Afro – Pensieri nella mano

Informazioni Evento

Luogo
MUSEI SAN DOMENICO
Piazza Guido Da Montefeltro 2, Forlì, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì alla domenica ore 9,30 – 18,00

Vernissage
09/10/2015

ore 10 su invito

Biglietti

Biglietto d'ingresso: compreso nel biglietto della Pinacoteca Intero Euro 3,00 Ridotto Euro 2,00 Biglietto cumulativo(Mostra + Pinacoteca + Palazzo Romagnoli- sede della Collezione Verzocchi). Intero Euro 5,00 Ridotto Euro 3,00 Ogni prima domenica del mese ingresso gratuito

Artisti
Afro Basaldella
Curatori
Davide Ferri, Cristina Ambrosini, Mario Graziani, Marco Mattioli
Generi
arte contemporanea, personale

Una mostra dedicata ad Afro Basaldella (Udine 1912 – Zurigo 1976), uno dei più grandi pittori italiani del Novecento.

Comunicato stampa

Da domenica 11 ottobre ai Musei San Domenico una mostra dedicata ad Afro Basaldella (Udine 1912 - Zurigo 1976), uno dei più grandi pittori italiani del Novecento. Prima di una serie di approfondimenti sugli artisti ospitati all’interno della Collezione Verzocchi di Forlì, esposta in modo permanente presso la sede museale di Palazzo Romagnoli, l'esposizione è anche l’occasione per sviluppare alcuni nuclei tematici – la rappresentazione del lavoro nell’Italia del dopoguerra, il lavoro degli artisti, i differenti approcci al fare e alla pratiche di studio - che costituiscono il potenziale narrativo della collezione ed evidenziano la sua fortissima attualità.

Punto di partenza della mostra è dunque il dipinto di Afro incluso in collezione (Tenaglia e camera oscura, 1949), emblematico del passaggio dagli esordi figurativi all’astrazione della maturità, un’astrazione la cui sottotraccia è ancora il dato di realtà ma che già dialoga con le coeve esperienze dell’espressionismo astratto americano. Afro è probabilmente uno degli artisti italiani che, nel secondo dopoguerra, ha sviluppato maggiori contatti con l’arte statunitense.
Il dipinto verrà così temporaneamente collocato nei Musei San Domenico e costituirà l’inizio del percorso espositivo, a sottolineare il forte legame tra la mostra e la Collezione Verzocchi.

Pensieri nella mano, articolata in cinque sezioni, includerà una serie di opere degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, che, insieme, ricostruiscono l’evoluzione della sua poetica dal dopoguerra alla scomparsa: le grafiche, la cui selezione copre l’arco di tre decenni, otto grandi arazzi prodotti negli anni Settanta, e i gioielli, realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta. Verranno inoltre inclusi una serie di fotografie conservate negli archivi della Fondazione Afro che ritraggono l’artista mentre lavora, o mentre dialoga con amici e collaboratori, o durante momenti di relax (viaggi o semplici passeggiate in città), alcune video interviste ad Afro ed agli artigiani che hanno collaborato con lui, e una serie di materiali (bozzetti, disegni preparatori, perfino alcune delle tavolozze usate in studio) che offrono la possibilità di tracciare un ritratto dell’artista al lavoro, diviso tra fasi progettuali e processuali, tra lo studio e i rapporti con un mondo del lavoro esterno allo studio (botteghe artigiane, stampatori, arazzerie, ecc), un mondo con cui il pittore è costantemente in dialogo per seguire le fasi di realizzazione dei suoi progetti.

È proprio questo ritratto di Afro al lavoro a costituire il principale nucleo tematico della mostra, un racconto dell’artista dentro e fuori dallo studio che pone le basi per una riflessione più ampia, che si svolgerà nell'ambito di una tavola rotonda a Palazzo Romagnoli a mostra in corso, in cui il discorso su Afro verrà ricollocato all’interno di un panorama più ampio, quello dei diversi approcci al fare degli artisti nel XX secolo, divisi tra un sapere manuale ancora fondamentale, e il bisogno di delegare, di porsi come semplici ideatori, seguendo l’esempio di Duchamp e dell’arte concettuale.
Alla tavola rotonda verranno invitati storici dell’arte che si sono occupati a lungo di Afro Basaldella, ma anche critici ed artisti in grado di riflettere sull’oggi ponendo il lavoro dell’artista come contraltare storico e ricollocandolo nel presente.

A conclusione del percorso verranno infine presentati il manoscritto di una breve autobiografia dei primi anni Settanta ed i materiali che documentano la corrispondenza tra Afro e Giuseppe Verzocchi, a sottolineare ancora, all’interno della mostra, il forte legame tra il progetto espositivo e la collezione distante pochi passi.

La mostra, organizzata dal Comune di Forlì – Servizio Cultura, Musei, Turismo e Politiche Giovanili in collaborazione con Archivio Afro – Fondazione (Roma) e curata da Cristina Ambrosini, Davide Ferri, Mario Graziani e Marco Mattioli, resterà aperta fino al 10 gennaio 2016 dal martedì alla domenica dalle 9,30 alle 18,00 e l'ingresso sarà compreso nel biglietto d'ingresso alla Pinacoteca civica.

Afro (Udine 1912 - Zurigo 1976)
Gli esordi nel ’28 alla Mostra della Scuola Friulana d'Avanguardia lo conducono presto, grazie ad una borsa di studio, a Roma dove entra in contatto con l’ambiente artistico della capitale ed inizia ad esporre in importanti mostre. Dopo l’esperienza della Scuola Romana ed il successivo avvicinamento al Neocubismo nel 1950 Afro si reca negli Stati Uniti ed inizia la ventennale collaborazione con la Catherine Viviano Gallery. Nel ’52 aderisce al gruppo degli Otto, formatosi attorno al critico Lionello Venturi, con il quale prende parte alla XXVI Biennale. Seguono importanti partecipazioni, quali Documenta a Kassel, The New Decade: 22 European Painters and Sculptors. negli U.S.A. e la Biennale di Venezia del ‘56 (dove ottiene il premio come miglior pittore italiano), che gli consentono di ottenere riconoscimenti e fama a livello internazionale.
Nel 1958 è invitato, insieme ad Appel, Arp, Calder, Matta, Mirò, Moore, Picasso e Tamayo, alla decorazione della nuova sede del palazzo dell'UNESCO a Parigi, è vincitore nel ‘60 del premio a Pittsburgh e del premio per l'Italia al Solomon R. Guggenheim di New York. Negli anni ’70 si intensificano le opere di grafica e gli arazzi che ben si adattano alla sua pittura divenuta meno gestuale e più sintetica. Dopo la morte nel 1978 la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma gli rende un prestigioso omaggio allestendo una ricca e documentata retrospettiva. Nei decenni successivi mostre personali e collettive, studi approfonditi da parte di storici e critici dell’arte mantengono vivo consolidando il lavoro del maestro sia a livello nazionale che internazionale.

Collezione Verzocchi
Nata dalla volontà di un affermato imprenditore d'origine forlivese e donata al Comune di Forlì nel 1961, la Collezione Verzocchi raccoglie settanta quadri di artisti italiani di generazioni diverse e di diverse tendenze artistiche, da Guttuso a Donghi, da Vedova a De Chirico, uniti da uno stesso filo conduttore: Il Lavoro.
Giuseppe Verzocchi (Forlì 1887 – Milano 1970), imprenditore operante nel settore dei materiali refrattari, progetta e realizza con straordinaria intelligenza una raccolta di opere che mette in relazione l'azienda, "Refrattari Verzocchi", con il mondo dell'arte. Nel 1949 Verzocchi contatta settantadue artisti della prima e della seconda generazione del Novecento, a cui commissiona un dipinto, ponendo, come condizioni, il tema, il Lavoro, il formato, cm. 70 x 90, e infine l'inserimento nel dipinto dell'immagine di un mattone refrattario con l'iscrizione "V & D", sigla dei soci dell'azienda, Giuseppe Verzocchi e Ottavio Vittorio De Romano.
L'intero piano terra di Palazzo Romagnoli è dedicato all'esposizione permanente di questa prestigiosa Collezione, unanimemente considerata tra i più importanti nuclei figurativi italiani del Novecento.