L’Europa in guerra. Tracce del secolo breve
Oltre 200 opere d’arte raccontano le vicende del primo conflitto mondiale. In mostra dipinti, disegni, incisioni, diari, lettere e documenti.
Comunicato stampa
Venerdì 17 aprile alle ore 18 al Castello del Buonconsiglio di Trento, sarà inaugurata la mostra dedicata al primo conflitto mondiale intitolata “L’Europa in guerra. Tracce del secolo breve”, visitabile fino al 6 settembre 2015. La rassegna, curata da Piero del Giudice, è realizzata nell’ambito delle iniziative nazionali per il Centenario - grazie al supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Trento e la Provincia di Trieste, in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino, il Castello del Buonconsiglio di Trento e la cooperativa La Collina. Nel panorama delle mostre dedicate al Centenario della Prima Guerra mondiale, questa allestita al Castello del Buonconsiglio, luogo simbolo del primo conflitto dove venne incarcerato e giustiziato Cesare Battisti, ha diversi elementi di straordinarietà. Risultato di una ricerca e una rappresentazione fuori da ogni retorica, fuori dalle banalità celebrative, questa mostra mette in scena tragedie e lutti della guerra, movimenti e singole persone che alla guerra si oppongono, soldati e anche ufficiali che alla morte si ribellano. La mostra e il voluminoso catalogo, edito da edizioni ‘e ‘ Trieste, indagano le cause e gli interessi che hanno scatenato il conflitto, le condizioni di assoggettamento di contadini e operai morti a milioni nella guerra mondiale e dà conto delle ribellioni: quella grande e riuscita in Russia con la rivoluzione bolscevica, quella fallita nel gennaio 1919 del sollevamento spartachista e quelle individuali, soprattutto evidenti nell’ampia scelta di “lettere censurate” dai fondi dell’Archivio Centrale di Stato, esposte nella mostra e riprodotte nel catalogo. Il saggio di apertura nell’enorme catalogo, ricco anche delle letterature di guerra, si intitola La guerra fordista. Una guerra, quella Grande del secolo, copia luttuosa, struttura mortale analoga e parallela al lavoro di fabbrica e nelle campagne dell’età taylorista. Come il lavoro seriale e collettivo organizza nella fabbrica fordista lo sfruttamento dei corpi, così nelle trincee d’Europa si organizza la lotta dei corpi, la loro estinzione a nome e agli ordini della concorrenza tra gli Imperi giunta alla fase finale della spartizione del mondo. La mostra ha avuto una prima sede espositiva a Trieste, al ‘Magazzino delle idee’, dal 28 novembre 2014 fino al 28 febbraio 2015. La mostra è suddivisa in tre sezioni: la prima racconta il cuore sanguinante della guerra e della mostra, i soldati nelle trincee, il panorama di morti sui campi di battaglia e nello spazio martoriato tra opposte trincee, tra filo spinato e cadaveri impigliati ai cavalli di Frisia, nella seconda sala si trovano gli artisti delle opposizioni alla guerra e della ribellione e infine nella terza sala si indaga la religiosità e devozione popolare durante il conflitto. Sono presenti opere di Dix, Grosz, Kollwitz, Sironi, Sartorio, Balla, Viani, Brass, Lugli, Salvarani, Quarenghi, Depero, Scalarini, Helios Gagliardo, Mura e decine di altri artisti. La ricerca critica e la scelta delle opere indagano nello “shock” che la guerra determina nell’arte accademica e “alta” e sugli stessi furori interventisti. La mostra apre il drammatico capitolo di “arte di guerra” e allarga il discorso alle espressioni e alle arti “basse” - di artigiani, contadini e operai di trincea - alzando sulle pareti vicino ai grandi artisti presenti: ex-voto, arti popolari, oggetti e l’immaginario fantastico di quella religiosità estrema, popolare e barbarica, a cui ricorrono sulla soglia della morte i soldati al fronte.