Yuval Avital – I maestri del paesaggio. Fields
Allegorie sonore di campi naturali invadono campi urbani reali con FIELDS (Campi) dell’artista e compositore israeliano Yuval Avital che, dopo aver portato le voci di nonne da tutto il mondo nella Milano di Expo 2015 con l’installazione icono-sonora Alma Mater, presenta a Bergamo la nuova opera, in cui la natura incontra il mondo urbano in un intreccio di suoni reali e loro elaborazioni digitali, che ricreano ambienti naturali nel cuore della città.
Comunicato stampa
Bergamo, settembre 2015 - Allegorie sonore di campi naturali invadono campi urbani reali con FIELDS (Campi) dell’artista e compositore israeliano Yuval Avital che, dopo aver portato le voci di nonne da tutto il mondo nella Milano di Expo 2015 con l’installazione icono-sonora Alma Mater, presenta a Bergamo la nuova opera, in cui la natura incontra il mondo urbano in un intreccio di suoni reali e loro elaborazioni digitali, che ricreano ambienti naturali nel cuore della città. Una nuova esperienza di sound art per il maestro Avital che, in occasione dell’edizione 2015 di “I Maestri del Paesaggio”, manifestazione organizzata dall'associazione culturale Arketipos e dal Comune di Bergamo in programma dal 5 al 20 settembre, rinnova il sodalizio artistico con Architettura Sonora e Catellani&Smith, già collaudato alla Fabbrica del Vapore.
L’artista parte dal legame con la terra insito nella radice latina della parola “campo” per esplorare i molteplici significati che il termine assume: dal campo naturale si passa così al campo urbano della piazza, al campo sonoro ed elettromagnetico, fino al campo di pensiero, in una serie di passaggi allegorici che rendono la complessità del reale attraverso il suono e le voci.
In Fields canti di uccelli, brusii di insetti, sibili del vento e altri suoni della Natura si intrecciano in un gioco di riflessi tra realtà e virtualità, registrazione diretta e trasposizione mediata dal mezzo tecnologico. Le sonorità trasformano spazi storici della città, mutano i riferimenti conosciuti, li smaterializzano, trasportando il pubblico in un mondo surreale dove i confini tra ambiente urbano e natura si fanno labili. Una meditazione sul nostro tempo e sul rapporto possibile fra città e natura che, nella tensione tra reale e digitale, è anche omaggio a due grandi compositori francesi contemporanei: Olivier Messiaen, “ornitologo musicale”, affascinato a tal punto dal canto degli uccelli da farne sua materia di composizione prediletta e Jean Claude Risset, pioniere della computer music, che attraverso la musica elettronica ricrea ambienti naturali, come nell’opera Sud.
Ai rumori della natura si uniscono cori polifonici, a metà strada fra voci bianche e suoni granulati, scomposti attraverso procedimenti elettronici, un richiamo al canto rinascimentale polifonico che conferisce all’opera un sentore di eternità. I campi che danno il titolo alla composizione si moltiplicano sul piano ideale grazie all’utilizzo meccanico del traduttore generando campi sonori digitali che si sovrappongono l’uno all’altro fino a creare flussi di voci e suoni indistinti e complementari.
Una partitura della durata di 65 minuti per un duplice progetto di installazione sonora, capace di creare ambienti diversi e suggerire modalità di ascolto differenti. Nel suggestivo scenario di Piazza Vecchia, cuore pulsante della città, caratterizzato per l’occasione dal progetto di landscape dell’architetto Andy Sturgeon (in collaborazione con Lucia Nusiner e Maurizio Quargnale), la partitura dell’artista israeliano, diffusa da speakers in terracotta di Architettura Sonora, si intreccia con la vita e i suoni della piazza. A un centinaio di metri, nella cornice del giardino Tresoldi, invece, l’allestimento curato da Catellani&Smith e Architettura Sonora invita a un ascolto più meditativo: moduli luminosi e sonori, di forma ovale, presentati in anteprima alla manifestazione, invitano i visitatori verso le aiuole del giardino, spazi più intimi da scoprire. Qui, la magica alchimia tra luce e suono trasforma i vari ambienti, definiti dalle bordure in bosso, in “Landscape Rooms”, dove il dialogo tra l’esistente - ora una statua, un albero o solo il vuoto - e le sonorità di Yuval Avital creano nuove forme di esperienze emozionali e multisensoriali.