Genesio Pistidda – Madre Universo
Come moderne icone bizantine, le figure femminili di Genesio Pistidda occupano lo spazio della composizione saturando lo sfondo scuro con il prezioso ricamo del velo intensamente decorativo.
Comunicato stampa
Come moderne icone bizantine, le figure femminili di Genesio Pistidda occupano lo spazio della composizione saturando lo sfondo scuro con il prezioso ricamo del velo intensamente decorativo. La struttura di scorcio e l'azzeramento del volto caricano l'immagine di forza evocativa e,contemporaneamente, mettono in atto una serie di suggestioni visive che le varianti cromatiche e luminose accentuano ed esaltano. In realtà, l'impaginazione, semplice quanto efficace, riprende l'impianto della ritrattistica classica rimodulata nella sequenza in serie di derivazione pop. Così un copricapo di pizzo che incornicia un volto assente si presta, nell'andamento della forma e nell'accensione dei colori, a sollecitare rimandi multipli, dal costume tradizionale sardo al velo mussulmano. In ogni caso appare chiara la sottesa poetica che rende omaggio alla donna, a tutte le donne come a tutte le madri, nell'infinita ricchezza inventiva delle soluzioni grafiche.
Il velo acquista così un vasto significato simbolico: segno di raccordo tra culture lontane e apparentemente opposte, rivela la propria cifra universale nella continuità e nel conflitto tra tradizione e contemporaneità. Come nel lavoro di Shrin Neschat, a cui queste composizioni vogliono rendere un piccolo tributo nel gioco di emozioni e sovrapposizioni che creano, ma anche nel desiderio di riconciliazione tra Oriente e Occidente.
Mariolina Cosseddu
La suggestione delle cantine del Duca...
Le cantine furono luoghi di deposito sia durante il XIX che il XX secolo: nel loro scavo sono stati trovati reperti quali frammenti di antichi servizi di fine esecuzione e altre stoviglie del genere di lusso: le cantine sono anche tutto ciò che resta della struttura che precedette il Palazzo Ducale, che si vuole progettato da un non meglio noto architetto torinese chiamato Carlo Valino. Infatti le cantine dovettero far parte della “Casa di Mores”, ossia la residenza dei Marchesi di Mores antenati del Duca don Antonio: essa dovette esistere almeno dalla fine del XVI secolo e fu demolita per far posto al corpo frontale della nuova residenza ducale. Oggi passare da una stanza all'altra fa ritornare indietro di qualche secolo: l'aria umida per la naturale capillarità del calcare vivo scavato suggestiona il visitatore e la curata illuminazione ad effetto con i pannelli illustrativi permettono di rileggere pagine di storia particolare, proprie della vita della grande residenza nobiliare che, già a partire dal 1853, quando ospitò in affitto la Prefettura, e poi dal 1878 con l'entrata dell'Amministrazione comunale, divenne di fatto edificio pubblico, ruolo sancito con la vendita dai Manca dell’Asinara al Comune nell’anno 1900.
Alessandro Ponzeletti
Scatti di donne – madri, in spazi urbani e abitativi, le fotografie in bianco e nero o a colori, parlano di sguardi e ti tempi lontani e di delicatezze presenti. Gli oggetti femminili inconsueti, come un bianco centrino di chiesa reinterpretato come velo, copre il corpo delle donne e quella sottile sacralità che le espone ad un giudizio popolare.
T a r s h i t o
Il vaso è simbolo di preziosa ricettività, come un cuore, esso è sempre pronto a ricevere le influenze celesti.
…Mi piacerebbe essere un grande vaso per poter accogliere dentro di me la magia della vita ... Mondi come vasi in festa: il vaso sei tu, sono io e ognuno che si senta aperto a ricevere il dono della vita. Contenitori del grande tesoro. L’arte porta con se notizie positive, di compassione, di comprensione, di amore. Il rosso della ceralacca suggella, con un gesto rituale, antico e sonoro, l’importanza del silenzio attraverso le parole dedicate alla Madre Maria di Don Tonino Bello, “Guerriero d’ Amore” pugliese.
L a c o n i C a r l o S a l v a t o r e III
Info@ssile - Memes of Mother Earth 2.0
E’ un’unità minima imprescindibile della natura, nonché elemento esplorativo dei vocaboli dell’arte contemporanea, espressa in un unicum, che è Ricerca / Processo / Progetto e che assurge alla comprensione della (presunta) società globalizzata, espressione manifesta di Luogo e Tempo, come “Spirito del Tempo” (Zeitgeist) e presa di coscienza della nostra epoca sociale.