Gianni Dessì
La Galleria Alessandro Bagnai è lieta di annunciare una installazione inedita di Gianni Dessì.
Comunicato stampa
La Galleria Alessandro Bagnai è lieta di annunciare una installazione inedita di Gianni Dessì.
Lo spazio espositivo all’interno di Palazzo Ricasoli in Piazza Goldoni 2, è “condiviso”, come accaduto altre volte, con la Galleria Antonella Villanova che apre in contemporanea una personale dell’artista orafo Giampaolo Babetto, una piccola antologica con lavori, disegni e oggetti dagli anni ’70 ad oggi.
I due artisti, provenienti da discipline diverse, si “incontrano” nella prima sala. Qui, Gianni Dessì, attraverso un intervento a parete che invade anche il pavimento, annulla lo spazio fisico ridisegnandolo con leggi sue, portandoci così, attraverso la pittura, in uno spazio altro. Con questo lavoro Dessì crea un ponte con la dimensione altra del lavoro di Babetto: una serie di gioielli e piccole sculture indossabili.
Gianni Dessì disegna talvolta lo spazio con il colore, spesso il giallo, colore della luce ma anche il più instabile fra i colori. L’installazione alla Galleria Alessandro Bagnai, caratterizzata da questo colore, vede come elemento centrale un busto in raku, ceramica realizzata con una tecnica giapponese che offre risultati contrastanti di combustione e colore, determinando da un lato un decadimento della materia (il nero della combustione) e dall’altro la sua rivitalizzazione attraverso la fuoriuscita del colore, metafora allo stesso tempo della dicotomia vita/morte, oscurità/luce. Il busto, un autoritratto, è frammento di un corpo che spesso nel lavoro dell’artista è oggetto di “scarnificazione”, lacerazione impietosa. L’autodeterminazione dell’auto-ritratto è qui una reincarnazione dall’impatto drammatico e brutale interpretabile anche come auto-contemplazione dello status dell’artista.
Gianni Dessì, che a partire dalla fine degli anni ’70 è stato uno dei protagonisti della Nuova Scuola Romana (con Ceccobelli, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli e Bianchi), ha sviluppato in seguito una dimensione più installativa rispetto agli altri componenti del gruppo, coinvolgendo sempre più lo spazio in un dialogo inedito tra pittura e scultura. L’artista continuamente riesamina i confini del tridimensionale creando nei suoi lavori innesti e sovrapposizioni di campiture monocrome, forme scultoree e manipolazioni cromatiche.
Per ulteriori informazioni su Giampaolo Babetto: www.galleriavillanova.com
Galleria Alessandro Bagnai is pleased to present a new installation by Gianni Dessì.
The exhibition space in Palazzo Ricasoli at Piazza Goldoni 2 is being “shared,” as on previous occasions, with Galleria Antonella Villanova, which will open a simultaneous solo show by jewelry maker/artist Giampaolo Babetto, a small anthology comprising some of the artists’ works, drawings and objects from the 1970s to the present day.
The two artists, from their different disciplines, will “meet” in the first exhibition room. Here, with a wall-based work that partially occupies the floor as well, Gianni Dessì erases the physical space and re-draws it according to his own laws, taking us into another space through painting. With this work, Dessì builds a bridge to the other dimension of Babetto’s work: a series of jewels and little wearable sculptures.
Gianni Dessì sometimes uses color to design the space - often yellow, the color of light, but also the most volatile of colors. His installation for Galleria Alessandro Bagnai is awash in yellow; its central element is a bust in raku, a Japanese ceramic technique that generates contrasts of combustion and color, creating a breakdown of the material on the one hand (burnt blackness) and its revitalization on the other through a bursting forth of color, a metaphor of the life/death, darkness/light dichotomy. The bust, a self-portrait, is a fragment of a body which is often the object of “stripping” of flesh and merciless laceration in the artist’s work. The self-determination of the self-portrait here becomes an embodiment of a dramatic and brutal impact, which we can also interpret as the artist’s contemplation of his status as such.
From the end of the 1970s, Gianni Dessì was one of the main figures in the Nuova Scuola Romana (along with Ceccobelli, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli and Bianchi), and later developed a more installation-oriented dimension than other members of the group, increasingly involving space in a new dialogue between painting and sculpture. The artist continually tests the limits of three-dimensionality, creating grafts and overlayerings of monochromatic fields, sculptural forms and color manipulations.