Bruna Esposito / Annie Ratti – Lallazioni
La mostra di Bruna Esposito e Annie Ratti è l’ottavo appuntamento del progetto espositivo della Fondazione Musica per Roma dedicato all’arte del suono per lo spazio AuditoriumArte: One Space / One Sound.
Comunicato stampa
La mostra di Bruna Esposito e Annie Ratti è l’ottavo appuntamento del progetto espositivo della Fondazione Musica per Roma dedicato all’arte del suono per lo spazio AuditoriumArte: One Space / One Sound.
La mostra è l’incontro tra due artiste unite nel pensare insieme l’immaginario sonoro del mondo attraverso il linguaggio dell’arte. Alle sintonie del pensiero corrispondono lavori di una sensibilità affine, composizioni poetiche e delicate che aprono l’immaginario a suoni di natura prelinguistica: balbettii sonori, lallazioni appunto, ancora fortemente in sintonia con l’intensità degli elementi naturali, anteriori all’organizzazione e alla composizione propria dell’espressione musicale.
Così Bacchetta magica, nel video silenzioso di Bruna Esposito, così Ciottoli, seggiole e sonagli e infine le concrezioni di sale delle Saline muovono all’ascolto di un suono associato al mondo interiore e naturale. In corrispondenza si trova il grande tavolo su cui poggiano gli strumenti musicali raccolti da Annie Ratti, quasi una collezione etnografica di suoni di varia provenienza. L’artista riunisce qui strumenti provenienti da diverse parti del mondo recuperati alla musica folklorica antica e moderna, con funzioni rituali, cerimoniali, ma anche di pura comunicazione, appartenenti al mondo della cultura popolare: corni peruviani, tamburelli, ciotole tibetane, ocarine austriache e messicane, conchiglie a tromba giapponesi, arpe africane, liuti russi, percussioni orientali, campane indiane e tamorre salentine convivono insieme sullo stesso piano. Straordinari nella bellezza delle loro molteplici e fantastiche forme, anch’essi suscitano in noi la memoria di suoni fondati sul legame tra musica e natura. Saranno i musicisti della PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble a esplorare gli strumenti e a riscoprirne le possibili sonorità in una jam session spontanea ed improvvisata nel parco di villa Ada, presentata nel video di Annie Ratti.
Sono tutti lavori che accentuano il legame del suono con il mondo della natura come si può percepire anche nell’allestimento dello spazio espositivo dove sono sospesi i rami a sonagli di Bruna Esposito e l’arpa eolica installata da Annie Ratti all’esterno nel parco degli ulivi. Lavori intenzionalmente elementari ma ricchi di suggestioni visive e sonore al tempo stesso che evocano l’origine del suono in ciascuno di noi, quel balbettio sonoro che viene prima della musica, rendendo visibile la poesia di ciò che è immateriale e invisibile per sua stessa natura.
Si ringraziano:
Andries van Rossem
Sauro Radicchi
Moira Ricci
Tonino Battista, Direttore musicale della PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble
I musicisti della PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble:
Massimo Ceccarelli
Filippo Fattorini
Luca Nostro
Pietro Pompei
Lucio Perotti
Biografie
Bruna Esposito è nata, vive e lavora a Roma. I lavori sono polimaterici e sensoriali, abbracciano anche l’olfatto, l’udito e il tatto: sculture, video, installazioni, performance, azioni, progetti site specific, disegni, fotografie, collage. Ricorrenti i lavori che galleggiano o sul tema del riciclo delle acque come i Gabinetti Pubblici a Compost nel 2003 realizzati alla Biennale di Istanbul. A New York e Berlino Ovest ha iniziato a collaborare con artisti, danzatori, poeti e musicisti. Allusive, e a volte ironiche, le opere sono fatte con tecniche e materiali ordinari e semplici che evocano la forza della fragilità.
Mostre ed eventi recenti:
iNNatural, Made in Filandia, Pieve a Presciano (Ar) (2015); inconveniente, FL Gallery, Milano (2014); La Gioia, Maison Particulière art center, Parigi (2014); Camere XX, Ram, Roma (2014); Nell’acqua capisco, Evento collaterale 55ª La Biennale di Venezia, Venezia (2013); Foto di gruppo, Macro, Roma (2013); Preserving and exhibiting media art, Maxxi, Roma (2013); Sassi Cantori, Museo d’Arte per Bambini, Santa Maria della Scala, Siena (2013); Out of the Blue, Olnick Spanu Art Program, Garrison, New York (2013).
Annie Ratti vive e lavora a Londra. Seguendo un percorso transdisciplinare, il suo lavoro trasforma l'esperienza privata in un momento pubblico condiviso; la sua ricerca privilegia posizioni e teorie marginali al pensiero istituzionale mettendo in discussione concetti/preconcetti e definizioni del sapere scientifico. La dimensione condivisa che caratterizza questo percorso emerge nelle collaborazioni con altri artisti, musicisti e nella creazione nel 1995 dello CSAV - Corso Superiore di Arti Visive, un laboratorio di ricerca per giovani artisti, che dirige ancora oggi alla Fondazione Ratti a Como. Il suo interesse per la scienza alternativa la conduce a realizzare 'agua de beber '(2011) un alambicco che distribuisce acqua rivitalizzata e purificata, applicando le teorie di Viktor Shauberger e Masaru Emoto, in esposizione permanente alla Whitechapel Gallery Londra. Sempre nel desiderio di rivalutare saperi dimenticati e trasversali crea un laboratorio di ricerca e riproduzione di funghi allucinogeni che espone al Vleeshal a Middelburg in Olanda (2013).
Mostre recenti: Self: Portraits of Artists in their absence, National Academy Museum, New York (2015), /seconds, Sharjah Art Foundation, Sharjah, Emirati Arabi Uniti (2014), Pure Water, Lentos Museum, Linz, Austria (2014), The Shroom Project, De Kabinetten van de Vleeshal, Middelburg, Olanda (2013), In Water, I Understand, Venice Biennale Collateral Event (2013), WOOD GLASS PAPER, Galleria Alessandra Bonomo, Rome (2013)
Progetto One Space/One Sound
One Space/One Sound è un progetto espositivo periodico sull’arte del suono concepito da Fondazione Musica per Roma per lo spazio AuditoriumArte. Il progetto è rivolto a installazioni che hanno il suono come loro componente fondamentale, sia per la relazione con lo spazio che per la relazione con l’immagine visiva, scavalcando così la separazione tradizionale, oramai obsoleta, tra discipline artistiche diverse. Tratto comune di quest’arte del suono è proprio l’intrinseca relazione tra suono, l’esperienza visiva e la percezione architettonico/spaziale.
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