Giorgio Kienerk – Ritratti
Si potranno ammirare oltre trenta opere di cui diverse inedite, recentemente ritrovate in collezioni private o apparse sul mercato, che consentono di ampliare la conoscenza di questo poliedrico artista (pittore, scultore, illustratore e grafico) attivo a cavallo tra Otto e Novecento e di arricchire significativamente il quadro offerto dalla collezione permanente del museo.
Comunicato stampa
Dal 19 aprile al 19 luglio 2015, nel museo a lui intitolato, si terrà la mostra Giorgio Kienerk. Ritratti. Si potranno ammirare oltre trenta opere di cui diverse inedite, recentemente ritrovate in collezioni private o apparse sul mercato, che consentono di ampliare la conoscenza di questo poliedrico artista (pittore, scultore, illustratore e grafico) attivo a cavallo tra Otto e Novecento e di arricchire significativamente il quadro offerto dalla collezione permanente del museo.
Giorgio Kienerk Fra due luci 1915
La mostra parte dalla presentazione della scultura inedita di Giorgio Kienerk, Il ritratto in terracotta dello zio Guido, eseguito nel 1886 quando l’artista, appena diciassettenne, è allievo di Adriano Cecioni a Firenze. Questa scultura ha una primaria importanza nel percorso di Kienerk e segna il momento in cui il giovane artista, che pure si dimostra naturalmente dotato per la scultura, si affida al nuovo maestro Telemaco Signorini dopo la morte improvvisa del Cecioni, accostandosi nel giro di pochi anni alle principali e più innovative correnti artistiche italiane e internazionali.
Da qui la mostra si articola attorno al tema del ritratto, attraverso l’esposizione di sculture, dipinti, stampe e disegni selezionati, che segnano particolari passaggi nella carriera dell’artista: dai ritratti eseguiti a pastello, tecnica moderna per eccellenza attorno al 1900, passando attraverso gli esperimenti sul volto umano condotti con l’ausilio della fotografia e delle arti litografiche per sviluppare il potere evocativo della ‘macchia’, fino al rapporto con la modella e lo studio, tipico della stagione matura, quando Kienerk si alterna tra Fauglia e Pavia città a cui è stato legato dal suo incarico di direttore della Civica Scuola di Pittura.
Giorgio Kienerk Bosco incantato 1917
Il catalogo della mostra ospiterà anche un ampio approfondimento relativo ai rapporti intercorsi tra Kienerk e lo storico dell’arte tedesco Aby Warburg, che nel suo diario ha lasciato traccia dell’incontro con l’artista avvenuto nel suo studio fiorentino ai primi del 1900. Kienerk ha inoltre eseguito un ritratto a macchia di Warburg, solo recentemente identificato, che è tra i pochi ritratti dello storico dell’arte tedesco realizzati da artisti a lui contemporanei.
Giorgio Kienerk Interno con modella 1918
L’attività del Museo Kienerk in questi ultimi anni ha contribuito a ridare all’artista il giusto peso nel panorama nazionale, a conclusione di un lungo percorso di rivalutazione segnato da importanti mostre monografiche (Firenze, 1970; Pavia, 1997; Bologna, 2004), e dagli essenziali contributi storico-critici di Eugenia Querci, di Piero Pacini, di Raffaele Monti e di Rossana Bossaglia. L’importanza di alcune opere di Kienerk per l’evoluzione della storia dell’arte italiana è testimoniata dalla loro presenza in alcune mostre chiave degli ultimi anni: da quella sul Simbolismo di Palazzo Zabarella a Padova (2011-12), dove venne esposta Giovinezza del 1902, alla recentissima mostra sul Liberty di Forlì (2014), in cui il grande trittico L’Enigma umano, già protagonista di una recente esposizione all’Ermitage di San Pietroburgo, viene utilizzato come icona stessa della mostra