Leslie Hirst – Il filo dei messaggi
A metà strada tra scrittura e arte visiva, il lavoro della pittrice americana Leslie Hirst sfida in maniera sottile il modo in cui siamo abituati a leggere i segni del linguaggio.
Comunicato stampa
A metà tra la scrittura e l’arte visiva, il lavoro dell’artista statunitense Leslie Hirst sfida in maniera sottile il modo in cui siamo abituati a leggere i segni del linguaggio.
Esperta disegnatrice, pittrice e type designer, Leslie Hirst lavora con diversi materiali e oggetti trovati, li scompone, li riconfigura e li impreziosisce per rappresentare la complessità di un mondo in cui tutto è collegato.
A seguito di una visita a Burano nel 2005, la Hirst fu spinta a creare delle composizioni che fondessero parole e merletti.
L’artista concepisce il merletto come metafora dell’espressione verbale poiché il tessuto e gli spazi aperti, rispettivamente il contenuto ed il contesto, sono tenuti assieme dal punto a filo, cioè la scrittura.
Il linguaggio visivo della Hirst è costruito con frammenti, scarti di immagini e forme casuali ricavate dal suo vasto archivio personale fatto di lettere scritte a mano e fotografie di graffiti. Queste risorse rappresentano un legame profondissimo con l’arte del merletto poiché esse raffigurano lo scorrere del tempo attraverso il movimento lungo una linea ininterrotta.
Hirst ha creato appositamente per il Museo del Merletto quattro collage di disegni uniti a quattro pezzi “svolazzanti” di carta e merletto.
Frutto di ispirazione letteraria, i collage si fingono dei sistemi linguistici cifrati con i quali hanno in comune la scrittura, i segni grafici e l’astrazione. Queste tecniche visive sono quelle richiamate nei piccoli oggetti tessili, intrecciati in strutture d’acciaio e sospesi all’interno del museo.
L’artista spinge ulteriormente la tecnica del collage inserendo dei sottili punti merlettati che fungono da caratteri scritti a mano oppure stampati.
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L’utilizzo del comune elenco del telefono e di disegni ispirati ai tag graffiti, offre un innovativo contrasto con l’attenta dedizione che l’arte del merletto richiede.
La diffusione delle culture, in definitiva, traduce il desiderio di affermare l’identità personale attraverso la firma ed il costante bisogno di rendere il gesto della mano un vero e proprio rito.
Se da un lato queste opere ci ricordano l’importante ruolo storico che l’arte del cucito ebbe nell’ottica dello sviluppo della scrittura, dall’altro esse rimandano ad una narrativa parallela, linguisticamente contemporanea, come quella dei sistemi di condivisione dei dati.
L’innata maestria con cui l’artista unisce e trasforma le tecniche rimanda al concetto di unione e ripetizione, qualità tipiche delle trasmissioni e dell’ informazione mediatiche.
L’appiattimento e la distorsione del linguaggio che si diffonde attraverso sistemi comunicativi esclusivamente tecnologici forniscono l’essenza del merletto.
Campionatura di dati, codici binari, abbreviazioni, riconoscimento d’immagini, anomalie assieme ad altri metodi che mascherano la leggibilità, sono uniti in un lessico visivo del tutto insolito capace di trascendere le parole.
Alla mostra, che si realizza a cura di Chiara Squarcina, con il coordinamento scientifico di Gabriella Belli, è abbinato un numero della collana Trame (Fondazione Musei Civici di Venezia, 2015).
Questo progetto e stato realizzato grazie alla collaborazione con alcuni tra i più competenti esperti al mondo di merletto veneziano.
La mostra è stata realizzata con il sostegno di:
The Rhode Island Foundation e Rhode Island School of Design, Providence, RI; The Emily Harvey Foundation New York and Venezia; AIR Krems Krems Austria