Ethan Cook – De Beauvoir Crescent

  • T293

Informazioni Evento

Luogo
T293
via Ripense 6 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Martedì/Venerdì, 12 – 19,
Sabato 15 – 19,
o su appuntameto

Vernissage
26/05/2015

ore 19

Artisti
Ethan Cook
Generi
arte contemporanea, personale

Prendendo il titolo dall’omonima strada dell’est di Londra in cui l’artista ha raccolto tutte le immagini raffigurate nelle opere, la mostra si compone di sculture organiche e rilievi a parete, con il proposito di esplorare la relazione tra l’oggetto e la sua immagine, come anche tra un’idea e la sua rappresentazione formale.

Comunicato stampa

“The impersonal attributes of home…the impersonal home…the collective dreams…through commercial forms.”
C. Oldenburg, Writings on the side, 2013

T293 is pleased to announce De Beauvoir Crescent, the first exhibition at the gallery of American artist Ethan Cook. Taking its title from a street of East London where the artist collected the images depicted in the works, the exhibition combines organic sculptures with wall reliefs, exploring the relation between the object and its image, as between an idea and its formal representation.

Large in scale, the five fiberglass reliefs in the show are the result of a new methodology of working. In the effort to investigate the relation between iconography and formalism, the playfulness of a parrot, the sacred monumentality of a statue of Mary, and the bold cheerfulness of a boy and girl playing and smiling have been photographed by the artist. Scaled up to human size, and sculpted in relief out of high density urethane, clay and plaster, these original images are then bonded onto a proportionally sized panel, cast out of fiberglass and finally painted using a durable, cleanable white house paint.

The white surface reduces the image to its primary form, deleting any excessive ornamentation. Their perspective is determined by the when and where the photographs have been shot. Through the use of reliefs mediated by photography, re-sculpting and molding, Cook reduces everything to pure symbol or readymade. Exposing the representational or memorialising aspects of the image through the triviality of common objects, these pure forms of contemporary relics supersede the originality of their presence as physical objects, concrete images or cultural memes.

The memorializing aspect of the reliefs finds its counterpart in living topiary sculptures. Acting as ushers of space, these plants speak about the domestic aspect of the show, as well as of the delicate nature of the living, images included. A Welcome topiary honors the presence of the viewer into this highly reflective exhibition, whilst two standard architectural cones contribute to the viewer’s formalisation of space.

Inspiring a new, wider thinking on contemporary aesthetics, De Beauvoir Crescent exposes overarching cultural identity through often overlooked commercial symbology. Disclosing the constantly evolving relation between reality and its representation, the exhibition configures itself as an embodied reflection upon the material decline inherent in mass production, and the seemingly correspondent loss of meaning and value of all its forms.

Ethan Cook
De Beauvoir Crescent
27 maggio – 17 luglio 2015
Opening 26 maggio 2015, ore 19
Via G. M. Crescimbeni 11, Roma
T: +39 06 88980475
[email protected]

"Gli attributi impersonali di una casa ... la casa impersonale ... i sogni collettivi ... attraverso forme commerciali."
C. Oldenburg, Writings on the side, 2013

T293 è lieta di presentare De Beauvoir Crescent, la prima mostra in galleria dell’artista americano Ethan Cook. Prendendo il titolo dall’omonima strada dell’est di Londra in cui l’artista ha raccolto tutte le immagini raffigurate nelle opere, la mostra si compone di sculture organiche e rilievi a parete, con il proposito di esplorare la relazione tra l’oggetto e la sua immagine, come anche tra un’idea e la sua rappresentazione formale.

Caratterizzati dalle notevoli dimensioni, i cinque rilievi in vetroresina presenti nella mostra sono il risultato di una nuova metodologia di lavoro. Nel tentativo di indagare la relazione tra iconografia e formalismo, l’artista ha immortalato in una serie di fotografie la giocosità di un pappagallo, la sacra monumentalità di una statua della vergine Maria, e la sfacciata allegria di un ragazzo e una ragazza che giocano e sorridono verso lo spettatore. Stampate a grandezza umana, e scolpite in rilievo con uretano ad altissima densità, argilla e gesso, queste immagini primarie vengono poi fissate su un pannello dalle dimensioni proporzionali all’immagine raffigurata, modellate in vetroresina e infine dipinte di bianco con una resistente pittura lavabile per interni.

La superficie bianca riduce infatti l’immagine alla sua forma primaria, annullando ogni eccessivo ornamento. La prospettiva viene determinata dal dove e quando le fotografie sono state scattate. Così, tramite l’utilizzo di rilievi mediati dalla fotografia, dalla ri-scultura e dai calchi, Cook riduce tutto a puro simbolo o readymade. Mettendo in risalto la funzione rappresentativa o commemorativa dell’immagine attraverso la banalità di oggetti quotidiani, queste pure forme di reliquie contemporanee rimpiazzano l'originalità della loro presenza come oggetti fisici, immagini concrete o memi culturali.

L’aspetto commemorativo dei rilievi trova la sua controparte nella vitalità delle sculture di arte topiaria. Agendo come custodi dello spazio, queste piante parlano dell’aspetto domestico della mostra, come anche della natura fragile di tutte le cose esistenti, immagini incluse. Una topiaria dal titolo Welcome onora la presenza dello spettatore all’interno di questo progetto profondamente meditativo, mentre due coni architettonici dalle forme più consuete contribuiscono alla formalizzazione dello spazio da parte di chi le osserva.

Suggerendo una nuova, più ampia riflessione sull'estetica contemporanea, De Beauvoir Crescent espone una certa identità culturale globale attraverso una simbologia commerciale spesso trascurata. Nel rivelare il rapporto in continua evoluzione tra realtà e rappresentazione, la mostra si configura come una riflessione sul declino materiale inerente la produzione di massa, e l’apparentemente consequenziale perdita di significato e valore di tutte le sue forme.