Pompei e l’Europa
Giornate internazionali di studi: Memoria e riuso dell’antico dal neoclassico al post-classico.
Comunicato stampa
In occasione della mostra “Pompei e l’Europa 1748-1943”, recentemente inaugurata al
Museo Archeologico Nazionale di Napoli e all’Anfiteatro degli Scavi di Pompei, si
svolgeranno da mercoledì 1° luglio a venerdì 3 le Giornate internazionali di studi
“Pompei e l’Europa. Memoria e riuso dell’antico dal neoclassico al post-classico”.
Il convegno, promosso dalla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla
Seconda Università degli Studi di Napoli, costituisce un’occasione di riflessione e di
approfondimento sul rapporto dell’uomo con l’immortale suggestione dell’antico e del
mondo classico, inteso sia come fonte di ispirazione formale e di gusto, che come
incubatore di valori “assoluti” quali la bellezza, l’armonia, la perfezione e la misura.
A partire dalla loro fortuita scoperta nella prima metà del XVIII secolo, e fino al XX, le città
di Ercolano e Pompei hanno infatti attratto artisti, intellettuali, studiosi e curiosi da tutto il
mondo. Il fascino dei frammenti del passato e dei resti mutili della civiltà classica
stimolava la loro curiosità e con essa quella pratica all’imitazione, sovrapposizione,
ridefinizione e rielaborazione dei modelli il cui ri-utilizzo veniva appunto percepito come
un esercizio di stile, una ricerca del bello e dell’evasione. Si pensi ai soggetti pompeiani dei
raffinati dipinti di Joseph-Marie Vien o di Antonio Canova, alle ceramiche prodotte dalla
Real Fabbrica della Porcellana di Napoli, ai mobili tratti dai modelli antichi da Righetti o
Lavillain, o, ancora, alle ardite ipotesi di restauro degli architetti francesi ospiti
dell’accademia romana, fino alle ricostruzioni in stile di Alfred Normand a Parigi e di
Friederich Von Gartner a Aschaffenburg. Nel Novecento la suggestione del passato trova
spazio poi nei nuovi media, rivivendo nelle sorprendenti scenografie del cinema muto (The
last days of Pompeii di Mario Caserini ed Eleuterio Ridolfi, 1913), nella ‘moderna classicità’
di Sironi come ‘oggetto ideologico delle politiche della memoria’, o nel dissacrante riuso di
icone di culto di Pistoletto come muse inquietanti, pezzi da scomporre in frammenti
monchi, capaci di esprimere la fragilità dell’essere contemporaneo.
Le giornate, che vedranno la partecipazione di studiosi e ospiti autorevoli, si apriranno
mercoledì 1° luglio alle ore 15.30 all’Auditorium di Pompei. Tra gli interventi previsti,
quello del Soprintendente Massimo Osanna - dal titolo “Rapiti alla morte” -
approfondirà il tema dei calchi pompeiani illustrando più da vicino l’omonima sezione
della mostra allestita nell’Anfiteatro degli Scavi e di cui è curatore con Adele Lagi. Giovedì
2 luglio si proseguirà con una serie di dibattiti sulla fortuna di Pompei e sul suo immenso
patrimonio, per concludere venerdì 3 alla Seconda Università degli Studi di Napoli,
presso la Sala degli affreschi in S. Andrea delle Dame, con uno sguardo al contemporaneo
e alla fotografia. A seguire, nella sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la
visita alla mostra “Pompei e l’Europa 1748-1943” guidata da Luigi Gallo, curatore
insieme a Massimo Osanna e Maria Teresa Caracciolo.
La mostra organizzata da Electa, e con il patrocinio di Expo Milano 2015, è promossa dalla
Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla Direzione Generale del
Grande Progetto Pompei, con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Agli Scavi di
Pompei le sezione “Rapiti alla morte”. I calchi (a cura di Massimo Osanna e Adele Lagi) e
“La fotografia” (a cura di Massimo Osanna, Ernesto De Carolis e Grete Stefani) sono
aperte tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 (ultimo ingresso). Al Museo Archeologico
Nazionale di Napoli tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30, chiuso il martedì. Fino al 2
novembre.