Caravaggisti contemporanei

Informazioni Evento

Luogo
NUVOLE VOLANTI
via Castello, Castelfalfi , Montaione, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mer-sab dalle 15.30 alle 19.30
dom 10.00-13.00 , 15.30-19.30

Vernissage
30/05/2015

ore 18

Artisti
Rocco Normanno, Michelangelo Della Morte
Curatori
Gerardo De Simone
Uffici stampa
ROSI FONTANA
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Rocco Normanno e Michelangelo Della Morte riflettono una volontà di ancoraggio ad una tradizione lontana ma gloriosa e per certi versi sempre attuale, fondata su un’idea alta di pittura figurativa, di disegno, di tecniche.

Comunicato stampa

Si inaugurerà sabato 30 maggio alle ore 18:00 la mostra “Caravaggisti contemporanei. Rocco Normanno e Michelangelo Della Morte” a Castelfalfi (FI) presso la Galleria d’Arte NuvoleVolanti e negli spazi Casa Argelà-Gucci e Sala del Camino della Rocca di Castelfalfi. Una mostra, dunque, diffusa nell’incantevole Tenuta di Castelfalfi.
La rassegna è curata da Gerardo de Simone, docente di Storia dell'arte presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara e direttore della rivista "Predella" (www.predella.it).
Rocco Normanno e Michelangelo Della Morte riflettono una volontà di ancoraggio ad una tradizione lontana ma gloriosa e per certi versi sempre attuale, fondata su un’idea alta di pittura figurativa, di disegno, di tecniche. Nella scelta dei temi, Rocco Normanno predilige i generi come il ritratto e la natura morta, e le attualizzazioni di temi religiosi o classici con personaggi contemporanei (anche nell’abbigliamento), gli effetti sono di straniamento e dolorosa coscienza della tragicità e della condizione umana contemporanea. Michelangelo Della Morte è incline, invece, verso il simbolo e il mito, il corpo diventa veicolo di interrogazione sull’essenza dell’uomo e del cosmo, le figure tendono a dissolversi, a incrociarsi (il maschile e il femminile), a sciogliersi in una sorta di quarta dimensione spazio-temporale. Il curatore, Gerardo de Simone, vuole sottolineare, attraverso le opere dei due autori, decisamente rappresentativi, la fortuna sempre viva di Caravaggio, e portare all’attenzione del pubblico la poetica dei caravaggisti odierni, oltre al significato e al valore della loro pittura nel panorama variegato e multiforme della produzione artistica contemporanea.
Nei primi anni del Seicento il genio del Caravaggio rivoluzionò la storia dell'arte italiana ed europea. La sua pittura, improntata ad un realismo radicale, a tratti brutale e popolaresco, ma al contempo nutrita di rimandi colti all'arte antica e rinascimentale, segnò un punto di non ritorno. Non solo per i seguaci più diretti, i caravaggeschi propriamente detti, ma anche per i fondatori della pittura moderna, da Velázquez a Rembrandt, fino a David, Courbet, Manet, o a grandi realisti dell'Ottocento italiano come Patini e Cammarano. Nel XX secolo la fortuna del gran lombardo è andata di pari passo con la sua riscoperta critica (merito di studiosi come Roberto Longhi e Lionello Venturi, e di alcune grandi mostre antologiche): durante il periodo del Ritorno all'ordine, negli anni Venti e Trenta, numerosi artisti (Carrà, Cagnaccio di San Pietro, Bacci, Marchig, Conti, Spadini, Oppo, Socrate, Carena, Funi, Viti, Crisconio, ed altri) riproposero, con intensità e sfumature diverse, un naturalismo di ispirazione neoseicentesca. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre il Neorealismo domina la scena cinematografica, il realismo caravaggesco alimenta la breve ma significativa esperienza dei "Pittori moderni della realtà" (Sciltian, Annigoni, i fratelli Bueno); ma esprime ormai una tendenza minoritaria, sempre più percepita come inattuale nel dilagare delle avanguardie, che riaffiora però qualche decennio più tardi, in un clima di ritorno alla pittura, nel citazionismo degli "Anacronisti", o in neocaravaggisti come Raffaele Canoro e Mauro David. In questo solco, di orgoglio professionale, di amore per una nobile tradizione e cultura artistica, si inserisce l'opera dei due giovani pittori protagonisti della presente esposizione, Rocco Normanno e Michelangelo Della Morte, a pieno titolo definibili "caravaggisti contemporanei", al pari di un loro coetaneo pugliese, Roberto Ferri, e con non pochi punti di contatto con iperrealisti come Claudio Bravo, Sharon Core, Paul Cary Goldberg.
Normanno, salentino di origine ma toscano di adozione, formatosi presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, applica la sua impeccabile tecnica esecutiva alla ricreazione di celebri capolavori caravaggeschi, attualizzandoli tuttavia attraverso l'uso di modelli odierni, in abbigliamento contemporaneo, con un effetto talora di straniamento postmoderno, talora invece di acuita forza tragica, nel trattamento di temi sia religiosi che profani e mitologici. La sua sensibilità si apprezza particolarmente anche nei ritratti, in cui la finezza pittorica si fonde con la verisimiglianza fisiognomica, e nelle nature morte, che fondono qualità mimetica e simbologia del memento mori.
Della Morte dal canto suo, cresciuto all'Accademia di Belle Arti della sua città, Napoli, concentra il suo interesse soprattutto sul corpo umano, mostrato nella sua carnale evidenza e insieme metaforicamente espressione della condizione umana, sospesa nella perenne dialettica tra corpo e anima, spazio e tempo, maschile e femminile, eros e thanatos, cristianesimo e paganesimo. Una visione tormentata, a tratti morbosa e inquietante, che mescola oggettività rappresentativa e criptici rimandi filosofico-esoterici.
Entrambi, ciascuno a modo suo, difendono il valore del saper dipingere, della buona pittura, di una tradizione nobile e senza tempo, secondo una concezione profondamente umanistica e orgogliosamente indifferente alle mode e ai conformismi dell'odierno sistema dell'arte.