Marzia Luchetti – Nelle Pieghe del Tempo
Nell’opera di Marzia Luchetti è viva la presenza dell’acqua: Il fiume Po legato alla sua nuova vita ed altri fiumi del mondo.
Comunicato stampa
Nei solchi e nelle pieghe di grandi ventagli scivolano le “parole” del tempo.
Adesso, a pensarci bene, il mondo d'Arte di Marzia Luchetti era un po' già lì, al momento di quel primo incontro nella piazza del comune di Filottrano: nel cuore di mattoni e odori che provengono dal tempo.
Un sentore d'Estate tra un garrire di rondini in cerchio sopra coppi di vecchi palazzi e sul selciato rettangoli chiari di luce azzurra interrotti dalle linee delle ombre. Luce e Ombra. E nell'ombra quasi si sfrangiava ogni rumore.
Sorride l'Artista mentre viene incontro leggera; tende una mano magra, veloce, sapiente poi nella tela.
Lei abita lì, in uno di quei palazzi antichi dalle grandi stanze in ombra e soffitti a volte; con lei vivono e respirano ovunque le sue Opere come a dire che per Lei Arte e Vita sono tutto uno nel mistero del tempo.
In alcune sue opere il ripetersi di medesimi elementi crea sedimentazioni, strati legati all'idea di tempo: lento e cosmico fluire che assomma, confonde, toglie in una sorta di stratificazione geologica.
La ripetizione di cerchi e di aste richiama la naturalezza dell'esercizio elementare di un bambino. I cicli naturali della vita, il ripetersi delle fasi lunari, il sorgere e tramontare del sole sulla terra dove si susseguono generazioni a lasciare brevi orme.
La luce non proviene da un punto preciso, reale, ma è interna all'opera, ne intride la materia del colore legato alla terra, alla sabbia, al lavoro dei campi.
Fondali come sovrapposte velature, antiche tessiture, scolorite, sfilacciate che conservano un brivido appena delle mani che di lì sono passate, di respiri brevi che si perpetuano in altri soffi nel misterioso e sfuggente divenire della vita.
“La tessitura pittorica è legata al tempo – dice l'Artista – è lavoro esistenziale quello di creare momento per momento il quotidiano. Richiede tempo e sapienza; fili e materia devono essere lavorati”: E la tela è il senso di un cammino infinito che accomuna tutti gli uomini.
Dietro tessiture, strati e sovrapposizioni un colore dorato trapela: una luce, una speranza per colui che cerca.
Nell'eleganza di grandi ventagli, tra solchi e pieghe scivolano le parole della memoria. Un grande ventaglio conserva tra i suoi pieni e vuoti strappi di una carta da parati a piccoli fiori tra le pareti di un'antica villa, forse casa di vacanza di un'infanzia sospesa tra la memoria e il cuore... “qui, venivamo d'estate”. E il ventaglio dai contorni mangiati dal tempo è una luce bianca che si apre improvvisa, come una camera da letto toccata dall'alba nelle apparizioni del dormiveglia.
In un altro grande ventaglio scuro, resti, solo resti di preziosa passamaneria nera; l'orlo di una gonna ondula e fruscia appena su per le antiche scale.
Nell'opera di Marzia Luchetti è viva la presenza dell'acqua: Il fiume Po legato alla sua nuova vita ed altri fiumi del mondo. Sono ancora le parole dell'Artista: “L'acqua scorre e mantiene la memoria di tutto ciò che porta e che in eterno passa, come una sepoltura viva e permanente...”...
E sembra di sentirle dentro l'anima quelle tessiture di onde e di maree continuamente mutevoli ed eterne.
Iride Cristina Carucci