Asta 17
Si terrà alla Gonnelli Casa d’Aste di Firenze l’Asta n.17 dedicata ai libri, alla grafica e al design.
Comunicato stampa
Il 27 e 28 maggio 2015 si terrà alla Gonnelli Casa d’Aste di Firenze l’Asta n.17 dedicata ai libri, alla grafica e al design.
La prima giornata sarà dedicata ai libri a stampa dal XV al XX secolo, ai manoscritti ed ai documenti autografi; la seconda giornata, invece, vedrà all’incanto la sezione di stampe e disegni oltre ad una speciale sezione dedicata ad oggetti e mobili di design provenienti dalla collezione di un’importante industria tessile italiana.
Corposa come sempre la sezione dedicata ai libri ed ai manoscritti, tra i quali si segnala: una serie di incunaboli e manoscritti fra cui: la prima edizione completa della storia romana di Appiano stampato a Venezia nel 1477 (base d’asta euro 5.000), la seconda edizione dell'opera più importante di Biondo, la prima a contenere l'Abbreviatio di Pio II stampato a Venezia nel 1484 (base d’asta euro 3.000), la prima edizione dei Pharsalia con il commento di Giovanni Sulpizio stampato a Venezia nel 1493 (base d’asta euro 2.000); fra i manoscritti, la copia del verbale del processo dell'Inquisizione a Niccolò Orsini (base d’asta euro 4.000), una curiosa raccolta di testi profetici impreziosita da 8 disegni di mostri (base d’asta euro 11.000), 1 splendido erbario manoscritto con 96 specie di piante, della seconda metà del Seicento (base d’asta euro 8.000); alcune splendide legature; alcuni libri d'artista, fra i quali la copia ad personam di Massimo Bontempelli con sue correzioni de l'Apocalisse illustrata da 20 litografie di Giorgio De Chirico (base d’asta euro 2.500), un nucleo di opere su Venezia, ma anche statuti cinquecenteschi di Siena, Urbino, Arezzo, Novara. Alcuni atlanti quali: L’Atlante generale del 1819 di Bartolomeo Borghi (base d’asta euro 1.500), il Teatro delle città d'Italia del 1616 di Pietro Bertelli (base d’asta euro 8.000), una raccolta di 80 carte geografiche settecentesche di Georges Le Rouge (base d’asta euro 4.500); alcune opere sulla prospettiva e sulle vite degli artisti celebri: Sirigatti (11347) e Vasari (11282).
Tra le lettere autografe di grandi nomi dell’arte, della letteratura e della medicina si ricorda i premi Nobel Prudhomme e Carrell, Rodin, Boldini, Rostand, Gorkij, Thorvaldsen, De Amicis, Fogazzaro, Lombroso e il suo allievo Ferri, e i grandi nomi del Risorgimento italiano, Garibaldi e Mazzini.
Molti manoscritti in pergamena, dal XIII al XIX secolo e alcune curiose carte manoscritte con disegni e tabelle relative alla cabala e ai pronostici (XVII secolo).
La sezione musicale presenta molti manoscritti – partiture, spartiti e parti d’orchestra – ed edizioni della fine del XVIII e inizio XIX secolo. Spartiti e partiture manoscritte di musica sacra e profana di Raimondo Boucheron, Gioachino Rossini, Saverio Mercadante, Nicola Vaccaj, Giacomo Tritto, Domenico Cimarosa, ma anche composizioni non registrate nei repertori di autori oggi non più eseguiti (Gioachino Cocchi, Francesco Maggiore, Giuseppe Carcani, Giuseppe Farinelli, Giuseppe Fabbrichesi, Valentino Fioravanti, Stafano Pavesi, Adamo Marcori, Giovanni Giuseppe Mazzacorati). Manoscritti musicali per archi, per clarinetto, per arpa. Lettere e biglietti autografi di Apostolo Zeno, Giacomo Puccini, Luigi Denza, Victor Maurel, Miecio Horszowski.
Per la sezione stampe antiche da segnalare l’ultima tavola xilografica, la diciannovesima, dalla Vita della Vergine, serie incisa da Albrecht Dürer dal 1504 al 1510. Il foglio è in tiratura coeva, impresso con inchiostrazione brillante e uniforme su carta con filigrana “alta corona” (base d’asta euro 3.000). A seguire si raccomanda attenzione per il Gesù scaccia i mercanti dal tempio, un’acquaforte con ritocchi a puntasecca eseguita da Rembrandt nel 1635: si tratta di un raro I stato sui quattro riconosciuti dai repertori ragionati (base d’asta euro 3.500). Entrambe le incisioni sono in eccellente stato di conservazione. Al 1621 risale il San Girolamo ha la visione degli angeli che suonano le trombe del giudizio di Jusepe de Ribera, quasi certamente la prima delle due acqueforti che ritraggono il santo nel deserto sorpreso dal suono delle trombe angeliche (base d’asta euro 1.000). Fra i fogli di scuola italiana da segnalare alcuni bulini di incisori mantovani ad iniziare dalla Battaglia navale tra Greci e Troiani, nel II stato sui cinque riconosciuti, e datata 1538 da Giovan Battista Scultori. Ad una delle tre figlie di questi, Diana, si deve l’Orazio Coclite sul ponte Subicio, tratto da un’invenzione di Giulio Romano, che viene ad aggiungersi al numero di fogli di Cinquecento italiano; ancora in quest’ambito si propone poi del parmense Enea Vico la cosiddetta Vendetta di Virgilio nello stato precedente l’excudit di Antonio Salamanca. La selezione di incisioni ad opera di artisti italiani segue con un Diogene in cerca di un onest’uomo incisa dal Grechetto fra il 1640 e il 1645 nel definitivo II stato su due, ed un’ottima impressione, eccezionalmente nitida e su foglio a pieni margini, del Sacrificio d’Isacco del lucchese Pietro Testa. Alcuni fogli in tiratura romana coeva dalle Vedute di Roma di Giovan Battista Piranesi, ed una serie di vedute veneziane da Carlevarijs a Visentini, da Brustolon a Giampiccoli, e di fogli di autori veneti provenienti da un’unica estesa raccolta privata.
La sezione dedicata alla grafica dell’800 e ‘900 propone una selezione di circa 200 lotti tra disegni e incisioni, tra cui si segnalano fogli di Domenico Morelli, Luigi Serra, Felice Carena, Luigi Bartolini, Mario Sironi, Lorenzo Viani, Ottone Rosai, Umberto Brunelleschi, Romeo Costetti, Käthe Kollwitz, Max Klinger, ecc. Di particolare pregio la più importante edizione di grafica incisa del Novecento italiano, “Cinquanta incisioni di artisti italiani”, edita da Prandi nel 1963 e impressa nella stamperia fiorentina “Il Bisonte” sotto la direzione di Alberto Manfredi (base d’asta euro 7.800).
Nella sezione arte e design sono presentati arredi, i dipinti e le opere grafiche provenienti dalla raccolta della Michele Solbiati, un’importante azienda tessile del Nord Italia che ha origini nel lontano 1874. L’insieme di questo materiale è unito da un progetto di raccolta unico e originale nel suo genere. Non è solo il tessile il filo conduttore della collezione, ma anche il design, in particolare quello legato alla moda. E’ la stessa storia dell’imprenditore Vittorio Solbiati a testimoniarlo. Basti pensare che la famiglia della madre del maggiore azionista a capo dell’azienda, una Bernocchi, regalò a Milano il Palazzo della Triennale, che divenne il tempio del design italiano.
Nella raccolta sono presenti anche opere di un parente del collezionista, Guido Somaré, l’artista che con il fratello Sandro - figli del critico d’arte Enrico - ha rappresentato una generazione di pittori milanesi di avanguardia, quelli del “Jamaica”, il caffè degli artisti a Brera. A loro, Guido e Sandro Somaré, la città di Milano nel 2006 ha dedicato un’importante retrospettiva alla Rotonda della Besana. La singolarità della raccolta qui presentata è ritrovare non solo opere personali di Guido Somaré, ma anche “omaggi” di questo artista a pittori del passato per compiacere il parente occupato in un’attività professionale. E’ il caso di Fortunato Depero. Il tutto sempre con un riferimento al mondo del tessile. Interessante è anche la presenza di opere di Bruno Munari legate al materiale tessile. Si tratta di lavori (di provenienza diretta dall’artista ed esposti alla Biennale di Venezia) che testimoniano l’originalità della raccolta, frutto di un’esperienza di relazioni interpersonali, di lavoro e di vita. La particolarità di queste opere tessili è quella di avere utilizzato materiale auto-prodotto dall’azienda, per cui queste opere rappresentano una originalità nell’originalità. Anche Luca Ronconi per la messa in scena al Teatro alla Scala del melodramma la Vestale di Gaspare Spontini utilizzò tessuti prodotti da questo storico produttore. Di tutto questo, di questa storia irripetibile, troviamo espliciti riferimenti, ad esempio, nel Dizionario della moda italiana a cura di Guido Vergani (Baldini e Castoldi, 1999).
I locali dell’azienda invece sono stati arredati nel tempo con mobili di design di grande interesse: una coppia di poltrone Rover di Ron Arad, tavoli disegnati da Ettore Sottsass per Memphis, seggiole di legno incurvato di Thonet, Fishel, Josias Eisler and Shone di Vienna, fino alla più recente “S- Chair” di Tom Dixon, la sedia “Zig zag” di Cassina o gli affascinanti mobili da ufficio con la chiusura a serranda scorrevole degli anni ‘30-‘40. Sono presenti seggiole in legno e pelle disegnate da Carlo Scarpa negli anni ‘30 appositamente per una villa veneta, ma anche altre curiosità. Questi arredi rappresentano una storia vera, vissuta, la storia di un “mondo” che è stato per anni un modello di successo: quello delle aziende storiche italiane con i loro arredi ed i loro ambienti. La ricerca e il prodotto realizzato è nato qui, in questo contesto, con questi oggetti e questi arredi. Si tratta di prodotti di alta qualità, esportati e invidiati all’estero, che hanno permesso di porre il “made in Italy” al centro di un profondo cambiamento di gusti e costume.
Attraverso questo patrimonio è possibile cogliere intatto non solo lo spaccato di un’epoca, ma anche le intense collaborazioni fra artisti e prodotto industriale, rapporti che sono stati alla base dello sviluppo del design nel nostro Paese.
Tra le opere grafiche della collezione Solbiati si segnala:
Disegni di Mario Sironi, Enrico Prampolini, Massimo Campigli, Sandro Chia, Carlo Erba, Giò Ponti, Marcello Dudovich, stampe Art Nouveau di Paul Berthon, Eugène Grasset, Georges Bottini, Henri Meunier e Victor Prouvé, disegni e cornici di Guido Somaré ispirati a Fortunato Depero, opere uniche di Bruno Munari tra cui un dipinto (Natura morta con pipa, 1988, base d’asta euro 5000) e una su juta e carta da smeriglio con timbro di esposizione alla XLII Biennale di Venezia, esposizione personale dell’artista nel 1986, facente parte di un ciclo di opere su supporto tessile iniziato dal 1980 (base d’asta euro 6000).