Alessandro Marchese
Il titolo scelto per l’esposizione è emblematico: Verboten, che in tedesco significa “vietato”. Verboten era anche il timbro che era messo su tutte le opere d’arte, proibite durante il terzo Reich perché considerate indecenti, contrarie e incompatibili con l’ideologia nazista.
Comunicato stampa
Sarà inaugurata domenica 8 marzo 2015 alle ore 17:30, presso la GADAM | Galleria d’arte di San Marco D’Alunzio (Me), la mostra personale “Verboten” del pittore palermitano Alessandro Marchese, curata da Rosario Motta e Davide Monastra.
Il titolo scelto per l’esposizione è emblematico: Verboten, che in tedesco significa “vietato”. Verboten era anche il timbro che era messo su tutte le opere d’arte, proibite durante il terzo Reich perché considerate indecenti, contrarie e incompatibili con l’ideologia nazista.
“Abbiamo tutti qualcosa da nascondere, un lato oscuro dentro di noi che non vogliamo far vedere al mondo – ha dichiarato Alessandro Marchese a proposito di “Verboten” -. Ecco perché ho deciso di dare visibilità alle vite nascoste di alcuni personaggi veri e inventati che ruotano attorno al mio quotidiano”.
I corpi rappresentati da Marchese nella loro deformità, sono ipnotici: mettono lo spettatore di fronte alla cruda realtà, spogliata da tutte le sovrastrutture. I suoi “eroici” personaggi non hanno nulla di epico: mostruosi, grotteschi, immagine della realtà in cui viviamo.
Alessandro Marchese invita lo spettatore ad andare oltre l’apparenza delle cose per scoprire che non esiste perfezione. A vincere è sempre la debolezza della condizione di essere umano, in cui la carne è corrotta dal vizio, dove non esistono virtù, e per sopravvivere si ricerca un momento di benessere sessuale, che post coitum lascia solo ansia, angoscia, dolore, smarrimento, pena.
L’eros nelle opere è esplicito ed esplicitato in tutte le possibili varianti in modo ironico e dissacrante, - masturbazione maschile e femminile, omosessualità, pratiche bondage e sadomaso - enfatizzando gli aspetti più degradati e oscuri, mostrando un rapporto con il proprio corpo o con quello delle partner che non ha nulla di dignitoso, ma mettendone in evidenza il ridicolo e il nonsense. Chi guarda è ipnotizzato dall’orrore, nell’apoteosi del compiacimento voyeuristico di spiare e di invadere la privacy degli altri con prepotenza e senza nemmeno pensare di chiedere il permesso
Il sesso, la violenza e l’estasi, sono un richiamo alle correnti immaginative della storia dell’arte occidentale che trova le sue radici in maestri come Bosch, Bruegel e Grunewald. Chiaro è inoltre il riferimento al “Pornocrates” di Felicien Rops per il simbolismo e l’ironica rappresentazione di una civiltà decadente: immagini erotiche di freak deformi e raccapriccianti che vivono una condizione di contrappasso come in un girone dantesco dell’Inferno.
N.B. - Tutte le opere contengono scene di sesso esplicito per questo è vietata ai minori di anni 16. Inoltre non è consigliato l’ingresso alle persone sensibili al tema, che possono sentirsi offese per il tema trattato dalla mostra d’arte.
Alessandro Marchese vive tra Palermo e Bergamo. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Palermo e ha partecipato a numerose mostre e collettive. Insegna Storia dell’Arte e insegue ciò che di bello e buono c’è in ogni giorno per ricordarci che siamo vivi.