Alice Padovani – Wunderkammer
Alice Padovani ci accompagna in un viaggio all’interno della sua camera delle meraviglie: una raccolta di oggetti straordinari e animali perduti, catalogati con perizia entomologica.
Comunicato stampa
Inaugura Mercoledì 29 Luglio alle ore 19.30 Wunderkammer, mostra personale di Alice Padovani a cura di Chiara Iemmi, con un aperitivo alla presenza dell’artista.
Per l’occasione l’artista realizzerà una live performance installativa accompagnata dall’hang drum di Francesco Garuti a partire dalle ore 21.00.
La mostra, allestita presso la Dark Room Silmar Art Gallery di Carpi, sarà visitabile fino al 23 Settembre dal Lunedì al Sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00 (Giovedì pomeriggio e Domenica su appuntamento) e gode del patrocinio del Comune di Carpi.
Alice Padovani, artista modenese trentaseienne, dopo una laurea di Arti visive e in Filosofia conseguita presso l’Università di Bologna, ha lavorato come attrice e regista presso la Compagnia Laminarie di Bologna e per l’associazione di ricerca teatrale Amigdala, che ha fondato. Dal 2009 lavora come grafica per il Comune di Modena.
Preferendo l'utilizzo del disegno, dell'installazione e della performance, come artista visiva ha esposto in diverse personali e collettive a carattere nazionale e internazionale.
Di ritorno dalla mostra a Palazzo Ducale Alice Padovani realizzerà alla DarkRoom una mostra antologica, compendio delle ricerche artistiche svolte fino ad oggi.
Wunderkammer ci accompagna in un viaggio all'interno della sua camera delle meraviglie: una raccolta di oggetti straordinari, il suo “paradiso non del tutto perduto che posso rivivere attraverso le forme della natura...”
Figlia di un entomologo, l'artista cresce sin da piccola circondata da reperti naturali,come particolari conchiglie o insetti esotici,conservati negli anfratti di casa come se si trattasse di un museo di scienze naturali. Dai meandri di casa queste figure perdurano nelle pieghe della sua memoria, come cari estinti la cui effige si conserva per anni e dei quali, solo dopo una lunga sedimentazione, si riesce a rielaborare la perdita.
La mostra racconta della diversità dell'essere “altro” in un senso non solo visibile, esteriore. È un flusso di immagini che scorrono nella piacevolezza di tracciare l'immagine del caro estinto. L'uomo, riconoscendovi una familiarità, è ora l'animale che ricorda l'altro,il compagno, come in Mnemosyne, un diario visivo dove la ricerca mnemonica si attacca al singolo particolare, o come nel Geronticus Eremita o nel Mascarinus Mascarinus, primi piani, riconducibili ai ritratti familiari appesi nelle pareti domestiche.
Nature morte, volti dimenticati, trittici come altari eretti alla memoria. Wunderkammer si tinge di sfumature più simili alla ricostruzione di un ricordo, come di un immagine vaga e impressa nella mente, rappresentata sempre dal tratto distinto e delicato dell'artista. Segno nero su sfondo bianco. Sono immagini chiare, perfettamente visibili, impossibile confondersi.
L'altro non è più un estraneo, seppur diverso.
Non ci sentiamo più nudi di fronte ad esso.
Il segno grafico di Alice Padovani emerge leggero dal fondo bianco delle sue opere, a tratti più netto e altre volte evanescente, ma sempre elegante: piccoli dettagli, profili, sagome di animali vengono evocati dal bianco silenzioso e infinito. Gli spiriti di esseri che ormai non sono più occhieggiano dalle tavole e dalle teche, esseri familiari che sin dall'infanzia Alice porta dentro di sé.