Nicola Mette – Promisquity liquid
In occasione della parata Gay Pride, l’artista Nicola Mette presenterà al pubblico il suo ultimo lavoro performativo dal titolo Promisquity Liquid: un lungo cammino di un corpo, quello dell’artista, e di un’anima, incarnata in un cuore bovino.
Comunicato stampa
Nicola Mette
Promisquity liquid
Performace/ azione a cura dell’artista
Stazione centrale – Porta Venezia
Gay Pride Milano
Direzione della fotografia:
Carlo Covezzi
"Non siamo solo pezzi di carne" (da macello):
In occasione della parata Gay Pride, che si terrà a Milano il 27 giugno 2015, l’artista Nicola Mette presenterà al pubblico il suo ultimo lavoro performativo dal titolo Promisquity Liquid: un lungo cammino di un corpo, quello dell’artista, e di un’anima, incarnata in un cuore bovino, ormai privo di vita, e sottoposto a ripetute cadute in una reiterata volontà di abbandono in sacrificio a un corpo spesso considerato mero oggetto del piacere.
L’azione avrà inizio alle h 16:00 nel Piazzale della Stazione Centrale e si concluderà a Porta Venezia, ciascuno di noi è invitato a partecipare per ribadire, in accordo alle tematiche della giornata dell’orgoglio Gay, il diritto di tutti all’amore e sollevare una voce contro la solitudine imperante provocata da un sistema culturale decadente.
Dopo aver indagato la fame nervosa (dei vari disturbi alimentari), Mette prosegue la sua ricerca dei disturbi psicologici tematizzando un'altra fame, la fame di sesso: sesso ossessivo e compulsivo che sostituisce spesso e volentieri in tutti gli orientamenti sessuali l'autentica conoscenza profonda del nostro prossimo perché si ferma alla superficie corporea. Attraverso questa metafora Mette c'invita a riscoprire la gioia di una sessualità vissuta con il cuore, a ritrovare un pezzo di anima della nostra cultura e recuperare l'autentico piacere puro di essere unione di anima e corpo.
In un'epoca in cui anche i gay sognano di sposarsi e di non essere discriminati per il loro orientamento sessuale, si assiste al paradosso delle relazioni liquide, come le chiama il sociologo ebreo contemporaneo Zygmund Bauman utilizzando la metafora della liquidità, ovvero sia l’opposto di un qualcosa di solido e duraturo, per descrivere il modo in cui i rapporti personali, lavorativi e sociali si sono attenuati nella nostra società. Questa costante ricerca del nuovo, di emozioni forti, del voler realizzare desideri, può estendersi anche al modo di vivere la coppia.
Va da se che una coppia non si separa per la “liquidità” della nostra struttura sociale, perché le difficoltà di una coppia sono legate alle dinamiche relazionali che caratterizzano la coppia stessa, ma tale liquidità può costituire la tentazione di una possibile “soluzione” per risolvere le difficoltà che si vivono all’interno del rapporto di coppia. Detto in altri termini, nelle fasi più delicate del rapporto di coppia la voglia di nuovo e di successo che echeggiano nella nostra società possono manifestarsi attraverso l’idea di volere altri partner. Nel momento in cui la relazione di coppia vacilla, è sottoposta a stress, la società liquida può indurre e/o ampliare il vissuto che la stabilità di coppia equivale ad una prigione, ad un “accontentarsi”, ad una limitazione del proprio orizzonte esistenziale che crea frustrazione, rabbia, malintesi, malessere. Un insieme di elementi che possono condurre verso tradimenti e rotture.
Così come ci suscita disgusto il vedere il corpo dell'animale non umano privato della vita (di cui ci nutriamo), così analogamente anche una sessualità vissuta ed ostentata come mero contatto effimero fra corpi anonimi finisce per provocarci – prima o poi a tutti- un triste disgusto che può essere paragonato proprio ad un senso di nausea, suggerendoci di andare alla scoperta della Persona umana tutta intera, così l’artista c'invita a riscoprire la gioia di una sessualità vissuta con il cuore, a ritrovare un pezzo di anima della nostra cultura e recuperare l'autentico piacere puro di essere unione di anima e corpo.