Franco Guerzoni – Fueros
Pittore per antonomasia del tempo, di cui ha portato nello spazio dell’arte la tensione tra costruzione e cancellazione, permanenza e lacuna, ricordo e oblìo, Franco Guerzoni propone il lavoro della memoria all’interno del proprio itinerario creativo.
Comunicato stampa
Inaugura venerdi 18 settembre 2015 alle 18.30 presso le sale superiori di Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103 a Modena la mostra "Franco Guerzoni. Fueros".
Promossa e organizzata dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena è progettata da Franco Guerzoni su invito di Marco Pierini – già direttore della Galleria civica di Modena – e del festivalfilosofia con il sostegno di Gruppo Hera.
Pittore per antonomasia del tempo, di cui ha portato nello spazio dell’arte la tensione tra costruzione e cancellazione, permanenza e lacuna, ricordo e oblìo, Franco Guerzoni propone il lavoro della memoria all’interno del proprio itinerario creativo.
L’ordine delle opere attesta questa curvatura, riflessiva e inconsapevole: grandi lavori recenti sono accostati ad alcuni appartenenti a cicli dei primi anni Settanta, una stagione quasi dimenticata.
Riportati alla luce dall’attenzione critica di Pier Giovanni Castagnoli e commentati da Marc Augé (Paesaggi in polvere, 2006), questi esiti “irrisolti” documentano una ricerca errabonda condotta con l’amico Luigi Ghirri: rovine quotidiane, pietre di abbattimenti, affreschi abbandonati e sfiniti sono colti col mezzo fotografico un attimo prima della loro scomparsa.
Relitti fossili sopravvissuti in uno degli strati della memoria, come i fueros freudiani, questi lavori improvvisamente si mescolano al presente, attivando nuove traduzioni e anomale tensioni temporali.
La mostra, allestita fino a domenica 20 settembre sarà visibile ad ingresso gratuito nei seguenti orari:
venerdì 18 settembre dalle 9.00 alle 23.00, sabato 19 settembre dalle 9.00 all'1.00, domenica 20 settembre dalle 9.00 alle 21.00.
Note biografiche
Franco Guerzoni Nasce nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Esordisce nel clima concettuale dei primi anni ’70, con una personale ricerca sui sistemi di rappresentazione dell’immagine e la restituzione fotografica del mondo archeologico. Dai primi anni ’80 realizza grandi opere parietali gessose, Carte di viaggio e Grotte, dove indecifrabili memorie di stili lontani convivono con le loro lacune, scavate dall’azione del tempo. La successiva ricerca sulla profondità della superficie dà luogo a grandi cicli di opere come Decorazioni e Rovine (presentate alla Biennale di Venezia del ’90) e Restauri provvisori (1994), che fanno affiorare nella materia infiniti strati di memoria e di esperienza pittorica. In una direzione più intensamente cromatica, Orienti (1999) e Pompei-Bombay (2001), proseguono l’esplorazione sull’apparire dell’immagine all’interno della tensione tra costruzione e cancellazione. Con Antichi Tracciati (2007), Powder Landscapes (2008), Impossibili restauri (2010 e alla Biennale di Venezia 2011), Museo ideale (2012) e La parete dimenticata (Firenze, Palazzo Pitti, 2013), memorie invisibili e sembianze di reperti si fondono sulla parete suggerendo l’idea del bassorilievo. Più di recente, dopo la riscoperta di un fondo di immagini dei suoi esordi sperimentali, ne rielabora i motivi e le visioni in mostre come Nessun luogo. Da nessuna parte. Viaggi randagi con Luigi Ghirri (a Milano, Triennale, 2014) e Archeologie senza restauro (a Bologna, MAMbo, 2014).
Pier Giovanni Castagnoli Nato a Parma nel 1946, Pier Giovanni Castagnoli ha insegnato nelle Università di Bologna, Venezia, Padova e parallelamente si è dedicato all’ordinamento e alla conduzione di musei, dirigendo tra il 1982 e il 2008: la Galleria Civica di Modena, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Nel 2002 è stato insignito dal Ministero della Cultura e Comunicazione di Francia del titolo di Chevalier de l’Ordre des Artes e des Lettres.