Francesco Vanzaghi – Good vibes
Quindici tele di medie e grandi dimensioni compongono una rappresentazione corale delle “good vibes” (vibrazioni positive) che l’arte della musica, uno dei temi di ricerca prediletti da Vanzaghi, riesce a creare: atmosfere estatiche, sognanti e a volte sofferte, intensamente ricche di pathos.
Comunicato stampa
Arianna Sartori Art & Object Design è lieta di presentare la mostra personale di Francesco Vanzaghi (Milano, 1979) nella sede di Via Cappello 17 a Mantova.
Quindici tele di medie e grandi dimensioni compongono una rappresentazione corale delle “good vibes” (vibrazioni positive) che l’arte della musica, uno dei temi di ricerca prediletti da Vanzaghi, riesce a creare: atmosfere estatiche, sognanti e a volte sofferte, intensamente ricche di pathos. Vibrazioni che vengono espresse con forza in ogni nota pittorica, attraverso una tecnica precisa e impetuosa al tempo stesso, capace di esplodere nei dettagli cromatici e nelle espressioni dei personaggi rappresentati, imprimendo alla fisicità dei corpi e degli strumenti una tensione e un’energia veementi.
L’indagine meticolosa del dettaglio è per Vanzaghi un espediente stilistico in grado di condurre alla scoperta di nuove luci e forme, vibrazioni pittoriche che, dal particolare, intonano una sintonia d’insieme ardita e audace ma mai impenetrabile: a tutti infatti è permesso di entrare nella scena del quadro, di assaporare le molteplici sensazioni del contesto e di lasciarsi trasportare dal potente impatto della tela.
Dall’America degli Anni Ruggenti alla Francia di Josephine Baker, passando per gli primissimi ombrosi e suggestivi club di jazz: Vanzaghi accompagna l’osservatore in un “tour” musicale e pittorico che attraversa i migliori decenni del Novecento e che ricollega molti personaggi divenuti famosi nel cosiddetto “secolo” breve a miti e leggende dell’antichità, quasi fosse consegnato a loro il compito di reinterpretare la modernità.
In questo senso, i titoli delle opere forniscono una nuova chiave di lettura: “Golia”, “Erodiade”, “I satiri”, “Demetra”, “Lete” e via dicendo… La storia ritorna e si ripete nei secoli e nei millenni, acquistando nuovi significati e un nuovo corso grazie anche all’arte. D’altronde è una storia avvincente e vecchia come il mondo, è un bisogno dell’uomo e dell’artista di ieri, di oggi e di domani.