Nationless Pavilion

Informazioni Evento

Luogo
SALE DOCKS
Dorsoduro 265 , Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
08/05/2015

ore 15.30 – 17.30 tavola rotonda:
Essere "tra", Abitare la 25° Nazione - Un gesto di apparizione, quali territori e diritti?

Contatti
Email: nazione25@gmail.com
Sito web: http://www.nation25.com
Patrocini

Partner: Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (A.H.C.S), Babel Med, Comitato Giustizia per i nuovi Desaparecidos nel Mediterraneo, MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove, Sale Docks.

Artisti
Rosa Jijon, Elena Bellantoni, Calixto Ramírez, Gregory Beals, Shady El Noshokaty, Stalker/Osservatorio Nomade, Emanuele Satolli
Curatori
Elena Abbiatici, Sara Alberani, Caterina Pecchioli
Generi
arte contemporanea, performance - happening, incontro - conferenza, serata - evento

Il Nationless Pavilion, letteralmente il Padiglione di coloro privati di una Nazione in cui vivere, è un –less per riflettere sulla perdita di territorio, legata a quella dei diritti, è un Padiglione che mette in discussione l’esposizione per Nazioni all’interno di Biennale,
è un numero che parla delle persone che lo compongono, è il primo progetto di Nation 25.

Comunicato stampa

Il Nationless Pavilion, letteralmente il Padiglione di coloro privati di una Nazione in cui vivere,
è un –less per riflettere sulla perdita di territorio, legata a quella dei diritti,
è un Padiglione che mette in discussione l’esposizione per Nazioni all’interno di Biennale,
è un numero che parla delle persone che lo compongono,
è il primo progetto di Nation 25.

Attualmente, nel mondo, una Nazione invisibile vive tra noi: è un Paese non riconosciuto territorialmente e legislativamente, pertanto i suoi abitanti sono nomadi e privi di molti diritti.
Se considerati individualmente essi sono persone offese dai drammi della guerra, dalla povertà, dalla mancanza dei diritti inalienabili dell’uomo.
Se considerati come molteplicità, sono 51,5 milioni di persone, cioè la 25° Nazione al mondo per demografia.
Essi sono rifugiati, migranti, sfollati che fanno sforzi straordinari per evadere dopo aver assistito al fallimento della politica, del diritto internazionale e della diplomazia. Cercano invisibilità attraverso le frontiere. Periscono invisibilmente in alto mare. Provengono da scenari ai limiti della sopportazione umana.
Tuttavia l'universo della loro immaginazione, le capacità di adattamento e di resilienza che facilitano la loro sopravvivenza, rappresentano le prime possibilità di cambiamento.

Nation 25 parte dal presupposto che una comunità dislocata nello spazio e nel tempo significa occasione, non emarginazione.
Occasione per ripensare alla nozione di cittadinanza, al concetto di Stato-Nazione, al rapporto tra geografia fisica e politica, all’identità in termini di inclusione/esclusione, al confine come strumento di generazione di sapere.
Nation25 è un progetto artistico che cerca di far luce sulla vita di coloro che fuggono, proponendo un paradosso: quello di costruire una Nazione dalla geografia dinamica e indagarne le possibilità, attraverso un dialogo con i migranti stessi e figure di diversa provenienza (artistica, giornalistica, politica, filosofica, etc.).
Si presenta a Venezia, durante la 56’ Biennale d’arte, il primo passo del progetto: il Nationless Pavilion, il padiglione di coloro privati di una Nazione, a confronto con il sistema dei Padiglioni Nazionali, un gesto fondativo e critico al contempo, atto a ripensare il concetto stesso di nazione.
Nationless Pavilion conoscerà una serie di momenti collettivi a Venezia da maggio a novembre fra open call, azioni performative e laboratori.

- TAVOLA ROTONDA (S.a.L.E. Docks) // 8 maggio 2015, 15.30 – 17.30
Essere "tra", Abitare la 25° Nazione - Un gesto di apparizione, quali territori e diritti?

Sono invitati a parlare artisti, migranti e professionisti attivi sul fronte dell’interazione socio-culturale riguardante i movimenti migratori, in un confronto aperto col pubblico.
L’incontro si svolgerà intorno ad una tavola allestita con testi, oggetti, foto, documenti e fonti di vario tipo legate agli interventi e si articolerà a partire dal nome del progetto stesso.
La tavola rotonda si articolerà a partire dal nome stesso del progetto:
PAVILION - Cosa rappresentano oggi i Padiglioni Nazionali in Biennale? Cosa significa mantenere una separazione identitaria nazionale quando è in gioco la sfida ai confini?
NATION -LESS - Nazione, dal latino natio ovvero ‘nascita’. Quale la differenza fra nascere in un luogo e avere una nazionalità? Può una Nazione fondarsi su esigenze comuni e non sull’appartenenza allo stesso territorio? E’ possibile essere "cittadini del mondo"? “Quanto vale un uomo senza documenti? Meno di un documento senza un uomo.” (Joseph Roth)
25 - Sono i 51,5 milioni di rifugiati riconosciuti come tali. Chi sono le persone che quotidianamente i media presentano come numeri? Qual è la cartografia fisica, psicologica, e immaginaria di chi si sposta? Quali sono le diverse esperienze umane che riguardano la vita di una comunità in fuga, il cui territorio è a più livelli liquido?

Invitati: Jowan Akkash (giornalista, rifugiato siriano) - Mohamad Al Husain (medico, rifugiato) - Federica Araco (giornalista, BabelMed) - Marco Baravalle (Sale Docks) - Gregory Beals (fotografo, giornalista) - Elena Bellantoni (artista) – Giorgio de Finis (MAAM, Museo dell’altro e dell’altrove), Nathalie Galesne (giornalista, caporedattrice BabelMed) - Rosa Jijon (artista) - Francesco Martone (attivista, Comitato Giustizia per i nuovi Desaparecidos nel Mediterraneo) – Costanza Meli (Associazione Isole) - Cesare Pietroiusti (artista) - Alessandra Pomarico (curatrice, Free Home University) - Lorenzo Romito (architetto-artista, Stalker/Osservatorio Nomade) - Federico Simonti (scrittore) - Don Mussie Zerai (presidente Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (A.H.C.S), candidato Nobel per la pace).

Contributi visivi: Gregory Beals, Elena Bellantoni, Shady El Noshokaty, Rosa Jijon, Stalker/Osservatorio Nomade, Calixto Ramirez Correa, Emanuele Satolli.

- AZIONE (S.a.L.E. Docks, Giardini, Arsenale, Venezia) // 6 maggio - 22 novembre 2015
Square Tape
Per rivendicare una presenza simbolica e tracciare la dimensione del confine, chiediamo il permesso ai curatori di ogni Padiglione di essere presenti all’interno dei loro spazi con un quadrato di scotch, simbolo della presenza della Nation 25. La richiesta, come un permesso di soggiorno in terra straniera, ha l’intento di affrontare aperture e chiusure, tolleranze e rifiuti delle diverse Nazioni.
Il tracciato di queste conversazioni sarà visibile all’interno del Sale Docks.
Square Tape è anche un gesto collettivo, una finestra aperta, tracciabile da chiunque e in qualsiasi luogo, un elemento di connessione oltre lo spazio e il tempo.

- LABORATORIO (S.a.L.E Docks, Venezia) // Ottobre-novembre 2015
Costruzione della Nazione 25
Durante il mese di ottobre il Nationless Pavilion sarà ospitato dal Sale Docks; in questa occasione si avvierà un laboratorio aperto per “costruire-costituire” la Nazione 25, visualizzarla a partire dall’analisi di aspetti comuni al popolo migrante: motivi della partenza, viaggio/attraversamento, concetti di confine, orizzonte e/o meta, attesa, identità ibrida. Un esercizio paradossale per fissare con l’immaginazione un’entità mutevole, ma con alcune esigenze comuni da mettere a fuoco.

Nation 25 | The Nationless Pavillion
Curatela: Sara Alberani, Elena Abbiatici, Caterina Pecchioli
Comitato scientifico: Gregory Beals, Francesco Martone
da un’idea di: Sara Alberani, Gregory Beals

Partner: Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (A.H.C.S), Babel Med, Comitato Giustizia per i nuovi Desaparecidos nel Mediterraneo, MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove, Sale Docks.

Contatti:
www.nation25.com
[email protected]

Indirizzo S.a.L.E. Docks:
Magazzini del Sale, Dorsoduro 265, vicino a Punta della Dogana, Venezia.

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Nation25:
E' una piattaforma in evoluzione. Nata nel 2014 attraverso la raccolta di esperienze di vita migratorie da parte di lavoratori in campo umanitario e artistico, si è sviluppata fino ad assumere una forma dinamica e di confronto costante fra curatori, artisti, rifugiati, umanitari etc. L’intento è quello di ripensare le esperienze di migrazione ed espropriazione e ciò che esse attivano, attraverso il linguaggio artistico e la sua autonomia poetica. Per la Biennale 56 di Venezia Nationless Pavilion apre il percorso immaginativo di Nation 25.
www.nation25.org

S.a.L.E-Docks:
S.a.L.E. è uno spazio indipendente per l’arti nato a Venezia nel 2007 da un gruppo di attivisti provenienti dall’esperienza dei centri sociali. Ci siamo riappropriati di uno spazio (i Magazzini del Sale) da tempo in disuso nel cuore di Venezia. Lo abbiamo fatto perché vogliamo rovesciare quei processi che privatizzano i commons culturali e lo abbiamo fatto partendo da alcune domande. Perché a grandi capitali investiti nella cultura corrisponde una precarietà endemica? Perché ad una radicalità sempre più spesso rappresentata non consegue alcuna trasformazione reale? Perché arte, finanza e rendita immobiliare sono così fortemente intrecciate? Il S.a.L.E. è un laboratorio aperto di produzione culturale ed inchiesta. Il S.a.L.E. è fatto da lavoratori dell’arte e dello spettacolo, da artisti e studenti. Il nostro programma (mostre, laboratori, spettacoli, pubblicazioni, seminari, occupazioni e azioni dirette) è in continua evoluzione.
www.saledocks.org
http://it-it.facebook.com/pages/Sale-Docks/252159510748
https://twitter.com/SaleDocks

THE NATIONLESS PAVILION
A process to represent the 25th Nation
6.05 - 22.11 2015 – Venice

Around the world, more than 51.5 million individuals have either fled their country or are displaced from their homes due to war and violence. If you considered them as a state, they would represent the 25th nation on Earth.
These displaced people make extraordinary efforts to flee after having witnessed the failure of politics, the failure of systems and the failure of diplomacy. They seek invisibility as they cross borders. They perish invisibly on the high seas. They come from societies that are home to every catastrophe. These conditions test the limits of human understanding. Nevertheless, for the millions of the displaced, the universe of their imagination, sparks of creativity and resilience facilitate their survival.

Nation 25 is an art project that seeks to shine a light on the lives of refugees, migrants and the internally displaced.
The project through politics and art seeks to examine critical questions around the desire and experience of flight: the nature of borders, crossing and drift, the geography of fear, resilience and imaginative places of safety.
Is it possible to map the physical and psychological cartography of displacement? What are the different human experiences of the dispossessed whose territory is multilayered and fluid?
The objective of Nation 25 is to begin to imagine a territory that encompasses the narratives and experiences of a people whose lives have been fractured with the conviction that a community displaced in space and time means opportunity not exclusion.
The first project of Nation 25 is The Nationless Pavilion, as this territory merits representation among the nations at the Venice 56th Biennale, in comparison with the system of national pavilions: a foundational and critical gesture at the same time, an act to rethink the concept of nation.
The project will open in Venice with a series of collective moments from May to November: open call, performance and laboratory.

- ROUNDTABLE (SaLE Docks) // May 8, 2015, 3.30 – 5.30 pm
Rendering a Nation: The Territories of the Dispossessed.

Refugees, migrants, artists and humanitarians will discuss the notion of a Nationless Pavilion from their own expertise and experience.
The meeting will take place around a table prepared with texts, objects, photos, documents and sources linked to the interventions.

The talk will seek to better define the idea of a “nation” whose existence is based on common needs and experiences and opposed to territorial integrity.
Further the talk seeks to discuss how the notion of a pavilion and the artistic practice it includes can address the challenges of dispossession. The idea of a Nationless pavilion requires that we rethink notions of borders, identity, belonging and exclusion. The challenge is to find a pavilion that embodies a place of belonging – one with an artistic practice relates both to social facts and imaginative possibilities.
The focus will go to “the Nationless”: 51.5 million people, to move from the abstraction of a number to the human beings with their physiognomies, visions and narratives.

Guests: Jowan Akkash (journalist, Syrian refugee) - Mohammad Al Husain (doctor, refugee) - Federica Araco (journalist, Babelmed) - Marco Baravalle (Sale Docks) - Gregory Beals (photographer, journalist) - Elena Bellantoni (artist) –Giorgio de Finis (MAAM, Museo dell’altro e dell’altrove), Nathalie Galesne (journalist, Chief editor Babelmed) - Rosa Jijon (artist) - Francesco Martone (activist, Committee for Justice for new Desaparecidos) – Costanza Meli (Associazione Isole) - Cesare Pietroiusti (artist) - Alessandra Pomarico (curator, Free Home University) - Lorenzo Romito (architect-artist, Stalker / Osservatorio Nomade) - Federico Simonti (writer) - Don Mussie Zerai (President Habeshia Agency for the cooperation to the development A.H.C.S, candidate for the Nobel Peace Prize).

Visual contributions: Gregory Beals, Elena Bellantoni, Shady El Noshokaty, Rosa Jijon, Stalker/Osservatorio Nomade, Calixto Ramirez Correa, Emanuele Satolli.

- ACTION (SaLE Docks, Giardini, Arsenale, Venice) // May 6 to November 22, 2015
Square Tape
To claim/map a symbolic presence and plot the size of the border, we ask the permission to the curators of each National Pavilion to include in their space a square made of tape, symbolizing the existence of the Nation 25.
The request is a kind of “residence permit,” whose intention is to explore openness/closures of various nations.
Conversations regarding permissions for square tape will live as a visible history/documentation inside Sale Docks.
Square Tape is also an open window, accessible by anyone, anywhere, that as a collective gesture connects elements beyond space and time.

- LABORATORY (S.a.L.E Docks, Venezia) // October-November 2015
Construction of Nation 25
During the month of October, the Nationless Pavilion will be hosted by Sale Docks.
On this occasion it will launch a laboratory to "build-constitute" the Nation 25, giving it a shape, a view, from the analysis of the common aspects of refugees, migrants and the internally displaced: reasons for departure, crossing the border, waiting, horizon and goal, hybrid identity. This is a paradoxical exercise to fix a dynamic entity inherently changeable, but with some common needs to be focused on and where to intervene.

Nation 25 | The Nationless Pavillion
Curatorial team: Sara Alberani, Elena Abbiatici, Caterina Pecchioli
Scientific Committee: Gregory Beals, Francesco Martone
From an idea by Sara Alberani and Gregory Beals

PARTNERS: Habeshia Agency for the cooperation to the development A.H.C.S, BabelMed, MAAM, Committee for Justice for new Desaparecidos, MAAM Museo dell’altro e dell’altrove, Sale Docks.
Contact:
www.nation25.org
[email protected]

Address S.a.L.E. Docks:
Magazzini del Sale, Dorsoduro 265, near to Punta della Dogana, Venezia.

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Nation25
The project was born in 2014 from conversations between refugees, migrants, humanitarians and art workers. The intent is to translate the experience of migration and displacement through an artistic and poetic language for a re-reading of social facts. Thus the Nationless Pavilion was born as an imaginative undertaking of Nation 25.
www.nation25.org

S.a.L.E. Docks
S.a.L.E. Docks is an independent cultural space founded in Venice in 2007 by a group of activists coming from the experience of the “Centri Sociali” and the autonomous social movements.
We occupied a space (Magazzini del Sale) that was in disuse since a long time, in the heart of Venice. We did it because we wanted to reverse those processes that privatize the art commons and we did it starting from some questions. Why to huge capitals invested in culture correspond an endemic precariousness? Why the always more represented radicalness doesn’t imply any real change? Why are art, finance and real estate so much locked together?
S.a.L.E. Docks is an open testing ground for cultural production and for con-research.
S.a.L.E. Docks is run by cultural workers, artists and students. Our program (exhibitions, workshops, shows, publications, seminars, occupations and direct actions) is always evolving.
www.saledocks.org
[email protected]