Unum – Gabriel Feld
Quattordicesimo appuntamento della rassegna Unum a cura di Francesco Gallo Mazzeo.
Comunicato stampa
Bibliothè Contemporary Art Gallery
Quattordicesimo appuntamento della rassegna
Unum
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
Un'opera unica di Gabriel Feld
Cinque figure
Testo di Ezio Genovesi
L’esposizione resterà aperta fino al 7 Aprile 2015.
Orario: dal lunedì al sabato: 11.00/23.00
Info: (+39) 06 6781427
“Tutto si conduce ad unità – afferma Gallo Mazzeo - [...] nei modi più imprevisti ed imprevedibili è diventare scoperta di sé,
del sé nascosto che in tanto errare e peregrinare non si è mai allontanato da sé stesso, dal proprio sogno,
perimetro e area di una grande avventura, in cui ogni nome pronuncia un nome, ogni volto cerca un volto e tutti insieme recitano Unum.”
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Cinque figure
Una credenza, certamente apocrifa, ci racconta che solo l'occhio degli dei può avere uno sguardo completo sul mondo. Ai mortali è data una visione parziale quanto limitata; ma per riscatto gli dei hanno fatto dono agli esseri umani della capacità di descrivere l'intero universo con la virtù dell'immaginazione.
Vedere comporsi sul muro dello studio di Gabriel Feld una sequenza seriale di post-it, o foglietti di carta colorata di formato industriale, mi faceva veniva in mente questo mito, trovato e perduto nella confusione di letture sempre male memorizzate. E con essa, anche se con incertezza, emergeva la figura retorica della metonimia (ma più propriamente una sineddoche), in cui un frammento di forme geometriche risponde ad una possibile ricomposizione idealizzante dell'intero cosmo nella nostra mente.
L'opera in mostra alla Bibliothè Contemporary Art, Cinque figure, è la materializzazione di aspirazioni, di suggestioni e di pratiche quotidiane con il design e con l'arte. Manifesta l'interesse per la geometria astratta e per l'insegnamento dell'Architettura in una università, la Rhode Island School of Design, dove la progettazione ha forti propensioni verso le arti. In senso più ampio, sono pertinenti i richiami al Razionalismo, al Costruttivismo e quindi alla Bauhaus. Ma a questi si aggiungono substrati storici: la maglia ortogonale di Buenos Aires, città natale di Gabriel; o più recentemente, intanto che egli andava familiarizzandosi con la Roma antica, la centuriazione del territorio agricolo, la tecnica edilizia detta opus reticulatum e i pavimenti cosmateschi delle basiliche romane.
Sul retroterra formativo si inserisce la componente didattica. Preparare gli studenti a rendersi conto del valore intrinseco dei materiali e delle possibilità che hanno le mani di estenderne le potenzialità. Lezioni o meglio esercizi di grammatica visiva che sono eseguiti con materiali seriali e poco costosi. Da qui il trasferimento ad una sfera estetica, dove la tassellatura è il risultato di un ritmo musicale, dunque cromatico, che dà origine ad una nuova struttura, o relazione tra parti con l'insieme.
Ma qui avviene una caduta. Gabriel è esplicito: nel suo lavoro non vi è alcun a priori, né nella sequenza del fare e tantomeno nel risultato finale. Perché nell'apparente rigore razionale si insinua una spinta sovversiva che proviene dalla materia stessa e si manifesta in forme di interruzione, deviazione, caducità. Perché può accadere che il lavoro si modifichi per gli impulsi di circostanze empiriche che non sottostanno a modelli di ordine precostituito. Perché la griglia non se la sente più di essere una griglia e, mentre si sfalda, impone di muoversi verso destinazioni imprevedibili.
La statuto effimero di Cinque figure richiede che l'opera sia una istallazione in sintonia con le dimensioni e le condizioni di luce dell'ambiente, i cui valori cambiano in conseguenza della posizione assunta dallo spettatore. E per questo stesso statuto l'istallazione deve essere eseguita con una certa rapidità: messa in opera e consumata.
Leale alla sua vocazione di architetto nel cantiere e di insegnante in aula, Gabriel ha avuto la collaborazione di quattro studenti, Rakhshaan Qazi, Heather McLeod, Eashan Chaufla, Harrison Ochs, perché si aprano all'esperienza di specchiarsi nella costruzione di una particella dell'universo. Nelle convenzioni estreme della stilizzazione, le loro parvenze si possono intuire non certo in improbabili tratti fisionomici ma nelle relazioni antropomorfiche con ognuna delle Cinque figure. Penso che gli dei le guardino con ammirazione e benevolenza.
Ezio Genovesi
Gabriel Feld
Gabriel Feld è un architetto e professore. Attualmente risiede a Roma come Chief Critic alla sede romana della Rhode Island School of Design. Dal 1990 insegna architettura alla RISD dove ha diretto il dipartimento di architettura dal 1997 al 2002. Ha anche insegnato ai China Academy of Art, Dessau Institute of Architecture, Universidad Torcuato di Tella, Harvard Graduate School of Design, Boston Architectural Center e Universidad de Buenos Aires. Ha svolto la sua professione sia nella sua nativa Argentina che negli Stati Uniti realizzando progetti residenziali e istituzionali, abitazioni di grande formato convenienti, costruzioni industrializzate, design urbane e trasporti.
Feld si è laureato in Architettura all'Universidad de Buenos Aires nel 1980 e con il Masters in Architettura con lode alla Harvard University nel 1988.
Progetto Unum in cooperazione con Enzo Barchi, Ufficio stampa InEvoluzionet e Progetto grafico di Mauro Aquilanti