Antropia
Mostra collettiva a cura di Marco Meneguzzo ed in collaborazione con Studio la Città.
Comunicato stampa
Eduardo Secci Contemporary ha il piacere di inaugurare per il secondo anno consecutivo la propria stagione estiva a Pietrasanta a partire dal 25 Aprile con l’inaugurazione di Antropia, mostra collettiva a cura di Marco Meneguzzo ed in collaborazione con Studio la Città.
Tre artisti Internazionali, Donald Sultan, Jacob Hashimoto, Mikala Dwyer insieme a tre artisti Italiani, Alessandro Brighetti, Massimo Vitali e Roberto Pugliese, rifletteranno sulla natura e sul rapporto dell'uomo con essa.
Antropia è la scienza dell’azione umana sulla natura. In questo senso, si può dire che gran parte dell’arte è antropica: basta considerare le tre grandi suddivisioni tradizionali della pittura in pittura di paesaggio, natura morta e figura per comprendere che almeno due terzi di ogni immagine, e di ogni pensiero sull’immagine riguardano il nostro rapporto con ciò che chiamiamo natura. Si potrebbe obbiettare che quelle divisioni tradizionali non valgono più, ma di fatto esse ritornano anche oggi sotto mentite – e più varie – spoglie: semplicemente i linguaggi dell’arte si sono ampliati, e gli strumenti di indagine e di relazione con la natura sono più numerosi.
Questa mostra ne è un esempio lampante: di cosa parlano questi sei artisti, così diversi nei loro esiti e nelle loro formalizzazioni, se non di questo rapporto, di questa “azione umana sulla natura”? Certo, la prima “azione umana sulla natura” è lo sguardo, e l’artista si può tranquillamente fermare alla restituzione di questo sguardo, cioè alla rappresentazione tradizionale della natura come mimesi. Ad esempio, le fotografie di Massimo Vitali fanno proprio questo: mostrano come questo rapporto uomo/natura si determini ogni momento, anche inconsciamente, come fanno i suoi bagnanti, sicuramente non consapevoli di mutare – con la loro mera presenza – l’aspetto e forse anche il senso della natura.
Anche Donald Sultan rientra di diritto e volutamente nel novero degli artisti che hanno dipinto la natura: lo fa attraverso la cultura dell’immagine, quella cultura sedimentata nel corso di secoli, che però consente ancora all’artista di dipingere un mazzo di fiori, forte di tutte le infinite varianti su uno stesso tema che il linguaggio dell’arte permette.
In fondo, persino Jacob Hashimoto rientra in questa linea di rappresentazione, tuttavia con l’uso di materiali infinitamente più mimetici: le sue erbe sembrano – o sono, poco importa – davvero fili d’erba inseriti nell’opera, in modo da assottigliare ancor più il confine tra realtà della realtà e realtà dell’opera, tra presentazione e rappresentazione.
Con Mikala Dwyer e Alessandro Brighetti, che pure usano strumenti diversissimi, si tocca invece quella branca espressiva che intende ancora l’arte come mimesi, ma dove la mimesi non è tanto nelle forme della natura – anche quelle, per altro – quanto nei suoi processi: entrambi in maniera differente, infatti, inseriscono nelle loro opere il fattore tempo, sotto forma visibile, per quanto riguarda i video di Brighetti, e sotto forma concettuale, ma reale, per Dwyer, che mette in scena delle piantine sospese, veri organismi viventi che nascono, crescono, muoiono. Entrambi tuttavia riproducono il processo naturale, lo imitano (Brighetti) o lo forzano, evidenziandolo (Dwyer).
Roberto Pugliese, infine, scava la natura alla ricerca di segreti che possano spiegare gli atteggiamenti e le attitudini umane. Se è il suono il filo rosso che lo guida, l’artista lo cerca dove nessuno pensa di poterlo trovare, o dove nessuno, per la sua semplice disattenzione, lo sente. Egli sembra piegare la natura alla sua ossessione, che è tanto forte da riuscire a farsi rispondere.
Alessandro Brighetti (Bologna, 1978) vive e lavora a Bologna.
Il macrocosmo di Brighetti gravita attorno alla sinergia fra Arte e Scienza, ricerca e formalizzazione della stessa. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, la carriera artistica di Brighetti scorre velocemente, partecipando a molti concorsi, mostre ed eventi. Nel 2007 è finalista al premio S.A.M.P. presso la Pinacoteca di Bologna e poi al Premio Morlotti ad Imbersago (CO). Nel 2008 presso lo spazio 2bo presenta un originale progetto espositivo intitolato Order without Border: un suggestivo scenario archeologico industriale. Nel 2012 presso il M.A.R., Museo Arte Città di Ravenna viene organizzata la sua prima personale, mentre il 2013 segna la data della sua prima personale oltreoceano con la mostra intitolata Narchitecture (Scaramouche Gallery, New York). In quest’ultimo anno la sua personalità artistica ha potuto spiccare sia in mostre nazionali, come Smoother delight presso la Primae Noctis Gallery a Lugano, che in fiere internazionali.
Donald Sultan (Asheville, North Carolina, 1951) vive e lavora a New York.
E’ conosciuto a livello internazionale per le sue opere raffiguranti nature morte e paesaggi, caratterizzate dall’emergere di forme astratte nere su sfondi dai colori brillanti. Nei dipinti realizzati negli anni ’70 e ’80 è evidente invece la contrapposizione dei soggetti tradizionali eseguiti con inusuali materiali industriali, come linoleum o masonite. Nel 1975 Sultan ha ottenuto il suo MFA (Master of Fine Arts) alla School of the Art Institute di Chicago. E’ stato premiato con una doppia laurea ad honorem: nel 2002 presso la New York Academy of Art (NY) e nel 2007 presso l’University of North Carolina (Asheville). Fra i musei in cui ha esposto le sue opere si ricordano: Tate Gallery (UK), Modern Art Museum of Forth Worth (TX), National Gallery of Australia (Camberra), Museum of Fine Arts (Boston, MA), Hirshorn Museum and Sculpture Garden (Washington D.C.).
Jacob Hashimoto (Greeley, U.S.A, 1973) vive e lavora a New York.
Dopo aver conseguito nel 1996 la laurea presso la School of the Art Institute di Chicago, ha partecipato a numerose mostre, sia collettive che personali. Le sue doti artistiche sono state apprezzate al livello internazionale, tra le mostre più recenti si ricordano: NOW-ISM: Abstraction Today (2014) presso The Pizzutti Collection, Columbus; ma anche De rerum Natura (2013), curata da Angela Madesani presso Studio la Città a Verona. Delle mostre personali dove hanno spiccato le sue opere ricordiamo Gas Giant (2014), presso il MOCA Pacific Design Center di Los Angels, a cura di Alma Ruiz; Armada (2013), presso la Galerie Forsblom di Helsinki e la grande installazione site specific Silence Still Governs Our Consciousness (2010), presso il Macro- Museo d’arte Contemporanea di Roma, Roma.
Massimo Vitali (Como, 1944) vive e lavora tra Lucca e Berlino.
Dopo il liceo si trasferisce a Londra dove studia Fotografia al London College of Printing. All'inizio degli anni Sessanta inizia a lavorare come fotogiornalista e collabora con diverse riviste e agenzie in Italia e in Europa. La serie di fotografie che ritraggono le spiagge italiane, iniziata nel 1995, nasce a seguito dei cambiamenti politici avvenuti in Italia, che lo spingono a riflettere sulla quotidianità italiana, sulla cosiddetta normalità e sul conformismo. Negli ultimi 12 anni sviluppa un nuovo approccio nel ritrarre la realtà, spiegando l'apoteosi della massa, esprimendosi e commentando mediante la forma più intrigante e tangibile dell'arte contemporanea, la fotografia. E’ reduce da una grande mostra presso Studio la Città di Verona a cura di Angela Madesani, ed è attualmente presente in mostra a Palazzo della Ragione di Milano con la grande collettiva fotografica Italia Inside Out. Inside I fotografi italiani. Tra le collaborazioni con importanti Istituzioni museali e collezioni d’arte di tutto il mondo si ricordano; Museo Reina Sofia di Madrid, Museo Guggenheim di New York, Fondazione Sandretto Rebaudengo di Torino, Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne di Parigi, Fondation Cartier di Parigi.
Mikala Dwyer (Sydney, 1959) vive e lavora a Sidney.
L’artista è conosciuta per le sue fantastiche e giocose installazioni che esplorano la materia. Dopo aver conseguito nel 1983 la laurea in Visual Arts (Sculpture/Sound) presso il Sidney College of the Arts, e dopo aver studiato nel 1986 alla Middlesex Polytechnic di Londra, Mikala Dwyer ha concluso nel 1993 un Master in Arti Figurative presso l’Università di New South Wales. Numerose mostre ed eventi hanno avuto come protagonista alcune sue opere. Si ricordano la mostra itinerante Panto Collapsar (2013-2014), a partire dal Project Arts Centre di Dublin, Goldene Bend’er (2013), presso Australian Centre for Contemporary Art di Melbourne, Drawing Down the Moon (2012), Institute of Modern Art di Brisbane, e Divinations for the real things (2012), Roslyn Oxley9 Gallery di Sydney.
Roberto Pugliese (Napoli, 1982) vive e lavora a Bologna.
Si diploma nel 2008 in Musica Elettronica al Conservatorio di San Pietro a Majella (NA). La sua ricerca artistica parte dal suono e si muove tra la sound art e l’arte cinetica e programmata. A partire dal 2007 Pugliese dà inizio alla sua carriera espositiva, partecipando al Videoart yearbook di Bologna. Già nel 2009 viene curata una sua personale alla Città della Scienza di Napoli intitolata Entanglement 2, le decisioni delle particelle. A partire dal 2010 la sua arte inizia ad essere conosciuta ed apprezzata anche all’estero. Pugliese è stato protagonista di diverse mostre personali italiane ed internazionali, tra cui Unexpected Machines (2011) alla Galerie Mario Mazzoli di Berlino, Ivy noise (2010) allo IED di Madrid; Emergenze acustiche (2013) presso la Tenuta dello Scompiglio di Lucca e il Concerto per Natura Morta (2014) a cura di Valerio Dehò e Olimpio Eberspacher al MUSE-Museo delle Scienze di Trento.