l’ho già fatto, una volta. Traendone disegni e dipinti non-morti.

La grande odalisca da Ingres, Sonia da Fantin-Latour, Dama con liocorno da Raffaello, Bambina della famiglia Redetti da Moroni, Il conte Guriev da Ingres, Uomo col turbante da van Eyck, Ritratto di musico da Leonardo, Madame Leblanc da Ingres, La marchesa D’Adda Falcò da Hayez, L’avvocato da Moroni, Ritratto di vecchio seduto da Moroni, Madame Marcotte da Ingres, Autoritratto da Hayez, Agnolo Doni da Raffaello, Baldassarre Castiglione da Raffaello, Madame Devauçay da Ingres, Madame David da David, Ritratto di fanciulla da Tiziano, L’Ariosto da Tiziano, Lucrezia del Fede da Andrea del Sarto, Dama con ermellino da Leonardo, Giovanni Arnolfini da van Eyck, Giuseppe Roberti da Hayez, La buona ventura da de La Tour, La Belle Ferronnière da Leonardo, Autoritratto a ventiquattro anni da Ingres, Autoritratto a settantotto anni da Ingres.
Feliscatus